Fattura elettronica, dal 1° luglio scatta l’obbligo. Ma non per tutti

Fattura elettronica, dal 1° luglio scatta l'obbligo per le partita Iva nel regime dei forfettari: chi è obbligato e chi è esonerato

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Dal 1° luglio scatta l’obbligo di fattura elettronica per le partita Iva nel regime dei forfettari e dei vecchi minimi. La novità riguarda nell’immediato circa 800mila contribuenti e l’obbligo non sarà subito per tutti: rimangono escluse le partite Iva che nel 2021 hanno conseguito ricavi/compensi non superiori a 25mila euro (ragguagliati ad anno).

Fattura elettronica, per chi scatta l’obbligo

Obbligo per i contribuenti che rientrano nel regime di vantaggio, per i contribuenti in regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, legge 190/2014) e per i soggetti passivi (associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore) che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione del regime speciale ai fini IVA delle imposte sui redditi e che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito dall’esercizio di attività commerciali proventi per un importo fino a 65mila euro.

Fattura elettronica, per chi non scatta l’obbligo

Dal 1° luglio scatta l’obbligo di fattura elettronica per i forfettari, ma alcuni contribuenti in regime agevolato saranno esentati e quindi potranno continuare a utilizzare l’invio di fatturazione cartacea, ma non ancora per molto.

In particolare, per quest’anno l’obbligo di fatturazione elettronica non scatterà per chi ha incassato redditi inferiori a 25 mila euro. Per questi soggetti, l’obbligo di fatturazione elettronica tramite il Sistema di Interscambio scatterà infatti a partire dal 1° gennaio 2024.
Tutti, però, sono tenuti a procedere a verifica, dato che l’onere ricade sul contribuente (e l’abbandono del cartaceo non sarà automatico).

Fattura elettronica, come fare la verifica

La verifica sui 25mila euro deve tener conto del regime contabile applicato nel 2021. Le partite Iva che già si trovavano in regime forfettario e quelle che applicavano il regime di contabilità semplificata devono utilizzare il criterio di cassa e, quindi, guardare ai ricavi/compensi percepiti. Le partite Iva che applicavano il regime ordinario devono riscontrare l’importo dei 25mila euro applicando il principio di competenza.

Nel caso in cui si esercitano più attività (con codici Ateco diversi) si deve considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi a tutte le attività. Chi ha avviato l’attività dal 1° gennaio 2022, non avendo conseguito ricavi/percepito compensi nel 2021, può comunque far slittare l’adozione della fattura elettronica al 2024.

Fattura elettronica, le date da segnarsi

Queste le date da segnarsi per il passaggio graduale al nuovo regime di fatturazione:

Obbligo e-fattura, le sanzioni

Per il terzo trimestre, da luglio a settembre 2022, le nuove partite IVA chiamate ad emettere fattura elettronica avranno più tempo rispetto agli ordinari 12 giorni prescritti per la fattura “immediata”: si potrà caricare sullo SdI la fattura elettronica entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

Un vero e proprio periodo cuscinetto durante il quale di fatto non scatterà la sanzione amministrativa contro la violazione degli obblighi di documentazione e registrazione di operazioni non imponibili, esenti, non soggette a Iva o soggette all’inversione contabile.

In questi casi, la multa è di importo compreso tra il 5% e il 10% dei corrispettivi non documentati o non registrati, con un minimo di 500 euro e di importo tra 250 e 2mila euro se l’irregolarità non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito.

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