Tutti i casi in cui si può ricorrere all’autocertificazione

La dichiarazione sostitutiva di certificazione è un documento che possono fare i privati cittadini quando entrano in contatto con le pubbliche amministrazioni: ecco di cosa si tratta

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quando un privato cittadino ha un rapporto con una pubblica amministrazione, è previsto che possa avvalersi di una dichiarazione sostitutiva di certificazione. anche conosciuta come autocertificazione. Questo particolare documento in cosa consiste e come può essere utilizzato correttamente?

L’autocertificazione può sostituire i normali certificati e documenti concernenti stati o qualità personali ed è stata introdotta dal D.P.R. 445/2000. Questo significa che gli uffici pubblici sono obbligati ad accettare tale dichiarazione e non possono chiedere quindi in alternativa certificati o atti. In questo articolo approfondiremo che cos’è la dichiarazione sostitutiva di certificazione, ma soprattutto quando si può utilizzare.

Dichiarazione sostitutiva: che cos’è

L’autocertificazione è un documento prodotto in sostituzione dei normali certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni e concerne fatti attestati in banche dati in possesso delle P.A. Il documento deve essere sottoscritto dall’interessato e riguarda in particolare stati, per esempio lo stato di famiglia, qualità personali e fatti contenuti in albi, elenchi o registri pubblici. Il contenuto della dichiarazione sostitutiva deve poter essere accertato dai funzionari pubblici.

È prevista dal DPR 445/2000 e si può presentare via posta, fax, email con firma digitale o pec, non è necessario che la firma sia autenticata. La sua validità è analoga agli atti che va a sostituire, quindi è illimitata per i certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni, mentre è di 6 mesi per tutti le altre tipologie di certificato.

Quando si può fare la dichiarazione sostitutiva

Questo documento può essere utilizzato per dichiarare stati, qualità personali e fatti, in particolare:

È probabile che al momento della consegna della dichiarazione sostitutiva di certificazione venga richiesta l’esibizione del documento d’identità per verificare la correttezza dei dati anagrafici. Non possono invece essere dichiarati i certificati medici, sanitari, veterinari, di origine, di conformità CE, di marchi e brevetti.

Chi può presentare l’autocertificazione

Possono presentare l’autocertificazione tutti i cittadini italiani e dell’Unione Europea, le persone giuridiche, le società di persone, le P.A., le associazioni e i comitati che hanno sede legale in Italia o all’interno dell’Unione Europea.

Possono presentarla anche i cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno in Italia, ci sono però alcune eccezioni relative ai cittadini italiani:

La dichiarazione sostitutiva di certificazione quindi è un documento che agevola i privati cittadini nel presentare stati, qualità personali e fatti, al posto dei regolari certificati, i quali richiederebbero tempistiche di emissione decisamente più lunghe.

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