Macron corregge Trump in diretta tv, l’Ue ha pagato il 60% degli aiuti all’Ucraina: ma è vero?

Alla Casa Bianca va in scena un siparietto anche "fisico" tra i due presidenti, con tanto di mani su gambe e polsi. Ma Macron fa di più: fa il fact checking in diretta sulle parole del tycoon. E noi lo abbiamo fatto a entrambi. Vediamo cosa dicono davvero i dati

Pubblicato: 25 Febbraio 2025 13:43

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

La frattura tra Stati Uniti e Unione europea si fa sempre più vibrante. Almeno a parole. Stavolta il duello è stato tra propaganda trumpiana e fact checking macroniano. Durante l’annunciato incontro nello Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente francese ha corretto l’omologo americano in diretta mondiale su chi ha pagato davvero gli aiuti all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia.

Il botta e risposta fra Trump e Macron sull’Ucraina

Durante la conferenza stampa congiunta, Donald Trump ha provato ancora una volta a strizzare l’occhio agli americani arrabbiati con l’Europa “scroccona”, dicendo che gli Usa si sono sobbarcati i veri costi della guerra d’Ucraina. Letteralmente. Perché, secondo il presidente americano, a differenza degli Stati Uniti l’Ue “sta prestando soldi” a Kiev e quindi “li riavrà tutti indietro”. Mentre gli americani hanno fatto una sorta di beneficenza. Già qui piomba come un macigno la prima falsità. Come avevamo già spiegato su QuiFinanza, quando sentiamo che gli Usa stanziano miliardi di dollari per l’Ucraina, vuol dire che il governo federale ordina armi e tecnologie ad aziende nazionali e non, considerando anche le collegate europee. Altro che gratis.

A quel punto è intervenuto Emmanuel Macron. Con una mossa assai significativa anche fisicamente, ha messo una mano sul polso di Trump e lo ha interrotto e corretto. “A essere onesti, noi europei abbiamo pagato il 60% dello sforzo totale” per l’Ucraina. Da grande politico, il tycoon ha opposto un sorriso, senza interrompere a sua volta l’interlocutore e chiosando alla fine: “Se ci credete, va bene. Ma noi americani non avremo soldi indietro da nessuno”. Il botta e risposta si è poi spostato su temi altrettanto dirimenti, messi in discussione dalla decisione dell’amministrazione Trump di aprire alla Russia e di allinearsi alla retorica di Vladimir Putin. Macron ha infatti rimarcato con pause da attore drammatico che “l’aggressore è la Russia”, contraddicendo l’uscita di Trump di qualche giorno fa secondo cui è stato Volodymyr Zelensky a “causare il conflitto”.

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Usa o Ue, chi ha pagato più aiuti di guerra all’Ucraina?

Più di una volta Trump ha candidamente sostenuto che gli Usa hanno fornito molti più aiuti all’Ucraina in questi tre anni di guerra. Secondo The Donald, Washington ha stanziato più di 300 miliardi di dollari per armare e sostenere Kiev, mentre l’Europa ha “speso solo circa 100 miliardi di dollari”. Siamo andati a verificare: secondo l’Ukraine Support Tracker, gli Stati Ue hanno contribuito con 132 miliardi di euro (circa 138 miliardi di dollari) e si sono impegnati a inviare altri 115,1 miliardi di euro (oltre 120 miliardi di dollari). Gli Stati Uniti, invece, hanno contribuito con poco meno di 120 miliardi di euro (quasi 126 miliardi di dollari).

In tre anni di conflitto, i Paesi benefattori hanno fornito un flusso basso ma costante di supporto all’Ucraina, per un valore di circa 80 miliardi di euro l’anno. I cosiddetti “donatori” europei sono stati la principale fonte di aiuti a Kiev fin dal 2022, soprattutto per quanto riguarda i contributi finanziari e umanitari. Nell’ultimo anno si è invece osservato uno spostamento verso l’approvvigionamento di armi. Nella fase iniziale della guerra, gli aiuti militari all’Ucraina provenivano principalmente dagli arsenali degli Stati occidentali, ma questi si sono ovviamente svuotati col passare del tempo. Oggi la grande maggioranza degli aiuti militari è costituita da armamenti di nuova produzione provenienti dalle industrie occidentali, con un ruolo piccolo ma crescente di iniziative multilaterali di approvvigionamento di armi. I dati sono relativi all’ultimo aggiornamento sui flussi economici e materiali verso Kiev fino a dicembre 2024.

Il declino del flusso di aiuti da parte Usa è iniziato a metà 2023. Dai dati emerge un calo significativo per nove mesi consecutivi, da quando cioè il Congresso degli Stati Uniti ha bloccato qualsiasi nuovo disegno di legge sugli aiuti. Negli ultimi mesi gli aiuti americani sono ripresi, ma “con il ritorno del presidente Trump è probabile che gli aiuti militari statunitensi si blocchino di nuovo. Di conseguenza, ai governi europei verrà chiesto di intensificare i loro sforzi e colmare il grande divario lasciato dagli Stati Uniti”, ha spiegato l’economista Christoph Trebesch.

Prestiti o trasferimenti, di che natura sono gli aiuti all’Ucraina?

Per quanto riguarda la natura di questi contributi, Trump ha parlato di prestiti che verranno restituiti agli europei. Macron lo ha corretto anche su questo punto: “Come Ue abbiamo fornito aiuti esattamente come gli Stati Uniti, tramite prestiti, garanzie, sovvenzioni. E, per essere chiari, abbiamo inviato soldi veri”. Il discorso è dunque speculare per Usa e Ue: non si tratta di donazioni né di investimenti, ma di prestiti o comunque di somme vincolate a determinate condizioni. Che verranno cioè ripagate in qualche modo, anche con sfere d’influenza. Non è un caso, infatti, che Trump stia cercando di battere cassa con Zelensky pretendendo la “restituzione” di parte dello sforzo economico americano. Nello specifico, come avevamo anticipato in tempi non sospetti, con la cessione dei diritti di sfruttamento delle terre rare di cui l’Ucraina è ricca.

Nelle parole del presidente americano c’era infine una parte di “non detto” che lasciava presagire l’utilizzo da parte dell’Ue degli asset russi congelati in Europa. Macron ha fiutato e respinto anche questa illazione, lasciando aperto un margine di manovra francese con Mosca e affermando che si tratta di beni che “non appartengono agli europei”. Al contempo, però, il presidente francese ha precisato che Bruxelles ha congelato 230 miliardi di euro in asset russi e che soltanto i negoziati potranno stabilire come e se potranno essere utilizzati per la ricostruzione dell’Ucraina. Intelligente mossa retorica per ribadire che l’Ue deve sedersi al tavolo delle trattative con Washington e Mosca.

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