La crisi energetica non cessa di stringere la sua morsa sui cittadini, aggravata negli ultimi giorni dalle tensioni crescenti fra Europa e Russia su un tetto al prezzo del gas e sulle forniture di petrolio. Col G7 che il 2 agosto ha approvato un limite massimo al costo dell'”oro nero” proveniente da Mosca.
Fare il pieno al distributore è diventato sempre più oneroso per il portafogli, nonostante gli interventi del Governo per la proroga degli sconti sul prezzo dei carburanti. Secondo diverse associazioni di consumatori, i rialzi nascondono strategie speculative da parte degli operatori. E, guardando i listini, è ancora una volta il diesel a costare più della benzina. Proviamo a vedere perché.
La crisi dei carburanti
A peggiorare la situazione intervengono anche altri fattori, come la sempre più ridotta capacità di raffinazione in Unione Europea e Stati Uniti. Oltreoceano hanno chiuso i battenti molte raffinerie, mentre il sistema europeo è tradizionalmente più orientato alla lavorazione della benzina, più che del diesel.
Per porre un freno, il Governo italiano ha confermato gli sconti sul prezzo alla pompa, prorogando dal 20 settembre al 5 ottobre le misure attualmente in vigore con un decreto interministeriale firmato dai ministri Daniele Franco e Roberto Cingolani. Viene dunque esteso il taglio di 30 centesimi al litro, tra riduzione delle accise e dell’Iva, per benzina, diesel, Gpl e metano per autotrazione.
Protestano i consumatori: gli sconti non bastano
La misura è però giudicata insufficiente Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, secondo il quale la proroga di “appena 15 giorni è un topolino che viene mangiato dal gatto“. “Da quando a luglio si è alzata la produzione di petrolio – prosegue Dona – il prezzo della benzina è sceso di oltre 31 centesimi al litro, con un ribasso del 15,1%. Il gasolio è invece diminuito di oltre 22 centesimi al litro, con una riduzione dell’11,1%. Insomma, se venisse ancora incrementata la produzione, 25 centesimi di accise in meno potrebbero anche bastare, altrimenti sarebbe una misura del tutto inadeguata”.
Il gasolio è in definitiva tornato “sopra al livello precedente all’invasione dell’Ucraina, nonostante il taglio di 30,5 centesimi da parte del Governo”. Rispetto alla settimana scorsa, riporta l’Unione nazionale consumatori, “un pieno di benzina da 50 litri costa 61 centesimi in più, mentre per il gasolio la bastonata è da 3 euro e 21 centesimi“. Da inizio 2022, il costo del diesel è salito del 14,1%, pari a 11 euro e 17 centesimi in più a pieno. Per la benzina si parla del +2,4%, pari a 2,9 euro a rifornimento.
Benzina e diesel: prezzi alle stelle
Archiviata ormai la curva decrescente dei prezzi di metà estate, i prezzi di benzina e gasolio sono cresciuti senza sosta nelle ultime settimane. Il diesel per auto è tornato sopra quota 1,80 euro nella settimana dal 22 al 28 agosto (+3,69% sulla settimana precedente), mentre la “verde” è salita a 1,76 euro (+0,70%).
Analizzando i dati forniti dall’Osservatorio del Ministero dello Sviluppo Economico, si osserva come i prezzi medi dei carburanti continuino a salire. Su circa 15mila impianti di distribuzione, la benzina self si attesta a 1,771 euro/litro, ossia meno 2 millesimi (per le compagnie è a 1,776, alle pompe bianche 1,762). Il diesel, invece, è a 1,855 euro/litro, salendo di 2 punti “per le compagnie è a 1,855, alle pompe bianche 1,855).
Per quanto riguarda la modalità servito, il prezzo della super è intorno ai 1,916 euro/litro, ossia meno 2 millesimi (per le compagnie è a 1,961, alle pompe bianche 1,828). Il diesel è a 1,996 euro/litro, (+3, per le compagnie è a 2,035, alle pompe bianche 1,917). Il Gpl servito sta invece a 0,801 euro/litro, mentre il metano a 2,781 euro/kg e il GNL a 2,785 euro/kg.
In autostrada
Prezzi al solito gonfiati in autostrada, dove la benzina self è a 1,859 euro/litro e al servito 2,114 euro/litro, mentre il gasolio self è a 1,938 euro/litro e al servito 2,194 euro/litro. Il Gpl si attesta a 0,900 euro/litro, il metano a 2,565 euro/kg e il GNL a 2,724 euro/kg.
I prezzi medi
In definitiva, stando ai dati della mattina del 2 settembre, al servito la benzina arriva a un prezzo medio di 1,923 euro al litro, mentre il diesel a 2,002 euro al litro. Il Gpl oscilla tra 0,802 a 0,826 euro al litro, il metano fra 2,556 e 3,001 euro.
Perché il diesel costa più della benzina
Ma veniamo alla domanda fatidica: perché il diesel costa più della benzina? Cominciamo col sottolineare che, mentre la benzina viene utilizzata soprattutto come carburante per le autovetture private, il gasolio viene impiegato in più ambiti. Grazie al diesel (e al diesel soltanto) viaggiano tir, cargo e mezzi di trasporto pubblici (urbani ed extraurbani) e lavorano a regime anche molte fabbriche.
Lo spettro (sempre più reale) delle forniture ridotte, la minore disponibilità di gasolio a livello mondiale e la parallela crescita della domanda hanno spinto il prezzo del diesel ben oltre quello della benzina. Si tratta però del risultato finale (e ancora in divenire) di una parabola di rincaro iniziata già prima dell’invasione russa dell’Ucraina, con un primo disequilibrio nei prezzi registrato già dallo scoppio della pandemia, e legata ai minori flussi di diesel provenienti anche da altri Paesi. La maggior parte del gasolio che importiamo arriva infatti dalla Russia (60% del totale), subito seguita da Stati Uniti, Medio Oriente e India.
Finché le forniture non torneranno a livelli elevati, o comunque sufficienti, i prezzi resteranno sempre ben sopra la media.
Il ruolo delle accise
C’è infine un fattore da analizzare per avere un quadro esaustivo della situazione del gasolio: le accise. In Italia quelle sul diesel sono inferiori rispetto a quelle applicate sulla benzina, proprio perché il primo è un carburante abitualmente utilizzato più a livello “professionale”. Motivo per cui il gasolio ha ricevuto nel tempo un trattamento fiscale più favorevole. Il prezzo di questo carburante è talmente in balia degli eventi internazionali che aumenta nonostante sia sottoposto a una tassazione più leggera.