La guerra in Ucraina ha sconvolto profondamente il mondo intero, con le forze politiche internazionali che sperano si possa trovare presto una soluzione al conflitto. Lo sperano anche i comuni cittadini che, dallo scoppio della guerra a oggi hanno subito più di tutti le conseguenze dal punto di vista economico, con continui rincari a gas, energia e carburanti.
Il caro gas, come è successo con il carbone, ha portato poi a numerosi altri rincari di materie alternative che, con l’arrivo dell’inverno, hanno subito un rialzo del prezzo. Oltre al citato carbone, infatti, a subire un incremento dei costi di recente è stata anche la legna che mai come nell’ultimo periodo ha avuto un netto aumento della domanda alla quale è seguito, quasi come conseguenza logica, il rincaro.
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Non solo gas, vola il prezzo della legna
Secondo le ultime rilevazioni, infatti, il prezzo della legna è aumentato nettamente rispetto al passato. Prendendo in riferimento lo stesso periodo del 2021, con l’inverno alle porte e la minaccia del grande freddo in arrivo, il rincaro è stato forte e chi ne aveva visto un’alternativa valida ad altre materie come gas e pallet si è dovuto ricredere. Come riferito dal Parco del Ticino, dove nelle ultime settimane è arrivato un vero e proprio boom di richieste di taglio di alberi nei boschi di proprietà privata che si trovano all’interno dell’area protetta per cercare di far fronte alla grande richiesta.
Come specificato dall’Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, infatti, il caro energia ha fatto volare anche il prezzo della legna da ardere che, all’incremento della domanda e alla carenza di importazioni dovuta alla riduzione dell’export da parte di Paesi come Slovenia, Bosnia e Croazia ha fatto seguire l’aumento di oltre il 30-50% sui prezzi a tonnellata rispetto al 2021.
La traduzione, quindi, è nella corsa alla legna con privati cittadini, aziende, imprese agricole ed enti che possiedono appezzamenti a bosco di sfruttare al meglio il momento per far cassa a fronte dell’elevata richiesta in vista di un inverno in cui si paventa un razionamento del gas.
Allarme dai boschi, il timore
L’aumento del prezzo della legna e la conseguente caccia all’affare di chi possiede appezzamenti a bosco fa suonare però un chiaro campanello d’allarme. Il Parco del Ticino, per esempio, ha registrato un vero e proprio boom di richieste per il taglio degli alberi, con lo spauracchio di rivivere quanto visto nel passato bellico. Il rischio, sottolineano dall’ente, è che la storia possa ripetersi con la presa d’assedio degli alberi dei boschi per ottenere legna per riscaldarsi, con un pericolo all’ecosistema.
Ecco quindi che l’obiettivo, prima di ritrovarsi in una situazione d’emergenza e senza possibilità di tornare indietro, è quello di scongiurare tagli incontrollati dei boschi. Dal Ticino, sottolinea il Corriere della Sera, il piano è quello di preservare il capitale naturale, trovando un punto di equilibro fra il diritto di proprietà e una gestione del bosco ecologicamente corretta. L’appello da parte del consigliere delegato del Parco del Ticino Massimo Braghieri è dunque chiaro: “Il bosco è chiaramente importante anche come risorsa economica per i proprietari e per questo il Parco autorizza eventuali tagli, nel rispetto però delle buone prassi previste dalle disposizioni dell’Ente. È importante tutelare questa risorsa straordinaria, che è uno strumento fondamentale sia per la lotta ai cambiamenti climatici mediante la fissazione del carbonio all’interno del legno, sia per la conservazione degli ecosistemi e la biodiversità del nostro territorio”.