Turismo dell’olio, il futuro tra tradizione, cultura locale, tecnologia e sostenibilità

E' sempre più consueto che il turismo abbracci la olivicoltura dando vita all’oleoturismo, ovvero al turismo dell’olio. Il G7 in Puglia sarà un’occasione senza precedenti, a favore anche di questo segmento

Pubblicato: 23-5-2024 11:55Aggiornato: 23-5-2024 11:55

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

L’olivicoltura italiana, nel panorama internazionale, si è sempre contraddistinta per la produzione di eccellente qualità. L’ulivo ha sempre rappresentato i valori culturali del nostro territorio e dell’area mediterranea. Le nostre origini millenarie, la nostra identità, le tradizioni delle nostre comunità si fondono con questa pianta, il cui tronco costoluto e rugoso ha sfidato nella sua rappresentazione pittorica i più celebri pittori. Ognuno, con le proprie tecniche di pittura, ne ha dato una rappresentazione personale immortalandone la sua bellezza.

Il simbolo del prossimo G7 in Puglia

Non è un caso che un olivo antico, stilizzato, sia stato scelto dall’Italia, all’inizio della sua presidenza del G7, per rappresentare la Nazione in questo contesto internazionale.
In una nota di Palazzo Chigi si descrive la scelta: “Un olivo che collega il mare con la terra, la tradizione delle nostre radici con il futuro, e che, ramificandosi, unisce in modo dinamico e costruttivo il rapporto fra il Sud e il Nord e la cooperazione tra le nazioni del vertice. Le radici dell’albero si immergono nel Mare Nostrum. Le sette olive ai vertici dell’albero, invece, rappresentano le sette nazioni” protagoniste del forum”.
Il summit si terrà, dal 13 al 15 giugno, a Borgo Ignazia, in provincia di Brindisi.

Rimanendo nell’ambito della tradizione tutta italiana, è sempre più consueto che il turismo, altro nostro fiore all’occhiello, abbracci la olivicoltura dando vita all’oleoturismo, ovvero al turismo dell’olio.

L’olio e il turismo

L’oleoturismo è un fattore di ulteriore spinta per i produttori olivicoli e i frantoiani, in termini di fatturato e di visibilità. Trainato dallenoturismo e dalla costante crescita del turismo enogastronomico, in generale, l’oleoturismo si sta ritagliando con sempre più vigore un suo spazio, contando su una biodiversità unica al mondo e su una serie di elementi distintivi.

La filiera è, quindi, sempre più sollecitata ed è necessario che si prepari ad offrire nuove opportunità ai turisti, focalizzando l’attenzione non solo sull’esperienza del gusto, ma mirando ad esaltare la storia e la cultura di ciascun territorio, nonché tutte le proprietà derivanti dalla pianta anche per aspetti salutistici e di bellezza, con un occhio sempre attento all’innovazione.
Sostenere lo sviluppo dell’oleoturismo vuol dire puntare sulle produzioni locali, generando valore economico per il territorio circostante, con un forte impatto di natura sociale ed educativa, mettendo in risalto il valore nutrizionale dell’olio e una sana alimentazione, adottando regimi e stili di vita più salutari.

Questa diversità e corposità di proposte deve necessariamente trovare tutti gli operatori pronti professionalmente e formati adeguatamente, per fare in modo che diverse figure, con nuove competenze, possano ridisegnare il modo di fare turismo, delineare un nuovo business e favorire la divulgazione, l’educazione e la consapevolezza di vecchi e nuovi valori, di territori, di culture.

Il riconoscimento normativo attraverso le Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica e i decreti attuativi che le diverse Regioni stanno adottando (ndr. la Campania ha adottato qualche giorno fa la sua legge sull’oleoturismo, per citare l’ultimo riferimento normativo in ordine temporale) contribuisce a far acquisire sempre più consapevolezza in merito a  questa attività turistica.

Linee guida per l’esercizio dell’attività oleoturistica

E’ entrato in vigore il 15 febbraio 2022 il decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 26 Gennaio 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2022, che indica le “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica”.

Il decreto nasce dalla consapevolezza dell’importanza delle origini e delle potenzialità del turismo dell’olio, come fenomeno culturale ed economico, capace di offrire importanti opportunità per la crescita del nostro Paese. Considerata l’importanza della valorizzazione delle aree ad alta vocazione olivicola e delle produzioni olivicole del territorio si è ritenuto opportuno, per qualificare l’accoglienza nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato, di promuovere l’oleoturismo quale forma di turismo dotata di specifica identità, indicando i requisiti e standard minimi di qualità per lo svolgimento dell’attività oleoturistica.

Definizione di Oleoturismo

 Secondo la definizione di oleoturismo, proposta dal Decreto, sono considerate attività oleoturistiche:

 Requisiti e standard minimi di qualità

Fermi i requisiti generali, quelli di carattere igienico-sanitario e di sicurezza, sono considerati requisiti e standard di servizio per gli operatori che svolgono attività oleoturistiche:

L’abbinamento ai prodotti olivicoli aziendali finalizzato alla degustazione deve avvenire con alimenti da intendersi quali prodotti agro-alimentari preparati dall’azienda stessa, anche manipolati o trasformati, pronti per il consumo, escludendo la somministrazione di preparazioni gastronomiche, nel rispetto delle discipline e delle condizioni e dei requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa vigente, e prevalentemente legati alle produzioni locali e tipiche della regione in cui è svolta l’attività oleoturistica: DOP, IGP, STG, prodotti di montagna, prodotti che rientrano nei sistemi di certificazione regionali riconosciuti dalla UE, prodotti agroalimentari tradizionali presenti nell’elenco nazionale pubblicato ed aggiornato annualmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, della regione in cui è svolta l’attività oleoturistica.

La promozione

Con questo Decreto le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano possono promuovere autonomamente, o in collaborazione con le organizzazioni più rappresentative dei settori olivicolo e agroalimentare, con gli enti preposti o abilitati, nonché con le Strade dell’olio e del vino, nei territori dove sono presenti, la formazione teorico-pratica per le aziende e per gli addetti, anche al fine di garantire il rispetto dei requisiti e degli standard minimi previsti e di assicurare il miglioramento della qualità dei servizi offerti.

Comprendere i desideri dei turisti

Capire e anticipare i desideri dei viaggiatori diventa un elemento essenziale per distinguersi e pianificare correttamente l’offerta. Secondo i dati diffusi dal Primo Rapporto sul Turismo dell’Olio, alla cui stesura hanno collaborato l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano e l’Associazione italiana del Turismo Enogastronomico, emerge che:

Il turista, però, è anche alla ricerca di proposte dallo spiccato carattere ludico, ricreativo e creativo.

L’età influenza le aspettative e le richieste dei turisti

Se l’interesse verso il turismo dell’olio è generalmente alto, è da notare che subisce delle oscillazioni in base all’età del turista. Secondo il Primo Rapporto sul Turismo dell’Olio emerge che gli over 54 tendono ad apprezzare maggiormente proposte più tradizionali, quali visite, degustazioni ed acquisti di olio.
I più giovani (25-44) mostrano un’attenzione più alta della media verso tutte le esperienze attive, dalle cene nei vigneti alla raccolta delle olive, passando per i corsi di foraging, sopravvivenza e d’arte, senza disdegnare quelle più tradizionali.
Fa eccezione la Generazione Z. Il loro interesse tende ad essere minore e ciò suggerisce la necessità di trovare nuove modalità per rendere l’esperienza oleoturistica in azienda più attrattiva per questo target così importante in prospettiva.

Oleoteche e musei dell’olio

Il desiderio di scoprire a 360 gradi questo mondo fa emergere nuove forme esperenziali come le oleoteche e i musei dell’olio. Il 62% dei turisti italiani vorrebbe assaggiare le produzioni locali e apprezzare le caratteristiche dell’olio EVO, accompagnando questo viaggio esperienziale e del gusto con la lettura di carte dell’olio, così da indirizzare al meglio le proprie scelte di degustazione e di acquisto.
L’interesse è alto per quanto riguarda le oleoteche (61%). Le oleoteche sono luoghi in cui vi è la possibilità di acquistare i prodotti locali, ma, anche, di partecipare a workshop, degustare gelati e cocktail all’EVO, ricette tipiche delle tradizioni regionali.
E’ importante vedere, inoltre, come stanno prendendo sempre più piede i musei dell’olio. Siano essi pubblici o privati, si prefiggono il compito di raccontare l’olio in modo coinvolgente e attraverso differenti esperienze multimediali e multifunzionali.

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