Il ministro dell’Economia Giorgetti ha annunciato che il calo della crescita del Pil italiano rispetto alle previsioni del Governo ha ridotto le risorse disponibili in manovra. Per questa ragione sarà necessario trovare nuovi fondi ma senza introdurre nuove tasse vista l’opposizione interna alla maggioranza su questa ipotesi.
Giorgetti ha quindi annunciato tagli, che saranno lineari causati del fatto che i ministeri non hanno presentato i piani di spending review richiesti dal ministro. La Sanità non dovrebbe essere toccata, pur essendo una delle voci di maggiore spesa per lo Stato tra quelle che è possibile tagliare. Si punta a risparmiare su altre spese delle amministrazioni locali e sugli sprechi della Pubblica amministrazione.
I tagli lineari di Giorgetti: perché sono necessari
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che nella prossima legge di bilancio, che dovrà allocare i fondi dello Stato per il 2025, ci saranno dei tagli. La misura si è resa necessaria per recuperare fondi al fine di rifinanziare il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef anche per quest’anno e bloccare quello che altrimenti sarebbe un aumento delle tasse per gli italiani.
Il problema principale per Giorgetti è l’opposizione della sua maggioranza a nuove tasse, che permetterebbero di evitare i tagli. A questo si unisce la reticenza degli altri ministri a presentare piani di spending review, che hanno costretto il ministero dell’Economia a considerare tagli lineari, basati quindi sulle esigenze di cassa e non su quelle dei ministeri stessi.
Dove può tagliare il Governo
Le voci più gravose del bilancio dello Stato sono molte, ma poche si prestano a tagli:
- rimborso del debito pubblico e pagamento degli interessi sul debito: 417,4 miliardi di euro;
- relazioni con le autonomie locali (soprattutto spesa sanitaria): 147,4 miliardi di euro;
- politiche previdenziali (pensioni): 135 miliardi di euro;
- politiche economico-finanziarie: 119 miliardi di euro;
- competitività e sviluppo delle imprese: 63 miliardi di euro;
- politiche sociali e della famiglia: 63 miliardi di euro;
- istruzione: 52 miliardi di euro;
- difesa 29 miliardi di euro.
Il debito non può essere aumentato, quindi il suo rimborso e il pagamento degli interessi, che se fosse una voce a se stante sarebbe al quinto posto con 91 miliardi allocati per il 2024, non possono essere oggetto di tagli. Allo stesso modo le pensioni e le altre politiche previdenziali non saranno tagliate. Difficile, in questo contesto geopolitico, tagliare le spese di Difesa, mentre è l’indirizzo politico del Governo a impedire i tagli alle spese alla famiglia.
Una buona parte delle Relazioni con le autonomie locali riguarda la Sanità, che Giorgetti ha promesso di non ridurre. Difficile anche togliere risorse alle politiche economico-finanziarie e alla competitività con la crescita che rimarrà di molto al di sotto dell’1%. Di conseguenza rimangono solo l’istruzione e le spese minori come trasporti, sviluppo del territorio e università, tutte sotto i 20 miliardi all’anno.
Una delle ipotesi che Giorgetti starebbe considerando è quella di razionalizzare le risorse date ai comuni, una prospettiva che però spaventa i sindaci: “Ulteriori ipotesi di tagli sul comparto dei Comuni, o comunque di richiesta di contributo per il risanamento della finanza pubblica, diventerebbero veramente estremamente gravosi, soprattutto per tutta una serie di enti che hanno già difficoltà e sono già in crisi di vario genere” ha detto in Commissione Bilancio di Camera e Senato il delegato Anci per la finanza locale e sindaco di Novara, Alessandro Canelli.