Da alcuni giorni si consuma uno scontro fra il Governo ed i giudici della Corte dei Conti, organismo che “sorveglia” il bilancio e le spese dello Stato e degli Enti pubblici. Tema del contendere è l’attuazione del PNRR e lo stato di avanzamento dei progetti ma anche l’opportunità della proroga del cosiddetto “scudo penale”. Per il Governo risponde il Ministro per gli Affari Europei, Coesione, Sud e PNRR Raffaele Fitto, impegnato in questi giorni nelle consultazioni con le Regioni prima dell’approvazione della consueta relazione semestrale da parte della cabina di regia.
Qui una sintesi di tutti i progetti inseriti nel PNRR. Per approfondire il tema della riforma del piano di resilienza si può leggere questo articolo, mentre qui si dà conto delle preoccupazioni di Bruxelles sulla mancata attuazione.
Il caso dello “scudo erariale”
Ultimo episodio della vicenda che si trascina dal weekend sono le critiche dei giudici contabili allo “scudo erariale”. I giudici della Corte dei Conti, infatti, hanno espresso “sconcerto e stupore” sulla decisione del governo di prorogare la norma che “limita” e riduce gli ambiti di competenza della magistratura contabile in relazione al PNRR.
La norma sullo “scudo erariale” – introdotta in via temporanea all’articolo 21 del d.l. n. 76/2020 – inibisce la funzione di “controllo concomitante” affidata alla Corte e limita la possibilità di contestare il danno erariale solo ad alcuni casi più rilevanti. La norma, ora in scadenza, vorrebbe essere prorogata dal governo ed inserita nel Decreto PA per semplificare l’attuazione del PNRR.
E così l’Associazione Magistrati della Corte dei conti, in accordo con i vertici dell’organo giurisdizionale, ricorda di aver “sempre mostrato disponibilità al dialogo affinché potessero essere introdotte riforme meditate, frutto di una pacata riflessione, per adeguare le forme di controllo, anche giurisdizionale, alle sfide attuali”, ma rileva che lo scudo penale abbia “aperto uno spatium di impunità che va a vantaggio del funzionario infedele e di chiunque sperperi le risorse pubbliche”.
Lo scontro sull’attuazione del PNRR
Le critiche esplicite dei giudici contabili sono giunte dopo un weekend ad alta tensione e dopo il botta e risposta sullo stato di attuazione del PNRR. Una relazione della Corte dei Conti segnalava infatti che, su un totale di 32,7 miliardi a disposizione del governo nel primo semestre 2023, sarebbero stati spesi solo 1,1 miliardi.
Numeri che Fitto ha immediatamente contestato, sottolineando che “nei prossimi mesi partiranno le rendicontazioni di molti progetti e interventi” ed aggiungendo che “sarebbe auspicabile un approccio costruttivo della Corte dei Conti, che potrebbe supportare tutti i soggetti attuatori nella fase di rendicontazione, di campionamento, e di verifica del raggiungimento dei risultati, elaborando format, sistemi di autocontrollo che semplificherebbero i compiti dei singoli soggetti attuatori”.
“L’attuazione del PNRR è una sfida per tutto il Paese, come ci ricorda sempre il presidente Mattarella. – ha rimarcato il Ministro – Serve un approccio costruttivo da parte di tutti, affinché i progetti si realizzino e si rendicontino in modo adeguato”.
Attesa per la cabina di regia
A questo punto non resta che guardare alla prossima riunione della cabina di regia, domani 31 maggio, ed attendere il via libera alla relazione semestrale sul PNRR, che offrirà numeri più precisi sullo stato di avanzamento dei progetti e delle voci di spesa.
Nel frattempo, Fitto sta incontrando i governatori delle regioni – ieri è stata la volta di Basilicata, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Abruzzo, Lombardia e Toscana – con l’obiettivo di “ottimizzare le possibili sinergie tra le misure delle politiche di Coesione programmazione 2014-2020, 2021-2027 e il PNRR, facendo il punto sullo stato dell’arte dell’attuazione dei programmi, a partire da quelli della programmazione 2014-2020”.
“Una ricognizione che consentirà l’impiego ottimale dei fondi fino a oggi non gestiti in maniera sinergica ed efficiente, con ovvie ricadute sulla disparità tra i territori” – sottolinea Fitto – “un percorso collaborativo necessario per correggere gli errori del passato e puntare agli interventi strategici che consentano all’Italia di allinearsi al livello che merita e che l’Europa ci richiede”.