Fondi, unit linked, BTP: quali sono le preferenze degli italiani

L'ultimo rapporto trimestrale di Assoreti fornisce una mappa delle preferenze di investimento dei risparmiatori

Pubblicato: 13 Novembre 2023 14:23

QuiFinanza

Redazione

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L’aumento dei tassi di interesse e la strategia di politica monetaria hanno avuto riflessi anche sulle preferenze di investimento degli italiani che, in precedenza orientate sui fondi comuni e sui prodotti assicurativi, in alternativa alla liquidità, si sono riorientati sui vecchi titoli di Stato e sul mercato obbligazionario, che mostrano oggi rendimenti piuttosto interessanti. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto trimestrale di Assoreti,  l’Associazione delle Società che offrono servizi di consulenza agli investimenti, attualmente guidata da Massimo Doris.

“La gestione del risparmio degli italiani assistiti dalle Reti Associate sta dando risposte adeguate in un contesto ancora complesso”, ha ammesso il Presidente Doris, spiegando “l’orientamento della consulenza finanziaria è sempre più allineato ad un approccio olistico e integrato, dove la programmazione degli investimenti e la diversificazione del portafoglio rappresentano fattori determinanti per una corretta gestione dei risparmi”.

Il patrimonio in gestione delle reti

Alla fine del 3°  trimestre il valore del patrimonio complessivo era pari a 746 miliardi di euro, in leggera contrazione rispetto a giugno (-0,1%) ma ancora in crescita rispetto a fine 2022 (+6,7%).

La valorizzazione complessiva di strumenti finanziari (gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi/previdenziali) è pari a 631,1 miliardi di euro, risultato in crescita del 9,3% su fine 2022 e rappresentativo dell’84,6% del patrimonio..

La quota investita in prodotti del risparmio gestito si attesta a 471,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,3% (il 63,2% del portafoglio), mentre la valorizzazione degli strumenti finanziari amministrati aumenta a 159,7 miliardi di euro, con un aumento del 37,3% (il 21,4% del patrimonio). La liquidità scende a 115 miliardi (-5,5% rispetto a dicembre 2022), con un’incidenza in portafoglio pari al 15,4%.

Non brillano i fondi comuni

Il patrimonio dei fondi (OICR) si attesta 202,7 miliardi di euro, con un decremento dell’1,5% sul trimestre precedente ed una crescita del 3,3% rispetto a fine 2022, per un’incidenza complessiva sul portafoglio che si attesta a 27,2%. I fondi aperti di diritto estero rappresentano il 24% del portafoglio con 178,7 miliardi di euro mentre i prodotti di diritto italiano valgono 21,1 miliardi (2,8% del portafoglio).

Comparto assicurativo in chiaroscuro

Il comparto assicurativo vede scendere le masse a 175,4 miliardi di euro (-0,3%), con un’incidenza in portafoglio in calo al 23,5%. La flessione coinvolge in particolare i prodotti vita tradizionali (-7,3%) e solo più marginalmente i prodotti multiramo (-0,8%), mentre le unit linked aumentano del 3,5%. Crescono anche i prodotti prettamente previdenziali (+7,9%) e raggiungono i 17 miliardi.

Tornano alla carica i BTP People

Quanto al risparmio amministrato, nei primi nove mesi dell’anno, sotto la spinta dei volumi di raccolta, raddoppia il patrimonio investito in titoli di Stato (+95,2%), ora pari a 52,4 miliardi di euro e con un’incidenza del 7%. Grazie ad una maggiore propensione al rischio dei risparmiatori, crescono anche le altre tipologie di strumenti finanziari, in particolare le obbligazioni corporate (+34,3%) per un totale di 27,4 miliardi di euro ed i titoli azionari (+10,1%) per un valore di 50,5 miliardi.

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