Dal DEF alle nomine delle partecipate statali: saranno diversi e cruciali i temi al vaglio del CdM questa sera. E’ atteso un miglioramento della stima del PIL, ma la parola d’ordine del titolare all’Economia Giancarlo Giorgetti sarà “prudenza” di fronte ad un 2023 in salita e ad un 2024 che sancirà l’uscita definitiva dallo stato emergenziale ed il ritorno del patto di Stabilità.
Le attese sul PIL
Il governo Meloni punta a centrare una crescita dell’1% quest’anno, più alta di quanto previsto, rispetto al 2022 quando il PIL è cresciuto del 3,7%. Il quadro tendenziale stima un PIL leggermente inferiore a +0,9%, e per il 2024 si prevede una crescita programmatica all’1,4%. Una previsione indubbiamente più ottimistica di quelle formulate in autunno, quando si attendeva una frenata più pronunciata dell’economia mondiale, e di quelle indicate a febbraio dalla Ue.
Deficit verso rientro al 3% nel 2024
Per quanto riguarda il deficit, le stime lo indicano al 4,5% del PIL nel 2023, a fronte di un quadro tendenziale che lo vede al 4,35%, mentre per il 2024 si stima un deficit/PIL al 3%. La differenza rispetto al quadro tendenziale consentirebbe a reperire qualche risorsa in più (2-3 miliardi) per avere un margine d’azioni nella prossima Manovra.
Il debito pubblico italiano è atteso invece assestarsi al 144,4% nel 2023, mentre le stime programmatiche lo vedono scendere al 140,9% nel 2025.
La partita delle nomine pubbliche
Il toto nomine è già partito da tempo ed i temi sono ormai maturi per fare qualche nome per il rinnovo dei vertici delle partecipate statali. In ballo vi sono gli Ad di società come Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo. Cosa accadrà ai manager attualmente alla guida di queste società? Saranno rinnovati o rimpiazzati?
Si punta a fare qualche nome prima della partenza del Ministro dell’Economia per Washington, anche perché le assemblee per il rinnovo dei vertici sono tutte in calendario entro fine mese. La prima quella di MPS il 20 aprile per arrivare a metà del mese prossimo con le assemblee di Eni, Enel e Terna.
Se da un lato la Premier Giorgia Meloni sarebbe intenzionata a riconfermare chi ha fatto bene, dall’altra vi sono dei punti fermi: pacifica la conferma di Claudio Descalzi quale Ad di Eni e Matteo Del Fante alla guida di Poste, mentre è già chiaro che non ci sarà riconferma anche degli Ad di Enel, Francesco Starace, e Leonardo, Alessandro Profumo. Per Enel si fa il nome di Stefano Donnarumma, che lascerebbe scoperta la poltrona di Terna per la quale di fa il nome di Giuseppina di Foggia. Per il ruolo di Ad in Leonardo si dava già per scontata la sostituzione di profumo con Lorenzo Mariani, ma non è escluso un posto per l’ex ministro Roberto Cingolani, ora consulente del governo.