Prosegue con successo l’operazione di italianizzazione del debito pubblico, che a fine 2023 ammontava a 2.863 miliardi di euro circa. Le ultime operazioni di rifinanziamento con Btp Valore hanno riportato “a casa” una larga fetta del debito, garantendo una maggiore stabilità e mettendo l’Italia al riparto dalla volatilità causata dalla speculazione.
Raccolta record per il Btp Valore
Il MEF ha confermato ieri che l’ultima offerta di Btp Valore, svoltasi la scorsa settimana, ha raccolto 18.316,424 milioni di euro a fronte di 656.369 contratti conclusi, con un taglio medio di 27.906 euro. Si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto – spiega il tesoro – ma anche per numero di contratti registrati in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori (retail), a cui è esclusivamente destinato il Btp Valore.
Nel dettaglio, dei 656.369 contratti conclusi sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) circa il 67% è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si raggiunge circa il 91% del totale.
La gran parte è andata alle famiglie
Sempre il MEF conferma che, in base alle informazioni raccolte dai Dealer, Co-Dealer ed altri intermediari, si può desumere una partecipazione di investitori retail significativamente prevalente rispetto a quella del private banking, con una quota pari al 74%. All’interno della quota sottoscritta dagli investitori retail si stima che circa il 55% abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie e gli uffici postali (sia recandosi fisicamente in filiale sia a distanza), mentre il restante 45% attraverso l’home banking. Per quanto riguarda la ripartizione geografica degli ordini ricevuti, la quasi totalità degli ordini è risultata provenire da investitori domestici.
Raddoppiata la quota di debito in mano alle famiglie
Secondo l’ultima indagine Bankitalia, a novembre 2023, la quota di titolo di Stato (BOT e BTP) in mano a famiglie e imprese era arrivata oltre i 320 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale del debito ed in forte aumento rispetto all’8,9% dell’ottobre 2022, data di insediamento del governo Meloni. L’aumento della quota in mano alle famiglie è stata controbilanciata dal calo della quota in mano a Bankitalia (-1,8 punti percentuali), banche (-2,8), fondi e assicurazioni (-0,5).
Dati confermati da una recente indagine della FABI – Federazione autonoma bancari italiani, secondo cui la quota di titoli di Stato in mano ai piccoli risparmiatori è più che raddoppiata negli ultimi due anni: a dicembre 2021 il debito risultava pari a 2.572 miliardi ed il mercato retail aveva il 6,4% delle obbligazioni emesse dal Tesoro, ma è stato nel 2023 che si è avuta una accelerazione del processo di internalizzazione del debito, grazie all’offerta dei Btp Italia e Btp Valore, che ha portato le famiglie a detenere il 13,5% dei titoli pubblici (fra BOT e BTP) rispetto ad un debito che ammontava a 2.867 miliardi.