La contraffazione del Made in Italy continua a diffondersi in tutto il mondo a un ritmo sempre più rapido. Nel 2023 la Guardia di Finanza ha sequestrato un numero di prodotti vicino ai 700 milioni, con un incremento rispetto al 2022 di oltre il 150%. Un risultato ottenuto nonostante la quantità degli interventi delle forze dell’ordine sia rimasta simile.
I beni più contraffatti rimangono i capi di abbigliamento, che rappresentano più di un terzo della mole di merce sequestrata. Seguono i giocattoli, in buona parte dei casi per questioni di sicurezza, e più distanti i beni elettronici.
I numeri dei sequestri del Made in Italy nel 2023
Il 2023 è stato un anno record per i sequestri di beni portati a termine dalla guardia di finanza. Secondo i dati della Corte dei Conti, che ha redatto il Rendiconto generale dello Stato, lo scorso anno sono stati oltre 703 milioni i prodotti intercettati dalle fiamme gialle. Un aumento del 150% sull’anno precedente, più di 200 milioni in più del 2021 e circa il triplo dell’ultimo dato precedente alla pandemia.
Un’esplosione che riguarda praticamente ogni settore degli interventi della Guardia di Finanza sui beni da sequestrare. La contraffazione è triplicata, passando da 26 a 96 milioni di prodotti. Quasi quintuplicata la pirateria, da 9 a 41 milioni. Sfiorano il raddoppio i beni ritirati per ragioni di sicurezza, passando da 213 milioni a quasi 400, ma è la protezione del Made in Italy a far registrare l’incremento più significativo.
La tutela contro i beni che si spacciano per italiani è passata dai 20 milioni di prodotti sequestrati nel 2022 a 165 milioni nel 2023. Un numero paragonabile soltanto ai 142 milioni del 2020 negli ultimi 5 anni. Una situazione che colpisce principalmente il settore della moda, che ha fatto registrare un incremento senza precedenti in tempi recenti per quanto riguarda la mole di prodotti sequestrati.
La moda dei “dupe” e il problema della contraffazione
Accanto alla moda, si confermano in crescita estrema anche i sequestri di giocattoli. La ragione però non è la contraffazione, quanto i problemi di sicurezza per i bambini riscontrati in molte merci vendute nel nostro Paese. Rimane sostanzialmente stabile la terza categoria che subisce il maggior numero di sequestri, quella dei prodotti elettronici.
È però la moda i settore che teme di più in assoluto la contraffazione. Tolto il 2020, anno in cui i dati sui sequestri sono risultati falsati dagli effetti della pandemia e del lockdown, la mole di prodotti di questo segmento sequestrati nel nostro Paese è rimasta simile, tra i 35 e i 50 milioni di pezzi all’anno. Nel 2023 invece il risultato è stato quintuplo rispetto al peggiore anno recente, il 2019.
265 milioni di capi di abbigliamento e accessori risultati contraffatti e quindi sequestrati dalla guardia di finanza prima che potessero entrare in commercio. Una tendenza alimentata dall’imperversare, soprattutto tra 2022 e 2023, della moda dei “Dupe”.
Il termine proviene dall’inglese duplicate (duplicato, doppione) e individua la moda diffusa tra i giovani di acquistare prodotti contraffatti che imitano quelli di famosi marchi di moda, tanto che Instagram è diventato il social dei marchi contraffatti, e TikTok non è da meno. L’obiettivo è quello di ottenere lo status che indossare questo tipo di capi comporta, senza spendere le cifre spesso elevatissime, necessarie ad acquistare beni originali.