Produzione industriale in calo a settembre 2024, crollo dell’auto: -15%

Cala ancora la produzione industriale italiana, auto e lusso trascinano in basso l'economia del Paese

Pubblicato: 8 Novembre 2024 12:10

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Altro calo per la produzione industriale italiana. I dati di settembre rilevano una diminuzione dello 0,4%, un dato migliore rispetto alla media del trimestre, che si attesta a -0,6% rispetto al periodo precedente, ma comunque negativo. Da una parte pesa ancora il calo del costo dell’energia, ma sono le due gravi crisi industriali in corso nel Paese, lusso e automotive, che stanno rallentando l’economia italiana.

A settembre la fabbricazione di mezzi di trasporto ha fatto rilevare un calo del 15,4%, dovuto soprattutto alla crisi del settore automotive a seguito della transizione energetica. Anche il tessile scende a doppia cifra, –10,7%, per la crisi del lusso.

Cala ancora la produzione industriale Italiana

L’Istat ha diffuso i dati sulla produzione industriale italiana a settembre 2024. L’Istituto di statistica ha rilevato un calo dello 0,4% nel mese di settembre rispetto ad agosto. Un dato che conferma il calo di questo parametro ormai costante dal primo trimestre del 2023. Ne consegue che anche a livello trimestrale, il dato sia negativo, con un -0,6% del terzo trimestre sul secondo.

Su base annua, il mese di settembre conferma un calo della produzione industriale italiana di circa il 4% negli ultimi 12 mesi. Un crollo che non esclude nessun settore, con la riduzione più rilevante per i beni strumentali (-5,1%) e quelli intermedi (-4%) di cui fanno parte alcuni dei settori più colpiti dalle recenti crisi industriali, automotive e lusso. Male però anche i beni di consumo (-3,5%), mentre la produzione di energia limitai danni (-1,6%).

Limitatamente a singoli settori si possono anche ravvisare alcuni segnali di crescita. La fabbricazione di apparecchiature elettriche cresce di quasi il 6%, largamente la migliore a livello nazionale. Segue quella di computer e prodotti per l’elettronica, che dopo un lungo periodo di crisi dopo la pandemia da Covid-19 ritrova un momento positivo (+1,9%). Anche l’attività estrattiva, pur rimanendo marginale per l’economia del nostro Paese, cresce dell’1,8%.

Le ragioni dietro al crollo: le crisi di lusso e auto

Le ragioni per cui il nostro Paese sta vivendo un momento complicato dal punto di vista della produzione industriale sono principalmente due crisi industriali che hanno colpito settori cruciali della nostra economia: l’automotive e il lusso. In entrambi i casi si tratta di difficoltà dovute a questioni internazionali e a cambiamenti all’interno dei rispettivi mercati di riferimento che le aziende del nostro Paese non sembrano in grado di affrontare.

Nell’ambito automotive la crisi di Stellantis sta colpendo duramente gli impianti italiani. La multinazionale che include buona parte dei marchi dell’ex gruppo Fiat produce la quasi totalità del volume e del valore nel settore in Italia, ma a Settembre ha immatricolato solo 29mila auto, il 33% in meno dell’anno precedente. Ma è l’interno mercato dell’auto a essere in crisi, soprattutto a causa dell’aumento dei costi legato alla transizione verso la motorizzazione elettrica.

Il lusso invece sta soffrendo le tensioni internazionali. Per anni i grandi marchi della moda italiani hanno avuto nella Russia di Putin e nella Cina i loro principali mercati. Oggi però i rapporti dei due Stati con l’Occidente sono peggiorati ed entrambe le economie hanno frenato a tal punto da far crollare le esportazioni, con conseguenze dirette sui distretti industriali nel nostro Paese.

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