Prestiti alle imprese in calo per la prima volta dal 2015, a conferma che la politica restrittiva della BCE sta colpendo la linfa vitale dell’economia, ma la lotta all’inflazione ha la priorità e l’Eurotower non p0revede allentamento monetario nel breve. I dati pubblicati ieri dalla BCE sono un monito per l’economia dell’Eurozona che rischia seriamente una recessione.
Prestiti alle imprese in contrazione
A ottobre, i prestiti alle imprese non finanziarie hanno registrato una contrazione dello 0,3%, la prima dal 2015, che si confronta con la crescita dello 0,2% registrata a settembre dello 0,7% riportata ad agosto, del 2,2% a luglio e del 3% a giugno.
Un trend che conferma un progressivo rallentamento nel corso del terzo trimestre dell’anno e che colpisce proprio il motore della crescita dell’economia, le imprese, giacché i finanziamenti alle famiglie riportano un rallentamento meno marcato.
Rallentano i finanziamenti alle famiglie
Frenano anche i finanziamenti alle famiglie, il cui tasso di crescita annualizzato si assesta ad ottobre allo 0,6% dallo 0,8% di settembre.
Più preoccupante la massiccia frenata della quantità di moneta in circolazione o massa monetaria M1 (M2 la misura più completa) che ha fatto segnare un -10% dal -9,9% precedente e la massa monetaria M3, che comprende anche i depositi e libretti postali, considerata un buon indicatore della crescita economica futura, che fa segnare un -1% dal -1,2% precedente. Qui per .
BCE non taglierà i tassi nel 2024
Nonostante questi dati un po’ allarmanti, che preannunciano l’arrivo di una recessione nell’Eurozona, la BCE mantiene un atteggiamento austero ed esclude categoricamente un possibile taglio dei tassi nel 2024.
Dopo la Presidente Lagarde anche il governatore della Bundesbank. Joachim Nagel ha escluso questa possibilità, affermando che “l’inflazione è rimasta troppo elevata per troppo tempo e quindi è troppo presto per dichiarare vittoria sull’inflazione”.
“La politica monetaria deve mantenere la rotta”, ha ribadito il banchiere tedesco, confermando una impostazione hawkish della politica monetaria e ribadendo che i tassi di interesse sono “attualmente a livelli che daranno un contributo sostanziale al ritorno tempestivo dell’inflazione al target. Ma è necessario che questi livelli siano mantenuti per un periodo sufficientemente lungo“.
“Ciò non significa necessariamente che l’attuale ciclo di rialzi sia ormai terminato. Naturalmente, potrebbe darsi che, se le prospettive di inflazione peggiorassero, potremmo dover aumentare nuovamente i tassi”, ha chiarito Nagel, riprendendo quanto affermato alla vigilia da Lagarde ed aggiungendo “sarebbe quindi prematuro abbassare presto i tassi di interesse o speculare su tali misure”.
La Presidente dell’Eurotower aveva detto il giorno prima che “non è il momento di cantare vittoria” contro l’inflazione, ma “dobbiamo restare attenti alle differenti forze che influiscono sull’inflazione e fermamente concentrati sul nostro mandato di stabilità dei prezzi”. “Ci attendiamo che mantenere i tassi ai livelli attuali abbastanza a lungo – aveva ribadito – darà un contributo consistente al ripristino della stabilità dei prezzi”.