È innegabile come il Covid abbia avuto un netto impatto sul settore dei viaggi aerei. Le compagnie, lowcost e non, hanno infatti evidentemente aumentato le tariffe dei biglietti. Ciò al fine di tentare di recuperare quanto perso durante i lockdown imposti. Il tutto sulla scia della spinta a viaggiare dovuta alle tante restrizioni patite. Il primo allarme Covid però risale a più di quattro anni fa, ormai, il che si traduce in un necessario cambio di strategia, con prezzi rivisti al ribasso.
Viaggi in aereo, perché risparmieremo
Gli ultimi quattro anni sono stati colmi di eventi drammatici, il cui impatto è stato globale e non può di certo ancora dirsi concluso. Nel 2020 il mondo è stato attanagliato dalla pandemia di Covid-19 che, nonostante numeri decisamente più incoraggianti e vaccini sviluppati, non rappresenta ancora uno spauracchio da poter rimuovere dalle nostre vite.
A ciò si è aggiunto il conflitto in Ucraina, che ha raggiunto una fase drammatica con l’invasione della Russia di Putin. Precipitata inoltre la situazione legata al conflitto israelo-palestinese. In un mare di sangue e devastazione, l’Europa (e non solo) fa i conti anche con un costo della vita stravolto e rivisto nettamente al rialzo.
In questo scenario è naturale che le compagnie aeree debbano fare i conti con una rivisitazione delle proprie tariffe. Il riferimento non va alla questione bagagli in cappelliera a pagamento, contro la quale l’Ue sta tentando di lottare, bensì ai costi dei biglietti. Il rischio, proseguendo sulla strada della fase post Covid, è quello di vedere velivoli sempre più vuoti. Ecco spiegato, dunque, cosa sta portando le compagnie verso una nuova consapevolezza.
Previsioni negative
Allo stato attuale, sempre più compagnie aeree evidenziano previsioni negative per l’anno in corso. Basti pensare a Lufthansa che, nonostante abbia fatto un passo importante con l’operazione Ita Airways, ha tagliato le previsioni degli utili per la seconda volta in sei mesi. Si prevedono grandi difficoltà nel tentare di raggiungere il pareggio.
Situazione complessa anche in casa Ryanair, con gli analisti di UBS certi che la politica del calo dei prezzi dei biglietti aerei non ripagherà. L’obiettivo è quello di mantenere elevata la domanda ma i risultati ne risentiranno, in ultima analisi.
È stato calcolato come il vettore irlandese abbia tagliato le proprie tariffe del 6% nel secondo trimestre, così come del 3% nel terzo trimestre.
I dati non potrebbero essere più chiari. Dopo due anni di costanti aumenti dei prezzi della vita, tra inflazione, bollette e carrello della spesa, sempre meno persone sono disposte a sborsare cifre fuori mercato, rispetto agli anni pre Covid, per poter partire per le vacanze (estive e non solo).
Non si può parlare di crisi del settore, ovviamente, ma occorre individuare un nuovo equilibrio. Ciò risulta di fondamentale importanza oggi più che mai. Si prevedono infatti aumenti legati ai progetti di tutela dell’ambiente dell’Unione europea. I passeggeri saranno sempre meno disposti a sopportare i rincari. Non è da escludere, così, un punto di rottura, per ripensare l’intero settore.
Nel frattempo l’andamento del prezzo delle azioni sottolinea uno scossone, anche se non per tutti:
- Lufthansa: -26% da inizio 2024;
- Air France-KLM: -39% da inizio 2024;
- IAG (British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus: +12% da inizio 2024;
- Wizz Air: +1,5% da inizio 2024.