Razzo cinese in caduta libera: quali sono i rischi per l’Italia

Tre traiettorie, tra quelle possibili, che interessano l'Italia, e la Protezione Civile ha stilato alcuni consigli da seguire in questi casi

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Redazione

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L’Agenzia Spaziale Italiana ha fornito i dati aggiornati sul rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore spaziale cinese PRC-CZ5B, i cui detriti potrebbero cadere su aree abitate. Ecco quanto è emerso dal tavolo tecnico a cui hanno partecipato l’Asi, i rappresentanti dell’Ufficio del consigliere militare della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Interno e del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Centro Space Situational Awareness dell’Areonautica, del Ministero della Difesa – Covi, del Ministero degli Esteri, dell’Enac, dell’Enav, dell’Ispra e la Commissione di Protezione Civile della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, aperto dalla mattina del 28 luglio per monitorare la traiettoria del razzo.

Il razzo cinese colpirà l’Italia? Cosa sappiamo e quali regioni sono a rischio

Dai lavori tecnici, dichiarati conclusi da Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, è emerso che è possibile escludere la caduta di uno o più frammenti del razzo cinese sul territorio dell’Italia. Nonostante questo, gli enti italiani continueranno a monitorare il rientro incontrollato del razzo cinese sulla Terra.

Tra le traiettorie possibili della caduta dei detriti del Long March 5B prevista per la tarda serata e la notte del 30 luglio, sono tre quelle che potrebbero interessare l’Italia. E in particolare il Centro e il Sud, coinvolgendo il Lazio, il Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Calabria, la Sardegna e la Sicilia. Tuttavia, come già detto, appare improbabile che il lanciatore cada sulla Penisola. Secondo l’Agenzia spaziale cinese, i frammenti del razzo dovrebbero cadere nell’Oceano.

Cosa fare per proteggersi in caso di caduta di frammenti di razzi dal cielo

La possibilità che si verifichi un evento di questo tipo, con impatti sulla terraferma in aree abitate, è molto bassa. Dunque non esistono indicazioni precise in ambito internazionale per difendersi. La Protezione Civile ha tuttavia stilato un elenco di comportamenti di autotutela che la popolazione che si trova nei territori potenzialmente esposti all’impatto dovrebbe seguire in questi casi.

Non è la prima volta che un razzo cinese rischia di colpire l’Italia, è successo anche l’anno scorso: ve ne abbiamo parlato qui. Anche in quel caso non ci furono pericoli per l’Italia. Segno del fatto che si tende a fare allarmismo su problemi inesistenti e sottovalutare invece quelli che dovremmo affrontare con urgenza. Ad esempio vi abbiamo parlato qui del fatto che nei telegiornali italiani le notizie sul clima sono meno dell’1%. E solo pochi giorni fa abbiamo superato l’Overshoot Day, il “Giorno del Superamento terrestre”. Vi abbiamo spiegato qui di cosa si tratta.

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