Il mondo del calcio sa essere crudele e così, due giorni dopo gli ultimi festeggiamenti dello scudetto, l’Inter è posta faccia a faccia con la realtà dei fatti. Steven Zhang, l’amato presidente della finalmente giunta rinascita post Moratti, passata attraverso la gestione Thohir, dovrà dire addio. Al suo posto Oaktree, ma non solo.
Il debito dell’Inter
L’Inter è in debito? No, è bene precisarlo. Il suo presidente attuale lo è e per questo motivo sta per perdere la gestione del club. Il fondo californiano Oaktree avvierà l’iter necessario per escutere il pegno, secondo gli accordi stretti tre anni fa. La scadenza fissata in Lussemburgo allora era stata calendarizzata al 21 maggio 2024. Tempo scaduto e nessuna traccia dei 385 milioni di euro, interessi compresi, di cui Zhang avrebbe bisogno per restare presidente.
La prospettiva Pimco è sfumata tra le mani, con Grant Tower che ambiva a ottenere 430 milioni di euro per risistemare i conti. Di questo parlava Marotta quando professava calma nell’ambiente. La situazione dirigenziale potrebbe cambiare, e di molto, ma il club resta solido.
L’ultima carta da giocare da parte dell’attuale presidente sarebbe quella di uscire trionfante dall’ennesima contrattazione con Oaktree. L’accumulo di problematiche economiche, però, non renderebbe Zhang una figura fiscalmente affidabile, al punto tale da esporsi a ulteriori rischi da parte del fondo. Non è da escludere, però, che allo scadere dell’ultimo minuto la “pazza Inter” non riservi una sorpresa clamorosa. Si tratterebbe di una dilazione di appena un anno, di fatto utile per individuare un’alternativa a Pimco per rifinanziare il debito.
L’Inter a Oaktree
Il processo non sarebbe però così automatico e sereno. Il passaggio di consegne da Zhang a Oaktree pare possa dover affrontare un processo legale. Ciò si evince dal comunicato rilasciato dall’attuale presidente, dopo un lungo silenzio.
“Voglio rispondere alle speculazioni sulla stabilità finanziaria del nostro club. Gli anni 2020 e 2021 sono stati indimenticabili per la nostra generazione, poiché la pandemia globale ha cambiato profondamente molti aspetti della nostra vita. Per continuare a sostenere l’Inter, dopo avere già investito nel Club oltre un miliardo, abbiamo aperto la linea di credito con Oaktree, con l’obiettivo di proseguire il progetto vincente che abbiamo avviato nel 2016. Da allora, io e il mio management ci siamo impegnati a sviluppare successi sul campo, allo stesso tempo mantenendo una rigorosa disciplina finanziaria”.
Ha spiegato d’aver fatto ogni tentativo per raggiungere una soluzione “amichevole”, ma il risultato è stato questo: “I nostri sforzi sono stati esasperati da minacce legali e dalla mancanza di un coinvolgimento significativo da parte di Oaktree. Un comportamento che sta creando una situazione di rischio per il club, che potrebbe metterne seriamente a repentaglio la stabilità”.
Il futuro di Marotta
Un ipotetico futuro con Oaktree alla “guida” dell’Inter farebbe leva sul gruppo dirigenziale attuale. Ciò al fine di evitare una dolorosa rivoluzione, dai potenziali risvolti negativi sul campo (e nelle casse).
Sguardo rivolto, dunque, all’amministratore delegato della parte corporate Alessandro Antonello e, soprattutto, a quello dell’area sportiva Giuseppe Marotta. La gestione non muterà nei prossimi mesi.
Antonello dovrà perfezionare il suo secondo cambio di proprietà, mentre Marotta avrà ancora pieni poteri sul campo. Dovrà garantire un progetto tecnico adeguato e competitivo. Di recente l’Ad si era espresso in merito al suo contratto, sottolineando come questo sia in scadenza nel 2027.
Tornando sui suoi passi, ha corretto il tiro: “Ho detto che smetterò tra tre stagioni, quando avrò 70 anni, ma nella vita si può sempre cambiare idea. Se si va avanti così, smettere è difficile”.