La Champions League 2025/26 è appena iniziata, ma la UEFA guarda già avanti al prossimo ciclo di diritti televisivi per il triennio 2027-2030. L’obiettivo è valorizzare ulteriormente il torneo più prestigioso a livello di club, in un contesto mediatico sempre più influenzato dallo streaming. Un primo cambiamento è già evidente: la UEFA ha affidato la commercializzazione dei diritti televisivi della Champions a Relevent Sports, società statunitense guidata da Stephen M. Ross, proprietario dei Miami Dolphins. Questa scelta segna la fine della lunga collaborazione esclusiva con Team Marketing, che per anni aveva gestito le vendite per conto della UEFA. Relevent, già attiva nel settore con la FIFA, punta a rivolgersi principalmente alle grandi piattaforme di streaming.
La situazione attuale
Nel triennio in corso (2024-2027) i diritti sono detenuti, in Italia, da Sky, che paga circa 220 milioni di euro all’anno, mentre Amazon Prime Video ha acquisito per 80 milioni la miglior partita del mercoledì. In Francia, Canal+ ha l’esclusiva per 480 milioni a stagione, cifra aumentata del 25% rispetto al ciclo precedente. Complessivamente, la UEFA incassa poco meno di 5 miliardi di euro annui dai diritti della Champions League.
L’obiettivo è crescere
La riforma della competizione, che prevede un numero maggiore di partite, rappresenta un’occasione per incrementare gli introiti. Con Relevent Sports, la UEFA punta a massimizzare i ricavi introducendo nuove modalità di vendita. Secondo quanto anticipato da fonti di settore, l’obiettivo è attrarre i colossi digitali come Prime Video, Apple TV, YouTube, Netflix e DAZN, rafforzando il legame tra calcio e piattaforme streaming. Due le ipotesi principali allo studio:
- pacchetto unico per i cinque maggiori mercati europei Regno Unito, Spagna, Germania, Italia e Francia. Se un operatore presenterà un’offerta complessiva più alta della somma delle singole offerte nazionali, potrà ottenere l’esclusiva continentale.
- diritti condivisi per una partita di cartello, un singolo match di grande richiamo potrebbe essere venduto a un’unica piattaforma per i cinque mercati principali, con l’intento di creare un evento mediatico paneuropeo.
L’ascesa delle piattaforme streaming
Queste strategie si basano sulla crescita costante dello streaming. Le piattaforme hanno rafforzato i propri ricavi anche grazie agli abbonamenti che includono pubblicità. L’esempio più significativo arriva da YouTube: nel 2024, negli Stati Uniti, ha raggiunto il 12,8% di share sui televisori connessi e ha generato 36 miliardi di dollari in pubblicità, superando i quattro principali network televisivi americani messi insieme. Forte di queste risorse, YouTube ha già avviato trattative per acquisire i diritti di sport di grande richiamo negli Stati Uniti e mira ad espandere la propria influenza anche in Europa. Nel mercato europeo, la Champions League resta il prodotto sportivo più attrattivo. La UEFA intende sfruttare questo momento per consolidare la competizione come principale evento sportivo globale trasmesso in streaming, garantendo al tempo stesso maggiori premi ai club partecipanti. L’eventuale vendita dei diritti in blocco su cinque Paesi a un’unica piattaforma dovrà rispettare le norme europee sulla concorrenza. Gli uffici legali di UEFA e Relevent Sports stanno già valutando modalità e strumenti per evitare violazioni e assicurare la conformità alle regole del mercato unico.