Nei pressi di New York è stato rilevato un caso di polio, il primo in quasi un decennio, dal 2013. Il paziente che ha contratto il virus, residente a circa 60 km dalla Grande Mela, nella Contea di Rockland, non è più contagioso, ma ha sviluppato una forma di paralisi. Non era vaccinato contro il patogeno. Il virus è stato isolato nelle acque reflue dello stato di New York, segno che sta iniziando a diffondersi dopo essere stato debellato per decenni.
Che cos’è la poliomielite e come si trasmette
La poliomielite è causata dal poliovirus, un enterovirus che si trasmette tramite l’ingestione di alimenti o acqua contaminati dalle feci di una persona infetta, oppure toccando superfici sporche e portandosi le mani alla bocca. Può anche essere trasmesso dalla attraverso la saliva, anche con starnuti e tosse.
Negli Stati Uniti l’ultimo caso di infezione da poliovirus selvaggio naturale risale al 1979. Nel 1994 la poliomielite è stata dichiarata ufficialmente debellata dall’emisfero occidentale, ma sono in atto programmi di eradicazione della malattia in molti Paesi, come il Pakistan, l’Afghanistan e la Nigeria.
Oltre al poliovirus selvaggio, in casi molto rari, circa uno su 2,4 milioni di dosi, si verifica una mutazione nel poliovirus vivo contenuto nel vaccino orale. La variante si trasmette così da chi ha ricevuto il vaccino a chi invece non è vaccinato, continuando a mutare. L’uomo che ha contratto la poliomielite vicino a New York è risultato positivo proprio a un ceppo vaccinale.
Il virus mutato è diventato in molti territori l’unica causa di poliomielite, e per questo la maggior parte dei Paesi, come gli Stati Uniti, hanno interrotto la somministrazione del vaccino orale antipolio. Altri invece continuano a utilizzarlo, perché permette di immunizzare un maggior numero di persone, e questo può causare epidemie, come è avvenuto recentemente nella Repubblica democratica del Congo.
Quali sono i sintomi e i tipi di poliomielite
La maggior parte delle infezioni poliomielitiche è asintomatica. Solo il 30% circa dei soggetti positivi al poliovirus sviluppa sintomi. E la malattia si classifica diversamente in base alle sue manifestazioni.
- Poliomielite abortiva. È una forma lieve, con sintomi parainfluenzali, come febbre, mal di testa, mal di gola, vomito e malessere generale che si sviluppano tra i 3 e i 5 giorni dopo il contagio.
- Poliomielite non paralitica. Alcuni giorni dopo il manifestarsi dei sintomi della polio abortiva, circa il 4% dei pazienti sviluppa questa forma grave della malattia. I sintomi sono rigidità del collo o della schiena e meningite asettica, che durano dai 2 ai 10 giorni.
- Poliomielite paralitica. È la forma più grave, che colpisce circa l’1% delle persone che contraggono l’infezione. Ai sintomi precedentemente descritti si aggiunge anche la paralisi.
A seconda delle zone del cervello e del midollo spinale coinvolte, infatti, la poliomielite può progredire in indebolimento o paralisi totale di alcuni muscoli. In genere quelli delle braccia e delle gambe, che diventano flaccidi e incapaci di contrarsi.
Il soggetto può anche avere difficoltà nella deglutizione e soffocarsi con la saliva, il cibo o i liquidi. La paralisi può colpire i muscoli del torace e rendere difficile o impossibile la respirazione naturale.
Vaccino e cura per la poliomielite
Contro la poliomielite sono disponibili due vaccini, che vengono effettuati di routine negli infanti e hanno un’efficacia di oltre il 95%. Qua la lista di tutti i vaccini obbligatori in Italia.
- Vaccino di Salk, che contiene poliovirus inattivato ed è somministrato per iniezione.
- Vaccino di Sabin, che contiene poliovirus vivo ed è somministrato per via orale.
Sono gli unici farmaci utili per contrastare la poliomielite. Infatti le uniche terapie esistenti sono mirate ad alleviare il dolore del paziente, ma non hanno effetto sul decorso, a volte fatale, della malattia. Se i muscoli per la respirazione si indeboliscono può essere necessario l’uso di un ventilatore meccanico.
Vi abbiamo parlato del rischio del ritorno della poliomielite qua, parlandovi dell’emergenza blatte nelle città italiane, e qui, in relazione alle possibili epidemie che potrebbero sorgere a causa della guerra in Ucraina.