Sale sempre di più l’allarme per la listeria in Italia. L’allerta del Ministero della Salute è massima in seguito dell’aumento di casi clinici di listeriosi alimentare registrati in diverse regioni italiane, dovuti alla contaminazione di alimenti da parte del batterio Listeria monocytogenes. Ancora di più dopo il caso, risalente al 29 settembre scorso, dell’uomo di 80 anni che ad Alessandria è morto in seguito a una meningite contratta dopo aver mangiato wurstel crudi di pollo.
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Listeria: in quali prodotti è stato trovato il batterio
Le verifiche, effettuate dal gruppo di lavoro istituito dal Ministero della Salute per fronteggiare la diffusione del batterio, hanno rilevato una correlazione tra alcuni dei casi clinici e la presenza del ceppo di Listeria ST 155 in wϋrstel a base di carni avicole prodotti dalla ditta Agricola Tre Valli – IT 04 M CE. La presenza è stata confermata anche da campionamenti effettuati presso lo stabilimento.
Ora si tratta di capire se anche questo caso appartenga allo stesso ceppo che ha causato il decesso di altre tre persone tra il dicembre del 2021 e il giugno 2022 in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna. Questo potrebbe dunque essere il quarto caso, ma tutte le verifiche da parte delle autorità sono in corso.
L’azienda Agricola Tre Valli ha avviato tutte le misure a tutela del consumatore con il ritiro dei lotti risultati positivi (1785417 e 01810919) e, in applicazione del principio di massima precauzione, di tutti quelli prodotti prima del 12 settembre 2022. Ha inoltre messo in atto una comunicazione rafforzativa di quanto già indicato sui prodotti direttamente nei punti vendita.
Al momento sono in atto ulteriori indagini anche su altre matrici e su altri tipi di prodotti che potrebbero essere correlati ai casi umani di listeriosi, come i tramezzini.
Che cos’è e dove si trova il batterio Listeria
La Listeria monocytogenes, responsabile della malattia della listeriosi, è un batterio molto pericoloso che può essere presente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti come, latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati.
Il batterio resiste molto bene alle basse temperature e all’essiccamento, in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione (4°C). È invece molto sensibile alle usuali temperature di cottura domestica degli alimenti, mentre è in grado di riprodursi alle temperature del frigorifero, quindi prodotti alimentari leggermente contaminati refrigerati possono diventare fortemente contaminati.
Come si trasmette
Le opportunità di contaminazione sono tante durante il processo di produzione degli alimenti, motivo per cui quasi tutti i tipi di cibo possono veicolare e trasmettere la Listeria, ma l’infezione solitamente si verifica in seguito al consumo di prodotti caseari, verdure crude, carni o, in particolare, cibi refrigerati che non richiedono alcuna cottura prima di essere mangiati.
L’infezione può anche verificarsi per contatto diretto e durante la macellazione di animali infetti.
La principale via di trasmissione per l’uomo è quella alimentare. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, bambini e adulti sani possono essere occasionalmente infettati, ma raramente sviluppano una malattia grave a differenza di soggetti debilitati, immunodepressi e nelle donne in gravidanza, in cui la malattia è più grave.
La gravità della sintomatologia varia sensibilmente in funzione della dose infettante e dello stato di salute dell’individuo colpito. Si va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, accompagnate a volte da febbre elevata fino, nei soggetti a rischio, a forme setticemiche, meningiti o aborto.
I sintomi della malattia listeriosi
La listeriosi si manifesta con batteriemia, meningite, encefalite, dermatite, sindrome oculoghiandolare, infezione intrauterina e neonatale o, raramente, endocardite.
La batteriemia primaria da listeria è rara e determina febbre alta senza segni e sintomi localizzati. Possono verificarsi endocardite, peritonite, osteomielite, artrite settica, colecistite e pleuropolmonite. Gastroenteriti con febbre si possono manifestare dopo l’ingestione del cibo contaminato. La batteriemia da Listeria durante la gravidanza può causare infezione intrauterina, corioamnionite, parto prematuro, morte fetale o infezioni neonatali.
Nei neonati e nei pazienti con più di 60 anni, la meningite è causata dalla Listeria nel 20% dei casi. Il 20% dei casi evolve in encefalite, o di tipo diffuso o, raramente, romboencefalite e ascessi cerebrali. La romboencefalite si presenta con alterazione dello stato di coscienza, paralisi dei nervi cranici, segni cerebellari e perdita sensitiva o motoria.
La listeriosi oculoghiandolare può causare oftalmite e linfoadenomegalia regionale (la cosiddetta sindrome di Parinaud), che può essere conseguenza di un’inoculazione congiuntivale e, se non trattata, può progredire verso la batteriemia e la meningite.
Chi è più a rischio
Ci sono, dicevamo, alcuni soggetti ad alto rischio. Si tratta di:
- pazienti immunocompromessi
- neonati
- anziani
- donne in gravidanza, che generalmente contraggono la malattia in forma lieve, ma l’infezione può diffondersi prima e durante il parto da madre a figlio e può causare aborto, parto prematuro o morte infantile precoce. La listeria può causare infezioni potenzialmente letali nel neonato, compresi batteriemia e polmonite, ed è una causa frequente di meningiti batteriche neonatali.
Listeriosi, diagnosi e cura
La diagnosi si basa sull’isolamento in laboratorio. La terapia comprende la somministrazione di ampicillina (spesso associata ad aminoglicosidi) e il trimetoprim/sulfametossazolo. Il problema è però che, a causa della crescente antibiotico resistenza, gli antibiotici non sempre sono efficaci.
Come evitarla: cosa fare
Il Ministero della Salute invita i consumatori a prestare massima attenzione alle corrette modalità di conservazione, preparazione e consumo degli alimenti, nel caso specifico dei würstel, indicate in modo preciso nell’etichetta presente sulla confezione, che normalmente comportano la cottura prima del consumo.
L’adozione di semplici regole di igiene nella manipolazione degli alimenti, anche a livello domestico, riduce infatti il rischio di contrarre la malattia.
In particolare, ecco qualche semplice consiglio da seguire:
- lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti, come utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette
- conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all’interno di contenitori chiusi
- cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta
- non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura; in caso contrario, conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo
- non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta.