L’Italia sembra mostrare dei segnali incoraggianti nell’andamento dell’epidemia di Covid-19, come emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, con un tasso di incidenza in diminuzione rispetto alle settimane precedenti e una diminuzione dei casi di reinfezione, sebbene la prevalenza della variante Omicron rimanga estremamente alta. Dall’inizio della pandemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata oltre 25,8 milioni di casi e 187 mila decessi. Il tasso di incidenza è calato a 38 ogni 100 mila abitanti, in diminuzione rispetto alla scorsa settimana, ma in diverse regioni è rilevato un livello di rischio alto.
La situazione Covid in Italia
Il tasso di incidenza a sette giorni è in diminuzione in tutte le fasce d’età, sebbene la fascia di età più colpita rimanga quella degli over 80, con un tasso di 63 casi ogni 100 mila abitanti. Nella fascia d’età tra 0 e 9 anni, invece, si registra il valore più basso, pari a 15 casi per 100 mila abitanti. L’età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati nell’ultima settimana è di 54 anni, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione, pari al 4,2%, ma tale dato è suscettibile di variazioni per possibili accertamenti successivi.
Il numero di casi di reinfezione rimane stabile all’8,5% del totale dei casi notificati nello stesso periodo. Tuttavia, nell’ultima settimana, la percentuale di reinfezioni risulta leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente. Ciò potrebbe essere dovuto al ritardo dei tempi di consolidamento di alcune informazioni. È importante sapere che anche dopo la guarigione possono riemergere alcuni sintomi, come spiegato qua.
La variante Omicron ha una prevalenza stimata del 99,9%, secondo l’ultima indagine rapida sulla prevalenza e sulla distribuzione delle varianti di Sars-Cov-2 condotta dall’ISS e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
La sottovariante BA.5 rimane predominante, con una prevalenza a livello nazionale pari al 66,1%, anche se in diminuzione rispetto all’indagine precedente. Nel mentre i laboratori hanno dato l’allerta per la diffusione della sottovariante Bythos in Italia, come anticipato qua.
Riguardo alla trasmissibilità del virus, i valori di Rt sono in lieve aumento per quanto riguarda i casi con sintomi (0,98) rispetto alla settimana precedente (0,91), ma comunque sotto la soglia epidemica. I valori di Rt per le ospedalizzazioni e per la variante Omicron rimangono anch’essi sotto la soglia epidemica, con una diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Le regioni a rischio alto e moderato
Dal monitoraggio settimanale effettuato tra il 3 e il 9 marzo sull’andamento del Covid in Italia, realizzato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, è emerso che ben 2 tra regioni e province autonome sono a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza e 3 sono a rischio moderato, riportando molteplici allerte di resilizenza, mentre 16 sono a rischio basso.
- Sono a rischio alto la provincia autonoma di Bolzano e la Puglia.
- Sono a rischio moderato l’Emilia Romagna, la Liguria e le Marche.
A proposito di Covid, l’Aifa ha stabilito lo stop per la pillola antivirale Lagevrio prodotta da Merck Sharp & Dohme, come annunciato qua.