Sembra passata quasi un’era, ma la pandemia Covid ci ha tenuti chiusi in casa appena due anni fa, continuando a spaventarci anche nei mesi successivi. Nonostante l’immunità di gregge e lo sviluppo di armi efficaci come i vaccini, non possiamo ancora dire di essere fuori pericolo. Non foss’altro perché il virus continua a mutare e a trovare nuovi modi per intrufolarsi nel nostro organismo.
Anche se la sua pericolosità si è ridotta in maniera decisiva, il coronavirus ha continuato e continua a “sfornare” varianti. L’ultima in ordine cronologico ha rivelato un’aggressività fuori dal comune, diventando in breve tempo la seconda più diffusa al mondo (intanto è stato scoperto il gene legato alla sindrome post infezione).
La nuova variante del Covid: la EG.5
Non è passato neanche um mese dal giorno in cui è stata individuata e resa nota ufficialmente l’ultima mutazione responsabile del Covid-19: la cosiddetta EG.5. Una variante che si è fatta strada con estrema facilità, contagiando milioni di persone in almeno 45 Paesi. Una corsa sfrenata che l’ha portata in appena due settimane in testa alla classifica delle mutazioni più diffuse dietro l’inarrivabile Arturo (XBB.1.16). Quest’ultimo ha infatti registrato un calo di contagi, attestandosi al 18,4% rispetto al 21,7% della settimana precedente.
La EG.5 è “figlia” della variante XBB.1.9.2, ma rispetto al “genitore” presenta una mutazione aggiuntiva (F456L) nella proteina Spike. Grazie a quest’arma in più, è riuscita a raggiungere e superare la temibile Kraken (XBB.1.5, che nel frattempo ha visto calare la sua diffusione) oltre che Arturo.
Com’è la situazione contagi e cosa rischiamo
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), la EG.5 evidenzia una prevalenza dell’11,6% a livello globale. La nuova variante risulta in crescita a partire da fine maggio, ma secondo gli esperti al momento non ci sono segnali di un aumento della mortalità o dei rischi legati alla malattia. Non si delineano dunque i contorni di una nuova emergenza. La EG.5 non è che una delle sette mutazioni del Covid sotto la lente dell’Oms: BA.2.75 (Centaurus), CH.1.1 (Orthrus), XBB (Gryphon), XBB.1.9.1 (Hyperion), XBB.1.9.2 e XBB.2.3 (Acrux).
Bisogna tuttavia sottolineare che nel mondo i casi di Covid-19 appaiono in lieve crescita nell’ultimo mese, mentre prosegue il calo dei decessi. Dal 3 al 30 luglio, a livello globale sono stati segnalati oltre un milione di nuovi contagi (+7%) e oltre 3.100 morti (-53%). La verità, però, è che non c’è uniformità di contagi fra i vari Paesi e soltanto in pochi la risalita dei casi è stata accompagnata da un aumento dei ricoveri e dei decessi, anche se a livelli inferiori rispetto alle precedenti onde di risalita. Da inizio pandemia a fine luglio, l’ultimo report dell’Oms segnala oltre 768 milioni di casi confermati e oltre 6,9 milioni di decessi.
Qui abbiamo parlato di come il Covid ha cambiato il lavoro: i mestieri più introvabili.
E l’Italia?
Se si considera l’Europa, i nuovi contagi sono calati del 66% e i morti del 75% nell’ultimo mese, per un totale di poco più di 60mila casi e circa 700 nuovi decessi. L’Italia si pone al secondo posto di questa speciale classifica, dietro soltanto alla Russia: 13.533 nuovi casi (-48%) e 125 decessi (-63%). Nel nostro Paese la curva epidemiologica aumenta leggermente, raggiungendo l’incidenza di 10 casi per 100mila abitanti (rispetto ai 7 della settimana precedente). L’indice Rt si attesta a quota 1,07, anche questo in lieve aumento rispetto allo 0,92 della scorsa settimana ma giudicato “non significativo”. Resta sotto controllo la situazione negli ospedali, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive.
Intanto la bozza del decreto che lunedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri prevede la cancellazione dell’obbligo di isolamento dei positivi al Covid e delle relative sanzioni. Viene dunque abrogata la norma che prevede “il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura dell’isolamento”. Il ministero della Salute precisa tuttavia che “ai fini dell’adozione delle misure eventualmente necessarie al contenimento e al contrasto della diffusione del virus”, resta fermo il potere in capo al ministro “di emettere ordinanze di carattere urgente, in materia di igiene e sanità pubblica”.