Se a inizio maggio gli attacchi russi a Kharkiv potevano avere scopo di ricognizione, come segnalato dall’Institute for the Study of War, adesso Mosca rinnova il suo obiettivo tattico di questa fase della guerra: creare una zona cuscinetto nel nord-est dell’Ucraina.
Per riuscirci gli invasori hanno aperto un secondo fronte, attaccando anche direttamente dal territorio russo, vista l’estrema vicinanza. Lo scopo del Cremlino è impedire alla resistenza ucraina di riorganizzarsi e concentrare le forze in un’unica zona del Paese, forte dei nuovi aiuti garantiti dagli Stati Uniti ma non ancora arrivati. La guerra è decisamente a una svolta dal punto di vista della tattica militare e potrebbe determinarne l’esito finale.
Da Kharkiv a Sumy: il nuovo fronte al confine tra Russia e Ucraina
Carri armati, bombe, macerie, disperazione: sul fronte di Kharkiv c’è una “nuova Bakhmut” che si chiama Vovchansk. L’esercito russo ha conquistato parte della città avanzando da tre direzioni e utilizzando la tattica che molti definiscono della “terra bruciata”, spezzando la resistenza ucraina con le terribili “bombe plananti”, raid aerei e combattimenti feroci casa per casa e per le strade. L’obiettivo dei russi non sono solo i militari, ma anche civili e forze dell’ordine. Le truppe di Mosca stanno infatti impedendo la corretta evacuazione dei civili, sparando anche sugli agenti coinvolti nelle operazioni di sfollamento. Vovchansk, 17mila abitanti prima della guerra, si era già ridotta a soli 2.500 abitanti prima che gli invasori aprissero il secondo fronte, e ora ne restano circa 200-300 (perlopiù famiglie con bambini). La città orientale si trova a ridosso del fiume Donec (detto anche Severskij Donec), e l’imminente presa da parte russa permetterà dunque a Mosca di stabilirsi e organizzarsi dietro una barriera naturale. Il corso d’acqua, che nel maggio 2022 era invece testimone di imboscate a danno dei russi, declinando verso sud si allarga e incrocia l’autostrada M03, che collega Kharkiv a Kiev e al Lugansk (e alla Russia).
L’oblast di Kharkiv, con la città capoluogo come grande obiettivo russo che cambierebbe radicalmente la guerra, è letteralmente sotto assedio e stretto in una manovra a tenaglia con cui Mosca conta di fiaccare presto i difensori. All’indomani dell’offensiva nemica, Volodymyr Zelensky ha rimosso il comandante dell’esercito responsabile per quell’area del fronte, sostituendo Yuriy Galushkin con il generale di brigata Mykhailo Drapatyi. La prima mossa dopo i pesanti attacchi russi, è stata quella di ritirarsi in nuove postazioni vicino al villaggio di Lukyantsi. Le difficoltà ucraine sono accentuate dal divieto, imposto dagli Usa, di utilizzare le armi a lungo raggio fornite dall’Occidente per attaccare direttamente il territorio russo. Compreso lo spazio aereo, da dove cioè vengono lanciate la letali bombe plananti (pesanti da 250 a 500 chili) che rappresentano il maggiore pericolo per le difese ucraine.
Contemporaneamente il fuoco russo si è concentrato e si concentra anche sull’oblast di Sumy, oltre che nella regione del Donetsk, allo scopo di ottenere il controllo sull’intera fascia orientale e settentrionale del Paese invaso. L’aggressività di Mosca si concentra in particolare su Khotin, Yunakivka, Bilopillia, Krasnopillia, Velyka Pysarivka, Putyvl, Esman, Shalyhyne, Seredyna-Buda, Druzhba, Znob-Novgorodske e Vorozhba. Si tratta di un fuoco variegato e copioso, che coinvolge artiglieria leggera, mine, sistemi di razzi a lancio multiplo, droni e colpi di mortaio. Come in quella di Kharkiv, anche nell’oblast di Sumy è cominciata l’evacuazione degli abitanti, da città come Bilopilia e Vorozhba. Per tenere aperto anche il fronte di Kharkiv e avanzare.
Nuova zona cuscinetto: perché la Russia ha lanciato l’offensiva su Kharkiv
Secondo l’Isw, i progressi “tatticamente significativi” a nord e nord-est della città di Kharkiv sembrano dunque dare priorità alla rapida creazione di una “zona cuscinetto” lungo il confine, piuttosto che alla creazione delle condizioni per penetrare più in profondità nella regione. Anche perché, secondo l’intelligence britannica, è improbabile che il Cremlino abbia accumulato un livello sufficiente di forze per conquistare Kharkiv, senza mobilitare ulteriori risorse. Video pubblicati sui social mostrano l’avanzata russa a Hlyboke, dove i soldati hanno issato una bandiera al centro del villaggio. Lo Stato maggiore ucraino, da parte sua, ha riferito che le truppe nemiche hanno ottenuto molteplici “successi tattici”. Nonostante il Cremlino abbia inizialmente minimizzato la ferocia dei combattimenti e la portata degli attacchi, l’obiettivo di una zona cuscinetto era stato esplicitato di recente dallo stesso Vladimir Putin, al fine di soffocare i continui bombardamenti ucraini (con droni) sulle regioni di confine russe, in particolare Belgorod. Anche un’alta fonte militare ucraina ha confermato che lo scopo dell’operazione è proprio quello di istituire una fascia di sicurezza e che le truppe avversarie si sono spinte fino a un chilometro oltre la frontiera.
In definitiva, l’incursione a Kharkiv ha probabilmente tre scopi per la Russia. In primo luogo, l’operazione nel nord-est bloccherà le forze ucraine nella regione e potenzialmente attirerà preziose riserve lontano dalle pesanti battaglie nelle aree di Avdiivka e Chasiv Yar, nell’oblast di Donetsk, dove l’avanzata degli invasori è stata molto più significativa e strategicamente importante. A questo proposito, Zelensky ha affermato che i combattimenti nel Donetsk sono intensi almeno quanto quelli di Kharkiv, sottolineando che il Cremlino mira a “disperdere le nostre forze” aprendo un secondo fronte attivo a Kharkiv. Secondo il presidente ucraino, l’area intorno alla regione di Pokrovsk, appena dentro il confine ucraino di Donetsk, è “la più difficile”. Pokrovsk era una città di circa 60mila abitanti prima della guerra: ora ne conta meno di 30mila. Fino a poco tempo fa, inoltre, distava due ore di macchina dalla linea del fronte degli scontri.
La conquista della città di Avdiivka, avvenuta a febbraio, ha aperto alle truppe del Cremlino una porta per spingersi verso ovest, più in profondità nel Donetsk. Un secondo obiettivo dell’offensiva russa nella regione di Kharkiv è più “esplorativo”: se l’Ucraina non sarà in grado di fermare l’avanzata di Mosca, potrebbero crearsi le condizioni per un attacco in forze alla città di Kharkiv, la seconda più grande del Paese. L’ultimo possibile scopo è di carattere difensivo: come accennato, la “zona cuscinetto” dovrà proteggere Belgorod, dove i frequenti attacchi ucraini hanno messo in imbarazzo il Cremlino. A marzo la Russia aveva annunciato l’intenzione di evacuare circa 9mila bambini dalla regione di frontiera a causa dei continui bombardamenti.