Chi potrebbe prendere il posto di Joe Biden alla corsa alla presidenza USA

Dopo il catastrofico dibattito contro Trump e le polemiche che lo hanno coinvolto, chi potrebbe sostituire Joe Biden alla corsa alla presidenza USA?

Pubblicato: 11 Luglio 2024 12:48

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Dopo il fiasco nel dibattito contro il candidato repubblicano Donald Trump e le varie polemiche che lo hanno, diverse voci influenti del partito democratico americano stanno chiedendo a gran voce il ritiro di Joe Biden nella corsa alle prossime elezioni presidenziali in Usa.

Il primo a sollevare la questione è stato il senatore democratico Peter Welch del Vermont, seguito da altre voci influenti come quella dell’attore di Hollywood (e importante donatore per il partito) George Clooney. Ma chi potrebbe sostituire Biden? E soprattutto, considerando l’intenzione manifestata dall’attuale presidente, intenzionato a non tirarsi indietro nella campagna di rielezione, come sarebbe possibile?

Biden può essere sostituito?

Le modalità con cui Joe Biden potrebbe essere sostituito sono principalmente due: il suo ritiro volontario o una decisione forzata da parte del partito.

Nel primo caso, Biden, avendo conquistato il sostegno della stragrande maggioranza dei delegati democratici destinati a votare alla convention di Chicago ad agosto (un numero che ammonta a 3.894 su 3.937, secondo quanto riportato dall’Associated Press), rilascerebbe a questi il compito di scegliere un nuovo candidato. Questo scenario porterebbe a una convenzione aperta.

Una convenzione aperta negli Stati Uniti è un tipo di assemblea o conferenza politica in cui i delegati, che rappresentano diversi stati o territori, sono liberi di votare per il candidato presidenziale senza essere vincolati da alcuna indicazione precisa o obbligatoria.

In altre parole, possono cambiare il loro voto anche se sono stati originariamente assegnati a sostenere un candidato specifico sulla base dei risultati delle primarie o dei caucus nei loro stati. Le convenzioni aperte sono considerate eventi significativi nel processo di selezione del candidato presidenziale e, per questo, anche molto rari.

Nel secondo scenario, più complesso, i democratici potrebbero modificare le regole della convention. Le regole di una convention democratica sono stabilite dal Comitato Nazionale Democratico (Dnc), ma anche le proposte di modifica vengono esaminate e discusse dai membri del Dnc e dai comitati competenti. Il Dnc è composto però da membri provenienti da diverse aree geografiche e con diverse prospettive politiche. quindi è davvero difficile che si possa raggiungere un consenso su qualsiasi modifica proposta entro agosto.

Come è facile intuire, dunque, tutte le notizie e le voci che si susseguono sui possibili sostituti di Biden, ad oggi, sono previsioni politiche destinate a rimanere tali e a non concretizzarsi. A meno che non sia il presidente democratico in persona a fare un passo indietro. Ma a questo punto, chi prenderebbe il suo posto nella corsa alla Casa Bianca?

Chi potrebbe sostituire Joe Biden

Se Biden dovesse decidere di ritirarsi, potrebbe comunque influenzare i suoi delegati a sostenere un candidato a sua scelta a Chicago? La risposta è no: se i delegati sono liberi di scegliere, il loro appoggio a Biden non si estende automaticamente oltre di lui. Non è detto che si arrivi, quindi, alla decisione più scontata.

Per esempio, benché la vicepresidente Kamala Harris sia una delle principali contendenti alla successione, il suo status all’interno del partito è controverso. Inoltre, anche i sondaggi non la premiano.

Secondo la Bbc, governatori come Gretchen Whitmer del Michigan, Gavin Newsom della California, J.B. Pritzker dell’Illinois e Andy Beshear del Kentucky sono tutti nomi che circolano come possibili sostituti di Biden. Anche il Segretario dei Trasporti Pete Buttigieg, noto per le sue capacità comunicative e per aver gestito diverse crisi pubbliche, è considerato una carta importante per il partito.

Ci sono poi il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e il governatore dell’Illinois J.B. Pritzker che hanno anche acquisito visibilità nazionale per le loro posizioni decise contro Donald Trump e per il loro impegno su questioni come i diritti civili e il controllo delle armi.

Oltre a questi, la lista dei possibili nominati si estende a senatori come Amy Klobuchar e Cory Booker, entrambi con esperienza in precedenti campagne presidenziali, e a figure emergenti come il senatore della Georgia Raphael Warnock.

Gretchen Whitmer, Josh Shapiro, Gavin Newsom, Pete Buttigieg, J.B. Pritzke, Andy Beshear, Amy Klobuchar e Cory Bookersono nomi su cui punta anche il New York Times quando parla di possibili successori di Biden.

Quando finisce il mandato del presidente americano?

Il mandato del presidente americano Joe Biden termina il 20 gennaio 2025. Nel frattempo, fino a quel momento, diverse cose potrebbero succedere.

Attualmente la sua intenzione sembra quella di candidarsi di nuovo ma, se le pressioni politiche interne ed esterne al partito dovessero aumentare, potrebbe decidere di ritirarsi, rinunciando alla rielezione e lasciando il campo aperto per un nuovo leader all’interno del suo partito.

Durante il resto del suo mandato, però, Biden continuerà a svolgere i suoi compiti presidenziali, che includono la gestione degli affari interni ed esteri degli Stati Uniti, la promulgazione e l’implementazione delle leggi, e la rappresentanza del Paese in eventi nazionali e internazionali. Dopo di che lascerà il posto al suo successore.

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