Il decreto flussi è legge, nuovo elenco dei Paesi sicuri e richieste d’asilo alle Corti d’appello

Il Senato ha approvato il decreto flussi in maniera definitiva dopo la fiducia posta dal Governo: tutte le novità

Pubblicato: 4 Dicembre 2024 13:33Aggiornato: 4 dicembre 2024 14:05

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il Senato ha approvato con voto di fiducia il cosiddetto decreto flussi, che contiene le norme per la regolamentazione delle migrazioni verso l’Italia. Tradizionalmente, questo tipo di legge si concentra sul numero di persone che possono accedere per motivi lavorativi al nostro Paese, ma in questo caso ha spaziato su varie altre tematiche.

Al suo interno è contenuto anche il nuovo elenco dei Paesi che il Governo considera sicuri. I migranti provenienti da questi Stati saranno quindi rimpatriati più facilmente rispetto al passato. La competenza sulle richieste d’asilo passerà inoltre alle corti d’appello, per sbloccare il trasferimento dei migranti nei centri in Albania, al momento completamente vuoti.

Approvato il decreto flussi, il nuovo elenco dei Paesi sicuri

Il Senato ha approvato, on 99 sì, 65 no e 1 astenuto, il decreto flussi, che regolamenta l’ingresso di persone senza cittadinanza dell’Unione europea nel nostro Paese. Oltre alle misure ordinarie che permettono a un certo numero di lavoratori di venire in Italia se in possesso di un contratto regolare, il Governo ha inserito in questa legge alcuni emendamenti che riguardano soprattutto il funzionamento dei nuovi centri in Albania.

Il primo è la lista dei Paesi cosiddetti “Sicuri”. Un elenco molto criticato perché lo status di Paese sicuro, in cui una persona può essere rimpatriata senza violare il suo diritto di asilo, non viene deciso per legge dai singoli Stati. È infatti una legge europea, che ha precedenza su quelle nazionali, a stabilire i criteri secondo cui un Paese può essere considerato sicuro.

I Paesi contenuti nel nuovo elenco sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

Cos’è l’emendamento “Musk” del decreto flussi

Il secondo importante emendamento del decreto flussi del governo Meloni è stato soprannominato “emendamento Musk” e toglie la competenza della valutazione dei casi di richiesta d’asilo ai tribunali specializzati, per darli alle corti d’appello. Il soprannome deriva da un posto sul social network X (già Twitter) del proprietario della piattaforma Elon Musk.

Durante gli ultimi mesi infatti, diversi giudici hanno disposto che i migranti mandati nei centri in Albania, appositamente costruiti dal Governo, fossero rimandati in Italia, in rispetto a numerose normativa italiane, europee e internazionali sul diritto d’asilo. Musk aveva commentato la notizia dicendo che i giudici avrebbero dovuto andarsene. Questo ha causato la reazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni. L’Italia sa badare a stessa” aveva risposto il Capo dello Stato, ricordando che Elon Musk è anche stato annunciato come prossimo ministro dell’amministrazione di Donald Trump, con un particolare ruolo che riguarda i tagli alla spesa pubblica.

Il Governo spera che queste due norme permettano un maggiore utilizzo dei centri per migranti appositamente costruiti in Albania. Al momento le strutture sono quasi completamente vuote e anche il personale che vi lavora è stato rimandato in Italia. Vi rimangono soltanto pochi poliziotti penitenziari.

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