Marina Calderone, la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, ha spiegato quale sarà il futuro delle pensioni in Italia. Sottolineando che una vera riforma del sistema previdenziale non potrà essere affrontata in questa legge di bilancio. Bisognerà dunque aspettare ancora per avere un vero rinnovamento della materia. Dal 1° gennaio tornerà in vigore la legge Fornero, e per questo il Governo sta lavorando a un’alternativa per garantire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro a condizioni convenienti per i futuri pensionati.
La ministra del Lavoro annuncia la riforma delle pensioni: quando si farà
La ministra, a margine dell’incontro con le parti sociali, ha dichiarato che il “punto di riferimento” per il 2023 sarà Quota 41. Tutta via è ancora presto per sapere in che modo verrà attuata. Allo stesso tempo si profila all’orizzonte la proroga di Opzione donna. In questa fase “stiamo studiando gli strumenti”, ha fatto sapere in conferenza stampa. Tradotto: l’Esecutivo sta cercando di capire se ci sono i fondi per evitare il ritorno della legge Fornero.
Marina Calderone ha evidenziato che quello delle pensioni è un tema urgente. Il ritorno della riforma varata durante il governo Monti porterebbe infatti ad avere “uno scalone” che comprimerebbe ulteriormente la “dinamicità del mercato del lavoro”. Per adesso sarà dunque necessario pensare a forme di flessibilità in uscita che siano sostenibili. In un secondo momento, invece, l’obiettivo sarà un intervento su tutto il sistema.
Cosa sono Quota 41 e Quota 103 e come cambia Quota 102: gli scenari
Alla fine di quest’anno scadono Quota 102, l’Ape sociale e Opzione donna. Se le ultime due misure dovrebbero essere prorogate nella forma attuale, per sostituire Quota 102 si starebbe pensando, come già detto, a Quota 41. Ovvero l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi.
Tra le ipotesi sostenute dalla Lega, c’è quella di una Quota 41 con il limite di 61 o 62 anni di età, che costerebbe 5 miliardi all’anno. A differenza di Quota 102, che prevede almeno 64 anni di età compiuti e 38 anni di contributi, dunque, si abbasserebbe il requisito anagrafico per aumentare quello contributivo. Si tratterebbe dunque di una Quota 102 rivisitata o di una nuova Quota 103.
Oltre alla nuova pensione anticipata, comunque, il Governo starebbe pensando anche a degli incentivi per chi deciderà di rimanere nel mondo del lavoro fino alla pensione di vecchiaia. Vi abbiamo parlato qua del nuovo bonus per i pensionati over 63.
Opzione donna e Ape sociale verso il rinnovo: come funzionano queste misure
Per quanto riguarda Opzione donna, dovrebbe essere confermata la possibilità per le lavoratrici di conseguire il pensionamento a 58 anni con 35 anni di contributi, con il ricalcolo contributivo dell’assegno. Ricevendo cioè una pensione più bassa. Con questa misura, infatti, l’importo può calare anche del 25%, ed è uno dei motivi per cui sempre meno donne optano per questo scivolo pensionistico.
L’Ape sociale prevede un’indennità che viene erogata dall’Inps ai lavoratori delle attività gravose che hanno compiuto 63 anni, e hanno 30 o 35 anni di contributi. Entrambe le misure dovrebbero essere prorogate nella formula attuale.