Si continua a parlare (e discutere) di riforma pensioni e delle misure strutturali e previdenziali da adottare con la prossima legge di bilancio, in vista del superamento di Quota 100. Nel “pacchetto” proposto ministro dell’Economia Daniele Franco si punta all’introduzione di Quota 102 e al passaggio successivo a Quota 104, che – come è stato spiegato – eviterebbero il ritorno alla Legge Fornero, mantenendo l’opzione di pensionamento anticipato (in presenza di determinati requisiti). Ma cosa ne sarà degli importi? Potrebbero cambiare dopo la manovra?
Pensioni Quota 102 e Quota 104: come cambia l’importo in caso di uscita anticipata
Qualora la manovra approvasse definitivamente il passaggio a Quota 102 e a Quota 104 (qui tutti i dettagli), di fatto chi è intenzionato ad andare in pensione anticipatamente dovrà tenere conto delle seguenti novità:
- cambiano età minima e anni contributivi richiesti;
- l’assegno pensionistico sarà minore.
In quest’ultimo caso, tuttavia, niente di nuovo sotto il sole. L’approvazione di Quota 102 e Quota 104 non comporta infatti alcun tipo di penalizzazione, al contrario, seguirebbe lo stesso principio di Quota 100. Gli importi minori, infatti, dipendono dal minor montante retributivo (data l’uscita anticipata) e sono da considerarsi inferiori se paragonati a quelli riconosciuti per la pensione di vecchiaia (qui i requisiti).
Al contrario, la riforma implicherebbe una vera e propria modifica dell’età minima richiesta per il pensionamento anticipato e degli anni contributivi richiesti. Nello specifico, nel caso di lavoratori in parte o totalmente “retributivi”:
- 64 anni d’età e 38 anni di contribuzione per Quota 102;
- 66 anni d’età e 38 anni di contribuzione per Quota 104.
Novità pensioni 2022: come potrebbero cambiare gli importi
Ad apporsi alle nuove misure che il Governo intende introdurre con la prossima manovra (qui quelle principali) la Lega. La risposta del ministero dell’Economia è stata però decisa, ovvero si procederà con il “pacchetto-Franco“, senza rivedere le posizioni esposte per quanto riguarda l’età minima di uscita dal lavoro.
Per questo motivo, al di là delle scelte prese dopo il superamento Quota 100 che è ormai definitivo (qui i possibili scenari), il Mef potrebbe allinearsi a quanto suggerito già dalla Corte dei Conti, che ha portato l’attenzione sulla necessità di prevedere per i lavoratori retributivi una via d’uscita parallela a quella della Legge Fornero. In questo caso, verrebbe richiesto ai lavoratori un minimo di 64 anni e 20 di versamenti per l’uscita anticipata. Per quanto riguarda gli importi, invece, ci sarebbe un’ulteriore vincolo, ovvero la possibilità di andare in pensione solo se il trattamento risulti d’importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale.