Pensionati all’estero, scatta la fuga verso l’Italia

Un cambio di tendenza radicale, che vede gli ex cervelli in fuga far ritorno a casa per godere della pensione nel Belpaese

Pubblicato: 18 Febbraio 2024 06:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si sta verificando un interessante cambio di tendenza, che vede i pensionati italiani tornare a casa, nel Belpaese. Sembra proprio che stia volgendo al termine l’epoca del ritiro all’estero, magari su un’isola delle Canarie per godersi il bel tempo tutto l’anno.

L’Italia è di colpo divenuta più invitante? Non proprio. Il problema di fondo risiede nel fatto che i vantaggi un tempo garantiti oltre i confini stanno svanendo. Vediamo dunque qual è la situazione attualmente.

La fuga dei pensionati

Per quanto sia allettante sotto l’aspetto turistico, è innegabile come in alcune fasce d’età si sogni di abbandonare l’Italia. Dalla fuga dei cervelli a quella dei pensionati. Questi ultimi, però, sembra proprio che siano in controtendenza rispetto agli ultimi anni.

Gli over 65 stanno infatti tornando a casa. Si parla però di una tipologia di lavoratori particolare. Non italiani che hanno lavorato “a casa” per tutta la loro vita, per poi decidere di andare altrove a rilassarsi.

Si tratta degli ex cervelli in fuga, ovvero di chi è stato impiegato all’estero per decenni. Dopo aver sofferta la lontananza da famiglia e radici, sentono il bisogno di tornare, anche perché gli i vantaggi fiscali un tempo goduti altrove stanno svanendo lentamente.

Una delle mete preferite era il Portogallo, ad esempio, che a novembre 2023 ha ridotto sensibilmente gli sgravi fiscali. Dal 2020 al 2022 il trend di richieste per traferirsi a Lisbona, in Algarve o Cascais, ad esempio, è crollato nettamente, fino a raggiungere quota 73,3%. In discesa anche gli spostamenti verso Germania (24,7%), Belgio (16,4%) e Gran Bretagna (5,3%). Continuano a far gola Spagna e Stati Uniti, con aumenti del 16,4%, circa. Lo stesso dicasi per il Canada, con un 10,3% in positivo.

Ciò vuol dire che chi ha lavorato tutta la vita in Italia resta qui? Non proprio. Il sogno di abbandonare lo stress e la tassazione nostrani, soprattutto in relazione a certe regioni, è ancora vivo.

Una questione tanto viva da spingere i vertici dell’Inps a chiedere l’intervento del governo nel corso degli ultimi anni. Per un lungo periodo si è infatti creato un fenomeno di massa, che ha visto fondi lasciare il Belpaese, sotto forma di assegni pensionistici, senza che la nostra economia ottenesse qualcosa in termini di consumi.

I dati

In merito a questo fenomeno si è espresso Alberto Brambilla, commissario dell’Inps e presidente del Centro studi Itinerari Previdenziali. Intervenuto sulle pagine de Il Messaggero, ha spiegato perché oggi meno del 3% degli italiani in pensione effettivamente decide di trasferirsi all’estero.

“Un tempo in molti Paesi la vita costava decisamente meno. Ora penso al Portogallo, che ha prezzi degli affitti e del cibo in aumento. In caso di spese sanitarie, poi, bisogna pagare tutto con un’assicurazione privata. Altrove gli ospedali non offrono inoltre una qualità media pari alla nostra”.

Come detto, si sta registrando un’inversione di tendenza notevole, con ritorni in Italia di ex emigranti. In molti tornano a casa dopo essere stati decenni in Svizzera, ad esempio, ma non solo. Stando ai dati, ogni anno gli enti previdenziali esteri pagano la pensione di circa 400mila italiani, il che ammonta a più di 3 miliardi di euro.

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