Venduta a Sambuca di Sicilia una casa a 3 euro, asta vinta da una famiglia inglese

Una famiglia di Londra ha comprato all’asta una casa per 3 euro a Sambuca di Sicilia: il progetto di rivitalizzazione del borgo va avanti.

Pubblicato: 10 Gennaio 2025 13:45

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Le grandi Capitali europee offrono sicuramente molte opportunità a chi è interessato a sfruttarle. È però fuor di dubbio che siano contraddistinte da un’elevata dose di caos, che si ripercuote sui cittadini, producendo stress e un certo mal di vivere. Luoghi comuni, probabilmente, ma non certo per una famiglia che da Londra ha deciso di trasferirsi in provincia di Agrigento. Parliamo di Sambuca di Sicilia per l’esattezza, uno dei borghi più belli d’Italia.

Un vero e proprio investimento, nato da un’iniziativa lanciata dal Comune, che ha permesso loro di prendere una casa all’asta con soli 3 euro. Da anni, infatti, il piccolo centro siciliano lancia iniziative volte a rivitalizzare il borgo. Un modo per agevolare chi intende cambiare vita, trasferendosi in un luogo contraddistinto da ritmi lenti e paesaggi suggestivi.

Comprata casa a 3 euro a Sambuca di Sicilia

La famiglia fin qui londinese che ha comprato all’asta la casa a Sambuca di Sicilia a soli 3 euro è composta da 4 persone, mamma, papà e due figli, Marck e Maisy, di 4 e 7. I genitori, rispettivamente Lyndsey Fitzgerald (36 anni) e Robert Mosley (44 anni), sono due affermati professionisti che, complice anche il fatto di poter lavorare in smart working, hanno deciso di lanciarsi in questa nuova avventura. Lyndsey è di origine irlandese e opera nel settore tecnologico come program manager, mentre Robert, nato in Francia e trapiantato da diversi anni a Londra, è dirigente di una società pubblicitaria.

“Oggi – ha Lindsey Fitzgerald dopo la firma del contratto preliminare e la consegna delle chiavi della nuova casa – ho coronato un sogno. Già Sambuca ci piace. È da ieri che giriamo per le strade. Abbiamo comprato qualche souvenir con la lumaca e degustato un ottimo vino locale. Eccellenti i musei. Che posto! Ci riteniamo veramente fortunati. Quando ho letto il bando delle case a 3 euro su un giornale cartaceo a Londra pensavo che fosse uno scherzo”.

Il progetto di rivitalizzare il borgo

Sambuca di Sicilia, così come tanti altri piccoli Paesi e Comuni italiani, risente fortemente di uno spopolamento che, specie nel corso degli ultimi decenni, a visto il ritmo di chi parte per non tornare crescere fortemente rispetto alle nascite e all’arrivo di nuovi cittadini. Ad andarsene sono soprattutto i più giovani – ove mai ce ne fossero – che migrano verso lidi più proficui per la loro carriera. Agli amministratori locali non resta altro che agire per provare a sovvertire le sorti, forse già scritte va detto, del loro piccolo centro abitato.

In tale ottica rientra sicuramente l’iniziativa lanciata dal Comune di Sambuca di Sicilia che ha messo in vendita all’asta un immobile di sua proprietà. Si tratta di una casa su due livelli che ha una metratura di sessanta metri quadri nel centro del borgo e che rappresenta la 221esima vendita effettuata nel Comune nel corso degli ultimi anni. Il tutto al valore simbolico di soli 3 euro.

“Ormai – ha detto il sindaco di Sambuca di Sicilia Giuseppe Cacioppo – il nostro è un comune multietnico e multiculturale, sono infatti 221 le case acquistate in gran parte da stranieri che negli ultimi anni, dopo il boom registrato in seguito al titolo di Borgo più bello d’Italia conquistato nel 2016, hanno scelto Sambuca come luogo dove vivere”.

Il ripopolamento passa dalla smart working

C’è un fattore che, più di altri, può favorire il ripopolamento dei piccoli Comuni oggi quasi abbandonati in Italia: un sempre maggiore ricorso allo smart working. Anche la famiglia di Londra, infatti, ha dichiarato di essere riuscita a imbarcarsi in questa avventura grazie alla possibilità di decidere dove lavorare e non essere obbligati ad andare quotidianamente in ufficio.

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