Il piccolo comune rurale di Ollolai, in provincia di Nuoro, in Sardegna, prova a rilanciare il suo progetto di case a 1 euro puntando soprattutto sui cittadini statunitensi che vogliono allontanarsi dal loro Paese dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni.
In passato però raramente questo tipo di offerte hanno funzionato, anche per lo stesso comune sardo. I prezzi molto bassi delle abitazioni non compensano la mancanza di servizi e l’isolamento delle aree interne italiane, che continuano a perdere popolazione.
Case a 1 euro per scappare da Trump
Francesco Columbu, sindaco del Comune di Ollolai, in provincia di Nuoro, ha parlato, in un’intervista alla Cnn, di un nuovo piano per rilanciare il progetto di vendita di case vuote a 1 euro del piccolo villaggio rurale sardo. Il piano è quello di creare un procedimento accelerato per i cittadini degli Usa che vogliono scappare dal Paese dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali.
“Ci concentreremo soprattutto sugli americani. Non possiamo vietare alle persone di altri Paesi di presentare domanda, ma gli americani avranno una procedura accelerata. Stiamo scommettendo su di loro per aiutarci a far rivivere il paese, sono la nostra carta vincente. Certo, non possiamo menzionare specificamente il nome di un presidente degli Stati Uniti appena eletto, ma sappiamo tutti che è lui la persona da cui molti americani vogliono allontanarsi e lasciare il Paese” ha spiegato Columbu alla rete statunitense.
Subito dopo la notizia dell’elezione di Donald Trump, diversi personaggi famosi che vivono negli Stati Uniti hanno fatto capire di voler lasciare il Paese per paura del clima meno tollerante che potrebbe instaurarsi in America. Tra le prime ad annunciare la volontà di andarsene c’è stata la figlia del prossimo segretario alla Spesa del Governo Elon Musk, Vivian Jenna Wilson.
Perché le case a 1 euro non funzionano
Non è la prima volta che un comune italiano tenta di vendere a 1 euro le proprie case abbandonate per tentare di ripopolarsi. Non è nemmeno la prima volta che Ollolai tenta un’operazione del genere. Il sito internet che ospita l’iniziativa e che è ora dedicato ai cittadini americani, faceva in precedenza leva sui cosiddetti nomadi digitali. Si tratta di persone che lavorano da remoto per aziende occidentali e che si trasferiscono in luoghi dal basso costo della vita.
Questa prima iniziativa, per stessa ammissione del sindaco Colombu però, non aveva funzionato. Soltanto 4 persone si erano trasferite a Ollolai e ancora più di 100 case rimangono sfitte. Spesso queste svendite delle abitazioni dei piccoli comuni italiani non ottengono il risultato sperato, o hanno un impatto molto limitato sul ripopolamento, che sarebbe l’obiettivo principale delle amministrazioni comunali.
Le ragioni per cui questi comuni delle cosiddette aree interne del Paese perdono abitanti ogni anno non ha nulla a che fare con i prezzi delle case. La mancanza di opportunità economiche, di servizi essenziali anche per un lavoratore da remoto e di vita culturale attiva rendono queste zone poco appetibili. La popolazione di Ollolai ha cominciato a calare all’inizio degli anni ’70 e non ha mai smesso. Da allora si è dimezzata e oggi il comune conta soltanto poco più di mille abitanti.