La compagnia aerea Ryanair ha annunciato di essere interessata a lasciare lo scalo di Roma o, per meglio dire, a ridurre il numero di aerei da e per la Capitale italiana. Entrando più nello specifico, la low cost rimuoverà nell’estate 2025 uno dei vettori basati nello scalo di Fiumicino, con la riduzione stimata di 100 milioni di dollari di investimento, e non prevede per l’anno una crescita nel traffico di Ciampino. Una notizia fortemente impattante per l’Italia e la sua Capitale, specie nell’anno del Giubileo, che ha alla base uno scontro aperto tra la compagnia aerea e il governo di Giorgia Meloni principalmente per quanto riguarda il limite restrittivo imposto ai voli, l’aumento dell’addizionale comunale e dei costi aeroportuali.
Ryanair riduce i voli su Roma
La scelta presa da Ryanair di ridurre, o comunque non aumentare, i voli da e per Roma è stata così spiegata da Fabrizio Francioni, Head Communications Italy della società: “Ryanair – ha detto – rimuoverà un aeromobile basato a Fiumicino a partire dall’estate 2025 e non ci sarà nessun aumento del traffico a Ciampino”.
Considerando che ogni aeromobile della compagnia richiede un investimento di 100 milioni di dollari, la rimozione di uno di questi da Fiumicino implica che lo scalo romano subirà un decurtamento importante. Francioni ha specificato che la compagnia trasferirà questo aereo “dove ci sono costi di accesso più bassi, condizioni che permettono a Ryanair di offrire ai propri clienti tariffe più economiche”.
Le ragioni della scelta della compagnia aerea
Così come riferito da Ryanair stessa, a spingere verso la riduzione dei voli nella Capitale sono stati diversi fattori, come il “limite restrittivo imposto sui voli a Ciampino (65 voli al giorno), l’aumento dei costi aeroportuali (+44% a Ciampino e +15% a Fiumicino entro il 2028) e la decisione regressiva del Governo di aumentare ulteriormente l’addizionale municipale nei principali aeroporti italiani a partire dal 1 aprile 2025 (a Roma è già più alta rispetto ad altri aeroporti italiani)”.
Le politiche nazionali descritte, per la compagnia low cost, “stanno danneggiando la connettività, il turismo e i posti di lavoro in Italia, in particolare a Roma, dove è necessaria una connettività aerea potenziata per sostenere il turismo in entrata durante l’anno del Giubileo“.
Proprio l’Anno Santo e le sue celebrazioni spingono Ryanair a sottolineare la necessità che “queste politiche vengano invertite” con urgenza, così da “preservare la capacità critica per tutto l’anno, la crescita del traffico e del turismo per l’Italia e per i suoi residenti”.
Lo scontro con il governo Meloni
Con la sua decisione netta, Ryanair punta a mettere pressione sul governo di Giorgia Meloni affinché possa trovare risoluzione lo scontro attualmente in atto.
“Il Governo – ha detto il Ceo della compagnia aerea Eddie Wilson – dovrebbe abolire completamente questa addizionale municipale in tutti gli aeroporti italiani, proprio come hanno già fatto le regioni Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Abruzzo e i paesi dell’UE come la Svezia e la Polonia”. In questo caso si ricorda che, in base a quanto previsto nell’ultima Legge di Bilancio, per l’addizionale è previsto l’aumento di 50 centesimi di euro, con la cifra prevista a Roma che passa dai precedenti 7,50 euro a 8.
E ancora, Ryanair chiede ad Aeroporti di Roma di “abbandonare gli eccessivi aumenti delle tariffe dovuti al recupero dei ricavi persi durante il covid-19, approvati dall’Autorità di regolazione dei trasporti italiana”.
Il problema Giubileo
Le restrizioni nei voli da e per Roma impattano fortemente sul flusso turistico della Capitale, elemento questo di per sempre non trascurabile, ma ancora più impattante nell’anno del Giubileo.
“Il Governo italiano – dice il Ceo della compagnia aerea – continua a limitare il potenziale turistico di Roma in vista del Giubileo 2025 non rimuovendo il limite restrittivo sui voli a Ciampino, che potrebbe facilmente ospitare il doppio dei voli giornalieri attuali. Inoltre, il Governo ha deciso di aumentare l’addizionale municipale nei principali aeroporti italiani a partire dal 1 aprile 2025, il che renderà Roma e l’Italia nel suo complesso completamente non competitive rispetto ad altre capitali europee come Bruxelles, Londra e Parigi (senza limiti restrittivi sui voli) e paesi come la Svezia e la Polonia (che stanno abolendo le tasse sull’aviazione e riducendo i costi di accesso per promuovere la crescita del traffico)”.
“L’Italia – ha concluso il manager – non può permettersi di perdere connettività, traffico e posti di lavoro a favore di altri paesi dell’UE che stanno abolendo le tasse per supportare la crescita, in particolare a Roma, dove è necessaria una connettività aerea potenziata per supportare il turismo in entrata durante l’anno del Giubileo”.