In vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, Trenord ha annunciato un potenziamento dei collegamenti ferroviari in Lombardia. Saranno incrementate nello specifico le corse e ci sarà un ampliamento dell’orario di servizio sulle direttrici principali. Questo intervento, oltre a rispondere a esigenze immediate legate all’evento sportivo, assume ovviamente una rilevanza strategica per la mobilità, il turismo e l’economia locale.
Quali nuove corse ha aggiunto Trenord per Milano Cortina 2026
In vista di Milano Cortina 2026, Trenord mette a disposizione 120 corse in più ogni giorno, portando il totale delle corse giornaliere a circa 2.500. In particolare, sul collegamento fra Milano e la Valtellina, il servizio sarà operativo dalle 4:20 del mattino fino alle 3 di notte, con una frequenza di circa un treno ogni 30 minuti.
Inoltre, sei nuovi treni della flotta saranno “allestiti” con i colori dei Giochi. Di questi, due collegheranno Milano-Malpensa, mentre gli altri due saranno destinati alla Valtellina e interesseranno i convogli ad alta capacità “Caravaggio” e due treni monopiano “Donizetti”. E a proposito di nuove grafiche, il logo Trenord + Milano Cortina 2026 verrà applicato a 208 nuovi treni e in tutte le biglietterie della rete.
Costi e sostenibilità
Secondo un recente rapporto della Banca d’Italia, gli investimenti collegati ai Giochi di Milano Cortina 2026 ammontano a oltre 2,4 miliardi di euro, con un coinvolgimento finanziario importante da parte dello Stato (56%) e della Regione Lombardia (19%). E la maggior parte di queste risorse sono state destinate alle infrastrutture. Dalle nuove strade ai potenziamenti ferroviari, passando per impianti sportivi e servizi, sono 40 i progetti previsti in Lombardia, per un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro, pari al 43% del totale nazionale per le opere olimpiche. A questi si sommano ulteriori 500 milioni del “Piano Lombardia” e più di 300 milioni da investimenti privati.
L’analisi sostiene inoltre che l’evento Milano Cortina 2026 può essere considerato un’occasione di sviluppo infrastrutturale. Questo proprio perché il cuore della strategia d’investimento non risiede negli impianti sportivi, ma nel miglioramento sistemico delle infrastrutture di trasporto. Basti pensare che quasi la metà degli investimenti è destinata a migliorare i collegamenti stradali tra le sedi olimpiche, creando un beneficio strutturale permanente e migliorando la connettività e l’accessibilità delle aree montane e pedemontane. Questo potrebbe stimolare il turismo e il commercio negli anni successivi all’evento.
Inoltre, il collegamento tra Milano, gli aeroporti e la Valtellina (sede delle competizioni) attraverso la ferrovia ridisegna l’asse di comunicazione Nord-Sud della Lombardia. Per questo motivo, le Olimpiadi fungono da catalizzatore finanziario e amministrativo per sbloccare e accelerare progetti di cui il territorio aveva bisogno da tempo, ma per i quali non aveva i fondi o l’impulso politico necessario. E lo dimostra l’approccio a lungo termine, ovvero l’orizzonte temporale di realizzazione delle opere, che spesso si estende oltre il 2026.
Tuttavia, mentre l’incremento di corse è legato all’evento Olimpico (per gestire l’enorme afflusso di atleti, staff e spettatori), una volta terminati i Giochi, la domanda di trasporto rimarrà sufficientemente alta da giustificare il mantenimento di questo livello di servizio? Oppure, per ragioni di costo, le compagnie di trasporto decideranno di ridurre la frequenza e gli orari torneranno a essere meno capillari? Il rischio, in questo caso, sarebbe quello di un investimento sub ottimizzato. Se le corse verranno ridotte, vorrà dire che non c’è una domanda da parte dell’utenza. Quindi, i capitali pubblici spesi (ad esempio, per acquistare convogli ferroviari all’avanguardia) non produrranno il massimo beneficio possibile per la comunità nel lungo periodo. I treni rimangono in deposito o le infrastrutture potenziate non vengono utilizzate alla loro massima capacità, riducendo il ritorno sull’investimento pubblico.