Più di 500 mila assunzioni in arrivo entro l’estate

Buone notizie per chi cerca lavoro: secondo l'ultimo rapporto Anpal-Unioncamere, sono previste più di 500 mila assunzioni prima dell'arrivo della stagione estiva

Pubblicato: 9 Febbraio 2023 11:10

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Il mercato del lavoro è in fermento, dopo oltre due anni di stop aziende e imprese hanno bloccato i licenziamenti e riaperto le candidature: buone notizie quindi per chi è in cerca di un’occupazione, secondo l’ultimo rapporto Anpal-Unioncamere, sono previste più di 500 mila assunzioni prima dell’arrivo della stagione estiva. Ma quali sono i profili più ricercarti? E quali i settori dove la richiesta è maggiore?

Le aziende che assumono

A partire dal 2010, il Sistema Informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere e dall’ANPAL – fornisce previsioni sul fabbisogno occupazionale a medio termine (orizzonte quinquennale), tramite un modello econometrico multisettoriale e con un approccio analogo a quello seguito a livello europeo dal CEDEFOP. È grazie a questo sistema che, oggi, sono state elaborate le previsioni riferite al periodo 2022-2026 (qui lo studio integrale), dettagliate per:

In questo modo gli esperti hanno analizzato la possibile evoluzione dell’occupazione per 35 settori (compresa la Pubblica Amministrazione), stimando poi il fabbisogno occupazionale per gruppo professionale, livello di istruzione e principali indirizzi formativi.

Dall’analisi settoriale, per commercio e turismo, dopo un biennio in forte sofferenza, si stima in particolare una domanda di 750-860 mila occupati nel prossimo quinquennio. Emerge per finanza e consulenza invece un fabbisogno di 490-547 mila occupati, specie nei settori che hanno a che fare con digitalizzazione e innovazione tecnologica. Tra le altre filiere che potranno esprimere ampi fabbisogni occupazionali tra 2022 e 2026 vanno infine citati i settori: formazione e cultura (515-553 mila unità), salute (498-502 mila unità) e costruzioni e infrastrutture (339-376 mila unità).

I processi di transizione verde e digitale avranno un peso rilevante nel mercato lavoro. Le competenze green saranno infatti sempre più pervasive nei diversi settori e profili professionali. Per esempio, si stima che tra il 2022 e il 2026 le imprese e il comparto pubblico richiederanno il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale fino a 2,6 milioni di potenziali occupati. Inoltre, sempre nel quinquennio, la stima del fabbisogno di personale con competenze digitali di base è compresa tra 2,1 e 2,3 milioni di occupati. Mentre la domanda di figure in possesso di almeno due e-skill a livello elevato è stimata tra 875 mila e 960 mila unità.

I profili più richiesti

La pandemia, lo sappiamo, ha cambiato (e per certi versi stravolto) il mondo del lavoro. Non solo smart working (qui, a proposito, gli ultimi aggiornamenti al riguardo), ma anche una nuova evoluzione dei trend professionali.

“Una delle conseguenze della pandemia è proprio la dicotomia nell’andamento dei trend professionali – si legge infatti del report Anpal-Unioncamere – da una parte si assiste ad un aumento del fabbisogno di professioni high-skilled e low-skilled, e dall’altra a una diminuzione dei profili intermedi”.

I settori dove la richiesta di lavoratori è maggiore sono quelli legati al settore tech. Tra le professioni specialistiche, il tasso di fabbisogno più elevato risulta per gli ingegneri, stimato tra il 4,5% e il 5,1%, ma altrettanto richiesti sono e saranno anche figure specializzate in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (3,8-4,2%). Tra tutti, però, prevalgono gli informatici (come sviluppatore di software, analisti programmatori, progettisti di software, ecc.) che comprendono professionisti con competenze ben diverse e rispondono alle nuove richieste del processo di digitalizzazione.

Tale scenario, inoltre, ha contribuito a fare aumentare le richieste di specialisti della formazione e della ricerca (professori, esperti dei progetti formativi, insegnanti, ricercatori) con un tasso del 4,5-4,8%. L’elevato tasso di fabbisogno di questi professionisti, infatti, riflette la crescente domanda di formazione da parte del sistema economico di fronte ai grandi cambiamenti in atto, legata alla necessità di svolgere adeguate attività di formazione continua finalizzate all’aggiornamento dei lavoratori.

La domanda di ingegneri, invece, per oltre la metà espressa dai servizi avanzati di supporto alle imprese nella filiera della consulenza, evidentemente spinta dalla diffusione delle tecnologie “Industria 4.0”.

Si rilevano infine tassi di fabbisogno considerevoli anche per gli specialisti nelle scienze della vita (come farmacisti e ricercatori farmaceutici) e medici (con un tasso del 4,1-4,2% e oltre 100 mila unità di fabbisogno nei 5 anni). Seguono i tecnici della salute (come infermieri e fisioterapisti), che costituiscono anche il raggruppamento di professionalità tecniche di maggiore rilievo – in termini assoluti – con un fabbisogno di quasi 230 mila unità, per un tasso di fabbisogno medio annuo che si attesta intorno al 5,6-5,7%.

Boom di assunzioni entro l’estate: i settori dove la richiesta è maggiore

Analizzando invece i dati nel breve termine, ovvero da qui all’inizio dell’estate, il rapporto Anpal-Unioncamere prevede una maggiore richiesta di lavoro già a partire da marzo. Secondo le stime, saranno circa 540 mila le nuove assunzioni.

La domanda maggiore, da parte di imprenditori e aziende, si registrerà soprattutto nel turismo. A confermalo anche la Federazione nazionale balneari, secondo cui – nel corso dei sei mesi che vanno da Pasqua a ottobre – solo l’industria della spiaggia recluterà 50 mila addetti in più rispetto al 2022. Si tratta di bagnini, magazzinieri, manutentori, camerieri, cuochi, istruttori sportivi, animatori (per cui spesso non sono richiesti titoli di studio specifici, se non una certa esperienza magari in alcuni casi).

La filiera del commercio e del turismo è quella che probabilmente ha più sofferto dello shock pandemico e, proprio per questo motivo, è destinataria di diverse missioni finanziate dal governo nell’ambito del PNRR, che ha l’obiettivo di “rilanciare i settori della cultura e del turismo, con interventi di valorizzazione di siti storici e culturali e di riqualificazione e rinnovamento dell’offerta turistica, in un’ottica di sostenibilità ambientale e pieno sfruttamento delle potenzialità del digitale, per offrire nuovi servizi e migliorare l’accesso alle risorse turistiche e culturali”. Da qui la stima, per questo comparto, di un incremento dell’occupazione tra lo 0,9% e l’1,4%.

Dall’analisi delle filiere in base ai valori assoluti dei fabbisogni, che quindi tiene conto del contributo della replacement e dell’entità dei settori stessi, emerge poi per commercio e turismo una domanda di occupati compresa tra 748 mila e 861 mila unità, determinata soprattutto dalla necessità di sostituzione. Le altre filiere che esprimeranno ampi fabbisogni occupazionali sono gli altri servizi pubblici e privati (563-586mila unità: e qui, a proposito, i concorsi pubblici già avviati), formazione e cultura (515-553mila i lavoratori di cui ci sarà bisogno soprattutto nell’ambito della formazione), finanza e consulenza (490-547mila unità), salute (circa mezzo milione di opportunità previste in cinque anni) e costruzioni e infrastrutture (339-376mila unità).

 

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