Governo approva decreto Milleproroghe: cosa cambia nel 2023 per i lavoratori

Il 21 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Milleproroghe, con tante novità in arrivo anche sul fronte lavoro

Pubblicato: 23 Dicembre 2022 10:47

Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Il 21 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Milleproroghe, con tante novità in arrivo. Il Milleproroghe è un decreto legge che il governo emana di solito una volta l’anno, che appunto raccoglie in un unico provvedimento numerose questioni, proprio con l’obiettivo di prorogare alcune scadenze imminenti o rinviare l’entrata in vigore di altre norme, per agevolare cittadini e imprese.

Non esiste una regolamentazione specifica per questo strumento, ma ormai negli ultimi, anche con non poche criticità, è diventato la norma.

Cosa resta e cosa cambia nel 2023 per il lavoro? Vediamolo qui nel dettaglio.

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Lavoro, come cambia il contratto di espansione

Come prima cosa, per il biennio 2024-2025 viene prorogato il cosiddetto contratto di espansione. Si tratta di una tipologia di contratto introdotta in via sperimentale per gli anni 2019-2020 e poi rimasta nel nostro ordinamento.

Di fatto, consiste in una indennità mensile riconosciuta ai lavoratori dipendenti, assunti con contratto a tempo indeterminato, che risultino iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) o alle forme sostitutive o esclusive dell’Assicurazione generale obbligatoria gestite dall’INPS, e che abbiano risolto consensualmente il rapporto di lavoro entro il 30 novembre 2023.

Non rientrano tra i destinatari del contratto di espansione i lavoratori che intendono accedere a una pensione di vecchiaia con requisiti diversi da quelli ordinari, tra i quali rientra la pensione anticipata di vecchiaia per il personale viaggiante e la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità non inferiore all’80%.

L’indennità non è riconosciuta ai fini del conseguimento della pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2022, di un’età anagrafica di almeno 64 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni, e per la pensione anticipata Opzione donna, per le lavoratrici che abbiano perfezionato i prescritti requisiti entro il 31 dicembre 2021.

L’INPS ha chiarito che, nel caso in cui il Ministero dell’Economia e delle finanze, con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, disponga per gli anni compresi tra il 2025 e il 2028 un adeguamento ISTAT dei requisiti pensionistici diverso da quello previsto in base allo “scenario demografico ISTAT – mediano base 2020”, il contratto di espansione sarà corrisposto fino al perfezionamento della prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o anticipata, come certificato al momento dell’accesso all’esodo, e, nell’ipotesi in cui sia stato certificato il perfezionamento per primo del diritto alla pensione anticipata, la contribuzione correlata è dovuta fino alla maturazione del prescritto requisito contributivo, fermo restando il limite massimo di 60 mesi.

Ora, il decreto Milleproroghe prevede che per gli accordi stipulati dal 1° gennaio 2023 si ampli la platea delle imprese ammesse al contratto stesso e si riduca da 1.000 a 500 la soglia occupazionale necessaria alla maggior riduzione dei versamenti a carico del datore in caso di incremento delle assunzioni.

Nel caso in cui il datore di lavoro effettui almeno un’assunzione per ogni 3 lavoratori che abbiano prestato il consenso alla stipula del contratto di espansione, la riduzione dei versamenti a carico del datore di lavoro scatta per altri 12 mesi. Nel caso in cui almeno il 50% dei lavoratori così assunti non abbia compiuto il 35esimo anno di età, la riduzione scatta invece per 24 mesi.

Lavoro, riduzione orario e aumento stipendio

Altra proroga riguarda la riduzione oraria e l’integrazione salariale per determinate categorie di lavoratori, anche per gli anni 2024 e 2025 in favore delle aziende che occupano oltre 50 dipendenti, per un periodo non superiore a 18 mesi, anche non continuativi.

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Cosa cambia per i dipendenti pubblici

Ok anche alla proroga fino al 31 dicembre 2023 della sospensione dei termini di prescrizione degli obblighi contributivi riferiti alle gestioni previdenziali dei dipendenti pubblici.

Inoltre, viene spostato al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale le pubbliche amministrazioni che abbiano stipulato contratti di lavoro sotto forma di di co.co.co sono tenute a versare i contributi per la gestione separata.

Cosa cambia per le ONLUS

Infine, viene stabilito che le ONLUS iscritte nella relativa anagrafe possano essere destinatarie del 5 per mille anche per l’anno 2023, nelle more del rilascio dell’autorizzazione della Commissione europea necessaria per inoltrare domanda di iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, il cosiddetto RUNTS.

Il RUNTS è il registro telematico istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per assicurare la piena trasparenza degli enti del Terzo settore attraverso la pubblicità degli elementi informativi che vi sono iscritti.

L’iscrizione al RUNTS consente di acquisire la qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS) o, a seconda dei casi, quelle specifiche di Organizzazione di Volontariato (ODV), Associazione di Promozione sociale (APS), Ente Filantropico, Rete Associativa. Ma anche, e soprattutto, di beneficiare di agevolazioni, anche di natura fiscale, di accedere al 5 per mille e per specifiche tipologie di ETS a contributi pubblici o di stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni; nei casi previsti di acquisire la personalità giuridica.

Le altre proroghe del lavoro

Per tutto il 2023 viene anche prorogata la competenza attribuita in via esclusiva ai consulenti del lavoro e alle associazioni datoriali comparativamente più rappresentative per quanto riguarda la verifica dei requisiti per l’osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro e la congruità del numero delle richieste di ingresso di cittadini non comunitari.

Prorogato al 31 marzo 2023, entro un limite di spesa, il termine di presentazione delle domande di cassa integrazione guadagni straordinaria per le aziende rientranti nel campo di applicazione del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale e relativo ai periodi di CIGS concessi per l’anno 2022.

Qui le novità del decreto Milleproroghe per imprese, trasporti e auto

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