Caccia ai talenti della tecnologia: i profili più ricercati

Sempre più aziende sono alla ricerca dei "tech talent" del futuro per accelerare i processi di trasformazione digitale: ecco le figure più richieste in Italia

Pubblicato: 13 Aprile 2023 19:00

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il mercato del lavoro sta mai fermo, anzi è in continua evoluzione e col passare degli anni sempre più nuove figure vengono ricercate dalle aziende. Ruoli e incarichi che fino a qualche anno fa non esistevano oggi sono diventate mansioni ricercatissime e con compensi economici non di poco conto, un destino che toccherà negli anni altre professioni che al momento non hanno tanto appeal nei più giovani.

Ma secondo recenti ricerche sembra che in Italia ci si debba dare da fare dal punto di vista della tecnologia e dell’informatica, perché tante aziende ricercano lavoratori da inserire in società con contratti interessanti da qui ai prossimi anni. Ma quali sono i profili maggiormente ricercati?

Lavoro e tecnologia, quanti posti in Italia

A tracciare la linea di quelle che sono le professioni con maggior richiesta di lavoratori è stato il report “Demand for tech talent”, condotto da Mia-Platform, che ha sottolineato come il mercato del lavoro italiano sia a caccia di talenti tecnologici. Si tratta di aziende multinazionali, ma anche familiari, il cui obiettivo è quello di accelerare i processi di trasformazione digitale proseguendo nella crescita e nello sviluppo del business.

In Italia si parla addirittura di 89.000 posti vacanti in questo settore, numeri non di poco conto. Stando ai dati in possesso di Assintec-Assiform oltre un terzo dei posti ricercati è per developer, ovvero sviluppatori di software informatici che possono avere un ruolo davvero importante in azienda.

Poi tra le figure più ricercate anche i cloud specialist, enterprise architect, test specialist, data specialist e information security specialist. Professioni che, stima Assintec-Assiform, rappresentano opportunità di lavoro accessibili anche per professionisti non laureati.

Dovendo però fare una classifica, la figura di certo più ricercata sono i tecnici di information security, seguiti da i software developer e gli specialisti del cloud. Il mondo dell’IT propone una vasta gamma di posizioni che però, come tutti i lavori, sono sensibili al cambio delle tecnologie.

L’impatto di questi lavoratori, infatti, potrebbe essere di fondamentale importanza nei prossimi anni, anche se è difficile prevedere quali talenti tecnologici possano soddisfare un’esigenza attuale ed essere rilevanti anche in futuro (qui vi abbiamo parlato anche della minaccia dell’AI sui lavori).

In Italia c’è il problema della formazione

Si tratta di lavori per i quali le aziende, una volta assunti i propri dipendenti, offrono ai lavoratori agevolazioni come la modalità di lavoro agile, benefit e welfare aziendale che non sempre sono sufficienti per risolvere le problematiche lavorative contingenti. Un altro problema è poi legato alla formazione aziendale, sia in ottica di employee engagement sia in ottica di competenze hard ma soprattutto soft.

L’Italia, infatti, ha non pochi problemi nel mondo delle tecnologie informatiche. Premettendo che il Bel Paese dovrà fare un importante lavoro di riqualificazione nei prossimi anni in quanto in palese ritardo rispetto alle principali nazioni europee sul tema delle competenze digitali, il nostro Paese è ultimo in Europa per numero di iscritti a corsi di laurea in materia ICT in rapporto alla popolazione (qui vi abbiamo parlato di tutti i concorsi pubblici in scadenza ad aprile).

Gli ultimi dati infatti parlano di 0,7 iscritti in corsi di laurea ICT ogni mille abitanti, numeri allarmanti rispetto ai 5,3 della Finlandia che in questo campo è leader in Europa. La soluzione? Per centrare gli obiettivi UE del Digital Compass al 2030, l’Italia dovrà formare con competenze digitali di base più di 20 milioni di persone nei prossimi anni.

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