Quali sono i titoli di studio più richiesti: ingegneri, Its ed esperti in moda e legno

L'elenco dei professionisti introvabili, quei profili richiesti dalle aziende che scarseggiano per il cronico gap di comunicazione fra scuola, università e mondo del lavoro

Pubblicato: 28 Novembre 2024 16:35

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Le imprese italiane confermano la disponibilità ad assumere, ma faticano a trovare profili professionali in linea con le loro esigenze: delle 5,5 milioni di assunzioni programmate per il 2024, il 47,8% rimane di difficile reperimento. Mancano, in particolare, i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, i diplomati Its Academy nel settore tecnologico-energia e i profili qualificati in ambiti come moda e lavorazioni del legno.

È il dato emerso al Job&Orienta in corso alla fiera di Verona, dove sono stati presentati i dati del sistema informativo Excelsior elaborato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro sui titoli di studio più richiesti dal mercato del lavoro.

Cronico gap fra formazione e lavoro

La situazione solleva interrogativi sul rapporto tra il sistema formativo italiano e le esigenze del mondo produttivo, in un Paese dove il cosiddetto mismatch rischia di trasformarsi in un freno alla competitività.

“Serve maggior collegamento tra scuola e impresa per colmare quel grave mismatch che colpisce sia i giovani, che così perdono occasioni, sia il mondo produttivo, che perde competitività”, ha commentato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valdidara.

Per il 14% delle assunzioni programmate nel 2024 è richiesto un livello di istruzione terziaria (laurea o diploma Its Academy), mentre il diploma di scuola secondaria superiore sarà sufficiente per due terzi delle posizioni. Solo il 20% delle imprese considera adeguata la scuola dell’obbligo.

Le figure più ricercate in Italia

Le lauree più richieste sono quelle in:

Questi i diplomi più richiesti dalle imprese nel 2024:

I diplomi professionali più richiesti riguardano i settori:

I settori produttivi in particolare affanno

Oltre a una crescente domanda di specializzazioni tecniche e professionali, si riscontra una cronica difficoltà a reperire personale qualificato in una serie di settori chiave.

Tra i laureati, i più difficili da trovare sono quelli in ingegneria elettronica e dell’informazione (74% di irreperibilità), seguiti dai profili sanitari e paramedici (72%).

I diplomati Its Academy sono i più richiesti ma anche i più rari: il tasso di irreperibilità arriva all’87,5% per i percorsi tecnologico-energia e resta sopra il 70% per moda e meccatronica. Anche i diplomati quinquennali tecnico-professionali evidenziano criticità significative, con irreperibilità superiori al 60% per gli indirizzi meccanica, elettronica ed elettrotecnica.

Un caso emblematico è quello dei qualificati nell’indirizzo legno, dove il 71% delle richieste non riesce a essere soddisfatto.

Valditara punta sul dialogo scuola-imprese

“È un mismatch connesso al fatto che la scuola oggi non è in grado di offrire specializzazioni coerenti con le necessità del mondo del lavoro”, ha constatato Valditara. “Per questo abbiamo messo in campo la riforma della filiera tecnologica-professionale 4+2“, ha aggiunto il ministro. “In Italia c’è qualcuno che ancora guarda al passato e dice che guai a contaminare la scuola con l’impresa, perché ci sarebbe il rischio di subordinarla agli interessi degli imprenditori: quanto di più sbagliato, perché in realtà la scuola ha bisogno di questo dialogo, ha bisogno di questo scambio di esperienze, come di un’alternanza scuola-lavoro svolta in sicurezza, secondo quanto questo Governo, per primo, si è impegnato a garantire”.

Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, prevede che in mancanza di interventi correttivi l’invecchiamento demografico sarà uno dei fattori più rilevanti nell’intensificare il mismatch nei prossimi anni, con l’uscita dal lavoro di talenti senior che non verranno rimpiazzati da nuove energie.

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