Quali sono stati i lavori più richiesti in Euoropa? A rispondere è Eurostat. Sono state individuate le professioni che hanno registrato il maggior numero di posti vacanti nell’Ue. Il tutto attraverso una nuova analisi pubblicata a dicembre 2025, basata su dati sperimentali raccolti dagli annunci di lavoro online nel 2024. Ecco, dunque, le figure più ricercate dalle aziende, proprio perché difficili da trovare.
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Manager delle vendite e del marketing: i commerciali sono i più richiesti
Il podio della classifica è occupato da una categoria che riflette l’evoluzione del mercato: i sales, marketing and development manager. Con un tasso di posti vacanti pari all’8,4%, sono risultate le professioni con la maggiore domanda insoddisfatta in tutta l’Unione europea. Le aziende faticano a trovare manager capaci non solo di dirigere la forza vendita, ma soprattutto di guidare la trasformazione digitale dei processi commerciali, integrare strategie omnicanale, analizzare i dati e individuare nuovi mercati in cui espandersi.
L’aumento delle vendite online, l’esplosione dell’e-commerce e la necessità di una presenza digitale costante hanno ampliato le competenze richieste. Oggi un manager di questo settore deve saper lavorare con strumenti di marketing automation, CRM avanzati e analisi predittive, competenze non sempre diffuse nel mercato del lavoro europeo. La domanda è superiore all’offerta, soprattutto per i profili senior e con capacità strategiche, motivo per cui la categoria si colloca in cima alla classifica.
Operai della manifattura: una carenza che continua a crescere
In seconda posizione, con un tasso del 7,3%, troviamo i manufacturing labourers, ovvero gli operai impiegati nella produzione industriale. La manifattura europea, pur essendo un settore ancora centrale in molte economie nazionali, sta affrontando una profonda trasformazione. L’avanzare dell’automazione, della robotica e delle tecnologie digitali richiede lavoratori più qualificati rispetto al passato. Gli operai devono saper utilizzare macchinari complessi, gestire linee di produzione informatizzate e adattarsi a un contesto in continua evoluzione.
Tuttavia, molti giovani considerano il lavoro in fabbrica poco attrattivo, spesso perché associato a condizioni faticose e salari non sempre competitivi rispetto ad altri settori. L’invecchiamento della forza lavoro, inoltre, accentua la carenza di personale, con generazioni esperte ormai vicine alla pensione e pochi ricambi in ingresso. Il risultato è un crescente mismatch tra domanda e offerta, che porta gli operai della manifattura tra le professioni più difficili da reperire.
Impiegati amministrativi: la sorpresa della domanda
Sempre al 7,3% si collocano gli other clerical support workers, ossia gli impiegati amministrativi e addetti al supporto operativo. Una categoria generalmente molto diffusa, che in passato non aveva registrato gravi difficoltà di reperimento. La crescente digitalizzazione degli uffici ha però trasformato nel profondo questo lavoro. Non si tratta più solo di mansioni tradizionali come archiviazione o gestione documentale, ma di ruoli che richiedono familiarità con software gestionali, piattaforme CRM, analisi di dati, gestione del front-office digitale e collaborazione da remoto.
Molte aziende cercano figure più flessibili, capaci di operare in contesti ibridi e di adattarsi a trasformazioni organizzative rapide. Tuttavia, la formazione amministrativa tradizionale non sempre riflette queste nuove esigenze. Di conseguenza, anche il settore del supporto amministrativo mostra un significativo tasso di posti vacanti, spesso legato alla necessità di competenze digitali avanzate.
Addetti alle vendite: turnover e nuove competenze
Con un tasso del 6,1%, gli other sales workers, ovvero venditori e addetti alle vendite, restano tra i profili più richiesti. La ragione principale è strutturale. Il settore retail è caratterizzato da un elevato turnover del personale, ritmi di lavoro intensi e orari spesso poco conciliabili con la vita privata. Il commercio al dettaglio è inoltre un settore in forte trasformazione, dove anche i commessi devono oggi possedere competenze digitali (gestione dell’inventario tramite software, assistenza clienti multicanale, utilizzo di dispositivi elettronici e supporto alle vendite online).
La difficoltà nel trovare personale disponibile per orari flessibili o turni festivi contribuisce ulteriormente a mantenere alto il tasso di posti vacanti.
Professioni artistiche, culturali e culinarie: una domanda in crescita
Un dato particolarmente interessante riguarda le professionisti artistiche (artistic, cultural and culinary fields), che registrano un tasso di 6%. La categoria comprende cuochi, sous-chef, tecnici di cucina, assistenti nel settore artistico e culturale, operatori dello spettacolo e professionisti della creatività.
La ripresa del turismo dopo gli anni più critici della pandemia, l’espansione della ristorazione specializzata e la crescita dell’economia creativa hanno aumentato la richiesta di questi lavoratori. Allo stesso tempo, le condizioni contrattuali spesso precarie e la stagionalità spingono molti professionisti verso altri settori, alimentando una continua carenza di personale.
Un mercato del lavoro in piena trasformazione
Lo scenario emerso dai dati del 2024 mostra un mercato del lavoro europeo in rapido cambiamento, dove il fabbisogno di competenze è sempre più complesso e trasversale. Le figure con maggior tasso di posti vacanti condividono alcune caratteristiche comuni. Ovvero, richiedono competenze digitali e tecniche o creative evolute, si trovano in settori in piena trasformazione e soffrono un disallineamento tra domanda delle imprese e offerta formativa. Spesso anche per questi motivi, ma non solo, presentano un elevato turnover o un invecchiamento della forza lavoro.