Compenso di un professore delle scuole superiori agli esami di maturità

Ecco quanto guadagna un professore delle scuole superiori per il lavoro svolto durante gli esami di maturità, nonché i compensi annuali rispetto ai "cugini" europei

Pubblicato: 23 Luglio 2024 12:20

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Il professore è da sempre considerato un dispensatore di conoscenza, un mentore, un modello per gli studenti. Oggi, nonostante continui a essere un esperto nella sua disciplina, ha ampliato le sue modalità di insegnamento grazie anche all’accesso a una vasta gamma di risorse educative e digitali. Il suo compito è quello di formare i giovani e preparali all’esame di maturità che è un momento cruciale per il loro futuro accademico e professionale.

Nonostante l’importanza di questo compito, il compenso che viene erogato ai docenti durante tale periodo suscita spesso molti dibattiti. Il professore, infatti, non è coinvolto solo nella preparazione e nella correzione degli elaborati ma anche nella supervisione e nella gestione dei test. Ci si chiede dunque effettivamente quanto guadagna un professore delle superiori durante gli esami di maturità e qual è il suo compenso annuale rispetto ai colleghi europei.

Il compenso di un professore delle superiori per l’esame di maturità

Formare le menti dei giovani e prepararli al mondo del lavoro: ecco qual è uno dei ruoli principali del professore. Spesso, però, il suo guadagno non è all’altezza delle aspettative, soprattutto in relazione agli esami di maturità. I compensi, infatti, restano quelli stabiliti dal decreto interministeriale del 24 maggio 2007 che sono i seguenti:

Come funzionano e cosa sono le quote di trasferta

Oltre a quelli indicati, ci sono poi dei compensi aggiuntivi per il professore delle superiori per gli esami di maturità che si riferiscono all’indennità di trasferta. Essi sono calcolati sulla base della distanza tra la sede di lavoro o residenza dichiarata e la sede dell’esame. Tra queste due si considera la più vicina alla sede d’esame in base al tempo di percorrenza. Per determinare quest’ultimo, si utilizzano gli orari ufficiali dei mezzi di trasporto extraurbani più rapidi e validi all’inizio delle operazioni d’esame.

Se la sede dell’esame è raggiungibile solo attraverso una combinazione di più mezzi di trasporto, il tempo di percorrenza viene calcolato sommando i tempi dei singoli tratti secondo gli orari ufficiali. Nel caso in cui non vi sia un collegamento diretto che permetta di raggiungere la sede dell’esame in tempo utile, si considera il collegamento più veloce disponibile durante la giornata.

Detto ciò, ecco i compensi precisi per le trasferte:

Quali sono gli stipendi dei professori italiani

L’ultimo rapporto dell’Ocse Talis diffuso da Invalsi evidenzia che i professori italiani non guadagnano molto meno dei colleghi europei grazie agli aumenti dell’ultimo anno. Grazie a questi ultimi, infatti, l’Italia si posiziona al quarto posto in Europa con uno stipendio medio annuo di 28.113 euro dopo Austria, Spagna e Svezia. È davanti invece alla Francia, alla Finlandia e al Portogallo. La situazione migliora ancora di più se si prendono in considerazione i docenti dopo i primi 15 anni di servizio in quanto il loro potere d’acquisto arriva a 37.139 euro. Le prospettive, invece, non sono rosee quando ci si avvicina alla pensione. Il potere d’acquisto, infatti, si attesta a 43.047 euro contro i 42.274 della Francia, i 48.876 euro della Spagna, i 55.497 euro del Portogallo e i 60.947 euro dell’Austria.

Da rapporto si evince, inoltre, che gli italiani sono scoraggiati dall’intraprendere il lavoro del professore per diversi motivi. Il primo è la percezione di essere poco apprezzati nella società, oltre allo stress per l’intensità di lavoro, alla lenta progressione di carriera e agli oneri burocratici. In più, emerge che la maggioranza degli insegnanti in Europa è costituita da donne anziane e tale fenomeno riflette uno squilibrio di genere spesso attribuito alla persistenza di stereotipi culturali che tendono ad associare le donne principalmente ai ruoli di cura e assistenza.

In più c’è il problema degli stipendi dei professori con contratti a termine per i quali l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) si sta battendo affinché vengano aumentati. L’ufficio studi del sindacato ha infatti calcolato che nelle buste paga di costoro vi è un’indennità mancante che varia a seconda del mese, dagli 80 ai 300 euro a seconda dell’anzianità.

Il salario, ha chiarito il presidente dell’associazione, è un diritto del lavoratore per cui non è chiaro il perché la retribuzione professionale del docente con contratto breve sia escluso dagli aumenti su indicati. Il lavoro e le responsabilità sono equivalenti a quelli dei dipendenti con contratti a tempo indeterminato per cui si auspica che in futuro venga riconosciuto un trattamento paritario anche sotto questo aspetto. Si spera che le stesse condizioni e considerazioni vengano applicate a tutti i lavoratori, garantendo un’equità completa tra le diverse tipologie di contratto.

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