Quello che Google sa di te: come scoprire quali informazioni memorizza

Lo scandalo dei Google Leaks ha fatto emergere quali dati sono raccolti dall'azienda attraverso il motore di ricerca, i dispositivi Android e le varie app

Pubblicato: 31 Maggio 2024 10:30Aggiornato: 29 giugno 2023 14:50

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Viviamo in un’era digitale in cui le nostre azioni online sono costantemente monitorate e analizzate. Tra le varie aziende tecnologiche, Google, sotto l’ombrello di Alphabet, è una delle più potenti e pervasive. È ormai noto che questo gigante della tecnologia raccoglie una quantità impressionante di dati degli utenti.

Ma quali sono esattamente queste informazioni? Come possiamo scoprire cosa Google sa di noi? E, soprattutto, come è possibile proteggere la propria privacy in un’ecosistema digitale sempre più connesso e invasivo?

Quali dati raccoglie Google

Google raccoglie dati da una varietà di fonti e servizi, tra cui:

Come scoprire le informazioni raccolte

Google ha reso relativamente semplice per gli utenti accedere ai dati raccolti e controllare quali sono attraverso il proprio account. Ecco alcuni passi utili:

Cosa hanno rivelato i Google Leaks

Nel 2024 Google è stato coinvolto in uno scandalo, noto come Google Leaks, riguardante la fuga di documenti interni che hanno svelato dettagli sulle pratiche di raccolta dei dati e sugli algoritmi di ranking.

Sarebbero stati accidentalmente inclusi in una revisione del codice interno di Google e successivamente scoperti, offrendo un’inedita panoramica sulle modalità con cui l’azienda utilizza le informazioni degli utenti e controlla i contenuti per determinarne il posizionamento nei risultati di ricerca.

I documenti trapelati rivelano che Google utilizza i dati di navigazione raccolti dal browser Chrome, i clic degli utenti e i dati di engagement come il tempo trascorso su una pagina, il dwell time, e la frequenza di rimbalzo, la bounce rate. Sono presi in considerazione anche i livelli di autorità del sito, o site authority, e il numero di link in entrata.

Sebbene tali dati siano utilizzati per valutare la qualità delle pagine e migliorare l’esperienza di ricerca degli utenti, l’altra faccia della medaglia è che vengono in qualche modo “rubati” a chi usa Google Chrome e le altre app di Alphabet.

Google ha confermato di raccogliere informazioni dettagliate sul comportamento degli utenti, dalla cronologia di navigazione, ai dati sui clic, fino alla profondità di scorrimento delle pagine – ovvero quanto un lettore va avanti con la lettura di un articolo una pagina.

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