Moneta digitale: la Cina accelera, l’Europa studia, gli USA temporeggiano

Non si tratta di criptovalute, ma di una valuta digitale della banca centrale, equivalente elettronico del contante, che affiancherebbe le banconote e le monete

Pubblicato: 1 Giugno 2023 17:34

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

L’orientamento sempre più marcato della popolazione mondiale all’utilizzo dei pagamenti elettronici potrebbe condurre al rischio di una graduale sparizione del contante, innescando problematiche relative alla stabilità del sistema monetario. La creazione di monete digitali di banca centrale preserverebbe la sovranità monetaria.

Non si tratta di criptovalute

La Bank of England, nel Consultation paper, pubblicato a febbraio 2023, fa delle considerazioni molto lucide, evidenziando come il modo in cui usiamo il denaro stia cambiando e, pertanto, allo stato attuale sembra probabile ritenere che la moneta digitale sarà necessaria in futuro. Forse è troppo presto per decidere se introdurla o meno, ma sicuramente dei lavori preparatori sono giustificati e doverosi.

Attenzione non stiamo parlando di criptovalute, ma di una valuta digitale della banca centrale, equivalente elettronico del contante, che affiancherebbe le banconote e le monete, ampliando la scelta delle persone su come pagare, “un’ancora di stabilità per la moneta nell’era digitale”, come la definisce la BCE.

Ma non abbiamo già i pagamenti elettronici? Ci potremmo chiedere!

Moneta della banca centrale e moneta emessa da privati

Nell’area euro, per esempio, utilizziamo banconote e monete in euro per effettuare pagamenti in contanti e si pagano in euro gli acquisti online. Fra un pagamento in contanti e un pagamento elettronico esiste, tuttavia, una differenza fondamentale.

Nel primo caso si tratta di moneta della banca centrale, nel secondo caso di moneta emessa da privati.

Cos’è la moneta della banca centrale

Quotidianamente utilizziamo entrambi i tipi di moneta, ma la differenza è importante per comprendere la necessità di un euro digitale.

La moneta creata dalla BCE è denominata “moneta della banca centrale”. Il denaro contante, sia esso banconota o moneta metallica, che si ripone nel portafoglio, è moneta della banca centrale e, al momento, e’ l’unica tipologia di moneta della banca centrale a disposizione del pubblico.

La moneta della banca centrale è anche detta “moneta pubblica”, in quanto è emessa da un’istituzione pubblica, la banca centrale, ed è pertanto garantita dal settore pubblico.

Cos’è la moneta privata

Le banche commerciali creano moneta e ciò accade quando concedono un nuovo prestito e la somma compare sul conto del beneficiario. Tale tipologia di moneta, chiamata “moneta privata”, include anche il saldo dell’estratto conto e i risparmi depositati in banca. I pagamenti che si effettuano con carta di debito o di credito, o tramite un servizio di pagamento online, sono tutti trasferimenti di moneta privata, perché comportano l’utilizzo di moneta creata dalla propria banca.

Quando si prelevano banconote, si converte moneta privata del proprio conto bancario in moneta della banca centrale. Se, invece, si deposita in banca del denaro contante si “trasforma” moneta pubblica in moneta privata.

La moneta pubblica funge da àncora per il sistema monetario. Un pagamento effettuato con carta di credito viene accettato perché il destinatario sa che l’importo potrà essere convertito nello stesso ammontare di moneta della banca centrale.

Il timore delle banche centrali è che la progressiva digitalizzazione dell’economia, ulteriormente accelerata dalla pandemia, conduca a una privatizzazione più radicata del sistema monetario.

Coniugare i benefici

L’ambizione di ogni Stato che approccia la moneta digitale è quella di coniugare i benefici della moneta della banca centrale con le modalità di pagamento e utilizzo della moneta dei cittadini, affiancando al contante moneta pubblica in forma elettronica, che sarebbe sempre moneta della banca centrale.

L’introduzione di una moneta digitale potrebbe sostenere la digitalizzazione e aiutare a soddisfare le esigenze e le preferenze di pagamento delle persone, contribuendo alla crescita economica, all’accrescimento della resilienza della moneta a fronte di vari eventi, che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria.

Consentirebbe l’avanzamento dell’innovazione e produttività finanziaria, così come la capacità di tracciare e fronteggiare attività illecite come corruzione, frode, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e, da ultimo, finanziamento al terrorismo.

I progetti di monete digitali di banca centrale (o CBDC, Central Bank Digital Currency) attualmente al vaglio delle autorità monetarie di tutto il mondo sono molto diversi fra loro, tuttavia, accomunati dall’offrire una nuova moneta pubblica digitale emessa dalle banche centrali nazionali e potenzialmente accessibile anche ai cittadini, con l’obiettivo di garantirne la massima diffusione.

L’euro digitale

Tutte le principali banche centrali stanno esaminando la possibilità di emettere una valuta digitale. A livello di G20 vi è un’intesa comune sulla necessità di collaborare riguardo all’uso internazionale di valute digitali della banca centrale.

Accuratezza e sicurezza sono le due keyword che caratterizzano i lavori preparatori. Il sistema deve essere funzionante per tutti e stabile fin dal primo momento. Senza tener conto che, comunque, vi è la necessità di una certa infrastruttura dal lato delle banche centrali e degli intermediari coinvolti.

Prima di decidere se emettere un euro digitale è necessario stabilire come possa essere configurato e condurre test sulla sua capacità di rispondere alle esigenze degli utenti finali.

In seguito al lavoro di sperimentazione condotto dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro, nel luglio 2021 è stato avviata la fase di analisi del progetto sull’euro digitale, con l’obiettivo di individuare la sua configurazione ottimale e assicurare che risponda alle esigenze degli utenti. In questa fase si stanno analizzando anche come gli intermediari finanziari che potrebbero fornire servizi front-end basati sull’euro digitale. Questo lavoro sarà completato entro ottobre 2023.

A quel punto il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva, dedicata allo sviluppo di servizi integrati e alla conduzione di test ed eventualmente di sperimentazioni pratiche. Tale fase potrebbe richiedere circa tre anni.

Lo scorso 22 febbraio, il consiglio direttivo della BCE si è riunito in Finlandia per discutere dell’euro digitale che, come recentemente ribadito dalla presidente Christine Lagarde, è in cima alle priorità della BCE.

L’accelerazione della Cina

La Banca Popolare Cinese (BPC) ha dichiarato di avere incluso la quantità circolante di yuan digitale nel computo dell’aggregato monetario M0, che misura la base monetaria, ovvero l’ammontare della moneta emessa in metallo o in banconote in circolazione e in cassa presso le banche.

L’esplorazione dei requisiti tecnici e regolatori dello yuan digitale venne affidata ad un team di ricercatori della Banca Centrale cinese nel 2014 ed un istituto di ricerca ad hoc fu ufficialmente istituito nel 2017.

Nel 2019 i pagamenti online raggiungevano il 59%, di cui circa il 90% concentrato nelle mani solo di WeChat Pay e Alipay.

Forte di questi dati, dietro al forte sviluppo dello yuan digitale raggiunto in pochi anni, vi è anche la necessità, da parte delle autorità cinesi, di riaccentrare nella mano pubblica il controllo di un asset strategico come il sistema dei pagamenti.

Questo sforzo viene ulteriormente supportato dall’attività del governo di Pechino, che, in sede di cooperazione internazionale, promuove alacremente un nuovo network di pagamenti internazionali basato su accordi multi-CBDC fra banche centrali nazionali, in un’ottica di indipendenza dal dollaro.

Lo yuan digitale viene definito dalla Banca Centrale cinese con l’acronimo Digital Currency/Electronic Payments (DCEP), nota anche come e-CNY.

Sulla base delle informazioni rese disponibili dalla Banca Popolare Cinese, il DCEP avrà a tutti gli effetti corso legale. Costituirà una nuova modalità di pagamento elettronico, il cui valore sarà pari al renminbi (RMB) cartaceo, con la conseguente possibilità di mantenere un interscambio con la valuta fisica in un rapporto 1:1.

Il DCEP:

Il DCEP sarà operativo secondo un sistema a due livelli.

La Banca Popolare cinese prevede l’emissione di valuta digitale tramite il coinvolgimento diretto di intermediari, che comprendono le quattro principali banche commerciali statali cinesi: Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China.

I maggiori servizi di pagamento quali Alipay di Alibaba e We Chat Pay saranno coinvolti, così come China Telecom.

Il secondo livello comporta la distribuzione ad opera degli intermediari del e-CNY a privati ed aziende nel settore della vendita al dettaglio.

La valuta digitale sarà prevalentemente conservata in portafogli digitali. Vigerà il principio dell’anonimità controllabile, ovvero la possibilità che solo la Banca Centrale possa monitorare i trend di pagamento di cittadini e imprese.

Non sarà necessario possedere un conto corrente bancario per poter effettuare pagamenti in DCEP.

Il DCEP costituirebbe un metodo di pagamento efficace per quella parte di popolazione residente in zone rurali che non dispone di un conto corrente bancario, ma che possiede, tuttavia, uno smartphone.

Essere pioniere dello sviluppo di una CBDC ha dei risvolti di notevole portata sia in politica interna quanto e soprattutto sul piano internazionale.

Implementazione su scala regionale

Lo sforzo della Cina, almeno per il momento, tuttavia, si sta concentrando su scala regionale. Il mese di Aprile 2020 ha rappresentato un punto di svolta nell’implementazione del DCEP cinese.

Dopo un primo periodo di sperimentazione focalizzato sulle città di Shenzhen, Suzhou, Pechino, Chengdu e Shanghai, dipendenti governativi, bancari e impiegati pubblici hanno ricevuto fondi specifici in valuta digitale sotto forma di sussidi spendibili per il trasporto pubblico.

Al contempo aziende operanti nel campo della ristorazione e della vendita al dettaglio sono state coinvolte nel progetto della Banca Centrale e le banche commerciali statali hanno avviato una fase di monitoraggio sui consumatori.

Nel frattempo, la lista di città inserite nel piano sperimentale del progetto della CBDC cinese, ha continuato ad allungarsi.

Nel maggio 2021 è stato anche annunciato che l’e-CNY sarebbe stato integrato nell’ecosistema di servizi di Alibaba.

Il 2022 è iniziato con un importante balzo in avanti per l’e-CNY derivante principalmente dal lancio della versione beta dell’app sia per iOS, che Android, sugli app store cinesi.

Poco dopo il lancio, WeChat ha annunciato che avrebbe iniziato a permettere agli utenti di selezionare l’e-CNY come opzione di pagamento per pagare i servizi.

Lo yuan digitale è ora in grado di essere utilizzato in 26 città di 17 province. Più di 5,6 milioni di negozi accettano l’e-CNY e sono state effettuate oltre 360 milioni di transazioni, per un valore di circa 22,2 miliardi di dollari.

Gli utenti saranno in grado di trasferire somme di denaro da utente a utente, aprendo l’uso dell’ e-CNY anche per transazioni non commerciali.

Le persone non cinesi ancora non possono acquistare e-CNY. L’unica possibilità è data loro se si trovano in una delle aree pilota e hanno un conto bancario in una delle banche cinesi approvate, ovvero ICBC, Banca agricola della Cina, Banca della Cina, China Construction Bank, Banca delle comunicazioni, Cassa di risparmio postale della Cina, China Merchant’s Bank, WeBank (WeChat Pay) e MyBank (Alipay).

All’inizio del 2023 lo yuan digitale ha ottenuto degli aggiornamenti che gli conferiscono la funzionalità di smart contract. Secondo un report pubblicato il 17 gennaio da 8btc, la funzione di smart contract è stata lanciata su Meituan, un’app cinese che offre servizi retail e di food delivery.

Quando gli utenti effettuano un ordine e pagano con il loro wallet e-CNY si attiva uno smart contract, che analizza le parole chiave e gli articoli acquistati nell’ordine. Se un utente acquista qualcosa presente nell’elenco delle parole chiave del giorno partecipa all’estrazione.

Il premio è una red envelope contenente 8.888 yuan, un valore di poco superiore a 1.300$.

Le autorità finanziarie di diversi distretti e città cinesi hanno annunciato, inoltre, che, a partire da questi giorni, i dipendenti pubblici, a tutti i livelli, hanno iniziato a essere pagati interamente in yuan digitali. Questa diffusione così massiva che interessa istituzioni pubbliche come scuole, ospedali, biblioteche, istituti di ricerca è sicuramente fondamentale per consentire una sempre più capillare diffusione dello yuan digitale.

Il pieno sviluppo dello yuan digitale, previsto per il 2035, così come approvato dal quinto plenum del XIX Comitato centrale del Partito comunista, è volto, naturalmente, all’obiettivo di internazionalizzare la moneta cinese attraverso una facilitazione del suo utilizzo negli scambi globali e nel commercio transfrontaliero.

Gli USA e il dollaro digitale

Sono state avviate dalla FED le prime sperimentazioni in materia di CBDC. La Casa Bianca è intervenuta sul tema solo nel marzo 2022. Il 9 marzo 2022 il Presidente Biden ha siglato un executive order:

La FED, a seguito di una conferenza sul ruolo internazionale del dollaro e sviluppo di una CBDC e della pubblicazione del paper “Money and Payments: The U.S. Dollar in the Age of Digital Transformation”, tende ad avere una posizione guardinga.

La Federal Reserve continuerà ad esplorare una vasta gamma di opzioni di progettazione e anche se non sono state prese decisioni sull’opportunità di perseguire un CBDC, l’analisi suggerisce che un U.S. CBDC debba preservare gli aspetti della privacy, sia largamente diffuso, ampiamente accessibile e deve essere trasparente.

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