Ricoveri Covid, scatta l’allarme: una regione rischia la zona rossa

Grazie al vaccino, i numeri sono migliori rispetto a quelli delle altre ondate: a preoccupare è la saturazione degli ospedali, specialmente in una regione

Pubblicato: 6 Gennaio 2022 14:47

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Redazione

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La curva epidemiologica non accenna a frenare, trascinata com’è da un indice di trasmissibilità superiore alla soglia di sicurezza di 1. La variante Omicron si avvia ad essere dominante secondo i calcoli dell’Istituto superiore di sanità: la sua diffusione sta facendo decollare il numero di contagi non solo in Italia, ma in buona parte dell’Europa e del mondo occidentale (la Russia, gli Stati Uniti, il Canada e buona parte degli stati dell’Asia).

Nella giornata di mercoledì 5 gennaio 2022 è stato registrato il nuovo (l’ennesimo) record assoluto per numero di nuovi positivi dall’inizio della pandemia: sono oltre 189mila i nuovi casi intercettati dai tamponi (costanti sopra quota 1 milione), con il tasso di positività che schizza nuovamente al 17,3%. Un numero che si avvicina a quota 200mila, la soglia anche psicologica che secondo le proiezioni verrà superata giusto tra un qualche giorno.

Ricoveri Covid, sistema ospedaliero sotto pressione

Una fase endemica che mette sotto pressione il sistema ospedaliero seppure in maniera più lenta e progressiva rispetto alle precedenti ondate del 2020 e del 2021. Il numero di posti letto occupati in terapia intensiva ha sfondato il muro di 1.400, mentre quello dei ricoveri ordinari ha superato nel totale le 13mila unità. Lo scudo che il vaccino porta con sé nella lotta all’infezione ha frenato lo stravolgimento degli ospedali che si sarebbe altrimenti verificato in assenza di questo prezioso alleato.

Quella che gli esperti hanno definito come una “immunità di comunità” sta salvaguardando l’intero sistema: con anche la popolazione over 12 coperta in prima dose, gli individui che hanno quantomeno iniziato il ciclo vaccinale in Italia sfiora ormai la soglia del 90% (oltre 48 milioni di persone). Il confronto con i dati di dodici mesi fa – quando le vaccinazioni erano appena cominciate – conferma la tesi.

L’efficacia della barriera costruita dai farmaci è sotto gli occhi di tutti: a gennaio 2021 i casi (circa 15mila) erano un tredicesimo rispetto ad oggi, ma i posti letto occupati in area critica (oltre 2.500) erano quasi il doppio di ora. Inoltre, pure il dato dei decessi diverge, anche se i numeri cominciano a farsi preoccupanti: da inizio anno, ogni giorno le vittime sono oltre 230, ma il 5 gennaio dell’anno scorso erano comunque 473.

Ricoveri Covid, il vero guaio riguarda la saturazione degli ospedali

L’elemento critico non riguarda dunque i malati lievi ma resta principalmente ancorato al tasso di saturazione degli ospedali. Come rilevato da Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), una regione dell’Italia del Nord presenta diversi indicatori che – allo stato attuale – la vedrebbero proiettata in zona rossa: si tratta della Valle d’Aosta.

Sviscerando i dati forniti dall’agenzia sanitaria territoriale, si vede come i posti occupati da malati Covid rappresentino ormai ben il 46% del totale delle persone ricoverate. L’indicatore delle terapie intensive invece parla invece del 15% dei letti destinati ai soggetti risultati positivi. Una combo che proietta la regione più piccola d’Italia in testa alle graduatorie dei sistemi ospedalieri sotto stress: alle sue spalle ci sono anche la Calabria e la Liguria, che ad oggi finirebbero in zona arancione secondo i parametri adottati dalla comunità scientifica fino allo scorso anno.

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