Pasta e riso ritirati dai supermercati: i lotti segnalati dal Ministero della Salute

Diversi richiami sono stati pubblicati dal Ministero della Salute in questi giorni, riguardanti interi lotti di pasta e riso ritirati dai supermercati

Pubblicato: 30 Dicembre 2021 11:02Aggiornato: 30 dicembre 2021 14:14

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Con cadenza regolare il Ministero della Salute pubblica, sul proprio sito, gli avvisi relativi ai richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, specificando etichette e lotti coinvolti dal ritiro dai supermercati. In questi giorni, per esempio, è toccato a diverse confezioni di pasta, riso e gnocchi.

Vediamo quali sono i lotti segnalati.

Pasta ritirata dai supermercati: i lotti segnalati

Tra le confezioni di pasta coinvolte dal richiamo del ministero, ci sono fusilli, penne, filini e bersaglieri della marca BIO In. Il motivo della segnalazione è “Richiamo per rischio chimico”. Nello specifico, sono state segnalate per presenza di glutine oltre il limite consentito le confezioni di:

A Queste, si aggiunge poi il richiamo del 22 dicembre per gli Gnocchetti alla Sorrentina Findus da 550 gr: lotto di produzione L1319 e L1320, scadenza 12/2022, per contaminazione da allergeni pesce e molluschi non dichiarati in etichetta.

Riso ritirato dai supermercati: i lotti segnalati

I richiami del Ministero della Salute hanno coinvolto anche il riso Arborio, tutti per rischio chimico. In particolare, sono state segnalate per valori non conformi di Tetrametrina le confezioni di:

Sia nel caso del riso, sia per la pasta e gli gnocchi (segnalati sopra), le autorità sanitarie invitano chiunque abbia acquistato questi prodotti a seguire questo semplice protocollo. Il primo passo è quello di verificare le informazioni riportate. Così facendo si avrà modo d’essere certi di possedere uno dei prodotti segnalati e ritenuti rischiosi. A ciò si aggiunge un obbligo insindacabile, ovvero il divieto di consumo.

In nessun caso si dovrà procedere all’assunzione di questi cibi. Ne va infatti della propria salute e di quella eventuale dei propri cari. Alcuni soggetti potrebbero decidere di correre il rischio, sospinti dal fatto di non voler di certo sprecare del cibo e soprattutto del denaro. A loro il ministero risponde in via indiretta. Si sottolinea infatti come si possa resistuire il prodotto presso il negozio dov’è stato effettuato l’acquisto. Qui saranno obbligati ad accettarlo, garantendo una sostituzione o, eventualmente, una restituzione della somma spesa. Ciò, però, previa presentazione dello scontrino.

Gli operatori del settore alimentare (OSA) hanno invece l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti posti in commercio e a ritirare il prodotto dal mercato. In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve inoltre provvedere al richiamo cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita.

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