Omicron nelle acque reflue: le Regioni dove corre di più e cosa aspettarsi

La nuova variante Omicron avanza, e lo fa a ritmi davvero sostenuti. Secondo diversi studi, la nuova variante è estremamente più contagiosa, ma meno pericolosa

Pubblicato: 4 Gennaio 2022 07:30

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Redazione

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La variante Delta continua ad essere prevalente in Italia, tanto che non pochi italiani positivi al Covid sono tornati a perdere gusto e olfatto, sintomi che sembravano essere decisamente scomparsi rispetto a mesi fa. Ma la nuova variante Omicron avanza, e lo fa a ritmi davvero sostenuti.

Cosa sappiamo di Omicron

Secondo diversi studi condotti in più Paesi, Omicron è estremamente più contagiosa, ma meno pericolosa, perché non colpirebbe i polmoni quanto piuttosto la gola, indicando, forse, un cambio di rotta assolutamente rivoluzionario del corso della pandemia (qui quanto dura l’incubazione di Omicron).

Ciò non significa comunque che l’allerta debba abbassarsi, perché più positivi portano comunque a un aumento potenziale di ricoveri: è il cosiddetto effetto paradosso dei vaccini, che restano però – è bene ribadirlo – l’arma indispensabile contro il Covid.

La dimostrazione della veloce corsa di Omicron arriva anche dalle acque reflue. L’Iss ha analizzato 282 campioni raccolti in 98 punti di campionamento di 16 Regioni/Province Autonome nelle tre settimane comprese tra il 5 e il 25 dicembre. I dati indicano un forte incremento della circolazione della nuova mutazione del virus.

Cosa dicono i dati delle acque reflue

La sorveglianza ambientale del SARS-CoV-2 in acque reflue implementata in Italia da ottobre 2021, come indicato dalla Raccomandazione UE del 17 marzo 2021 e dal decreto legge 25 maggio 2021, si sta rilevando uno strumento fondamentale, complementare alla sorveglianza epidemiologica, per comprendere l’evoluzione della pandemia.

L’integrazione di questi dati con quelli provenienti dalla sorveglianza epidemiologica dovrebbe consentire di monitorare con precisione l’evoluzione di Omicron e delle altre varianti.

In totale, 80 campioni (28.4%) sono stati identificati come positivi per la variante Omicron mediante un test molecolare rapido messo a punto dall’Istituto Superiore di Sanità. Nell’arco delle 3 settimane è stato osservato un considerevole trend di crescita delle positività nei campioni.

Dal 5 all’11 dicembre è stato rilevato 1 campione positivo su 74 in una regione), dal 12 al 18 dicembre 15 campioni positivi su 108 in 7 regioni e dal 19 al 25 dicembre 64 campioni positivi su 100 in 14 regioni.

Dov’è più diffusa la nuova variante Omicron

Nella settimana 19-25 dicembre la presenza della variante ha subito un notevole incremento nel territorio nazionale, in particolare in alcune Regioni: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Province autonome di Bolzano e Trento.

Intanto a lanciare l’allarme sulla situazione attuale è, tra gli altri, il presidente di GIMBE Nino Cartabellotta intervenuto alla trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, che sottolinea come “alla crescita enorme dei contagi non corrisponde un’impennata dei ricoveri, perché su 100mila persone positive 1.100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva.

Tuttavia, “con questo tasso di crescita dei casi rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi”.

Omicron è stata definita da alcuni esperti il virus più contagioso della storia, “abbiamo una quantità enorme di casi, mai vista, in media circa 100mila casi al giorno, ma la buona notizia è che al crescere dei nuovi casi non corrisponde un parallelo incremento dei ricoveri”. Il 6,8% di positività dei tamponi antigenici dimostra che c’è una grandissima circolazione virale.

Sicuramente il merito del controllo dei ricoveri è dovuto all’aumento delle dosi booster. Però avverte Cartabellotta, “c’è una congestione degli ospedali meno veloce ma l’impatto c’è e con questo tasso di crescita rischiamo di arrivare a 2 milioni di positivi e se anche il tasso dei ricoveri fosse l’1% avremmo 20mila persone in ospedale. Bisogna dunque provare ad abbassare la circolazione del virus”.

Intanto, il governo sembra intenzionato a introdurre il super green pass, cioè il passaporto verde per vaccinazione o guarigione, per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che privato, mentre non sembra voler abbracciare la proposta del governatore della Campania De Luca di rinviare la ripartenza della scuola per rallentare i contagi nella fascia ancora non immunizzata.

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