Mattarella, dalla Dc al Quirinale bis: carriera e quanto ha guadagnato

Il presidente della Repubblica uscente è stato rieletto dai grandi elettori per un secondo mandato da Capo dello Stato: tutti i numeri che lo riguardano

Pubblicato: 30 Gennaio 2022 17:43

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Dopo una settimana surreale in cui a Montecitorio (e non solo) si è visto tutto e il contrario di tutto, nel tardo pomeriggio di sabato 29 gennaio 2022 il presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella è stato rieletto per un secondo mandato da Capo dello Stato. Arrivato al Quirinale nel 2015, ora dovrà presumibilmente rimanerci fino al 2029, anno in cui spegnerà la bellezza di 88 candeline.

Togliendo dal campo gli equilibri politici, le trattative tra i partiti e i giochi di palazzo, che cosa rimane dopo la conferma del dodicesimo presidente della Repubblica della storia d’Italia? Di certo salta all’occhio la lunga carriera di un uomo che ha iniziato a fare politica giovanissimo, praticamente da bambino: il padre Bernardo infatti è stato il fondatore della sezione siciliana della Democrazia Cristiana (tutta la famiglia è originaria di Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani).

I primi anni a Roma e il ritorno in Sicilia

Dei 4 figli che il padre ebbe con Maria Buccellato, Sergio Mattarella è il terzogenito, unico di loro nato a Palermo in un periodo in cui tutta la famiglia segue Bernardo per assecondare i suoi impegni politici. Cosa che succede anche con Roma, città in cui Sergio approda da adolescente. Diploma classico, laurea in giurisprudenza e una prima militanza studentesca nelle file della Gioventù di Azione Cattolica.

Negli anni Settanta fa ritorno in Sicilia, si iscrive all’albo degli avvocati del Foro di Palermo e completa la carriera accademica diventando prima assistente e poi professore associato di Diritto costituzionale. Sono anni in cui gli stipendi dei legali (molto più che dei docenti) permettono uno stile di vita agiato e così Sergio si sposa con Marisa Chiazzese – deceduta nel 2012 – dalla quale avrà i tre figli Laura, Francesco e Bernardo Giorgio.

La carriera politica e gli incarichi di governo

A seguito dell’omicidio del fratello Piersanti (allora Presidente in carica della Regione Sicilia) per mano mafiosa nel 1980, Sergio aumenta il suo impegno politico nella Democrazia Cristiana. Il segretario nazionale Ciriaco De Mita lo candida alle elezioni politiche del 1983 e Mattarella viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati con quasi 120mila preferenze, il secondo candidato più votato della sua circoscrizione. Vi rimarrà per ben sette legislature consecutive fino al 2008.

Nel frattempo ricopre incarichi di grande spessore nei governi che si susseguono: ministro per i Rapporti con il Parlamento (1987 – 1989), ministro della Pubblica Istruzione (1989 – 1990), vicepresidente del Consiglio dei ministri con Massimo D’Alema (1998 – 1999) e ministro della Difesa (1999 – 2001). Transitato nel frattempo dalla Dc alla Margherita, nel 2007 contribuisce a fondare il Partito Democratico, ma l’anno successivo non si ricandida e lascia il Parlamento.

L’elezione alla Consulta e quella al Quirinale nel 2015

Il 5 ottobre 2011 il Parlamento in seduta comune lo ha eletto giudice della Corte costituzionale, posto che occuperà per quasi quattro anni. E qui si arriva alla presidenza della Repubblica. Nel 2015 è l’allora premier e segretario del Pd Matteo Renzi a candidarlo per il Colle dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano. Il 31 gennaio Mattarella viene eletto Capo dello Stato al quarto scrutinio con 665 voti, prestando giuramento e insediandosi il successivo 3 febbraio.

Il resto è storia comune. Sotto il suo primo mandato sono passati ben cinque governi (Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II, Draghi) appoggiati dalle formazioni politiche più diverse del centrodestra, del centrosinistra e non solo, come dimostra l’Esecutivo di unità nazionale attualmente in carica. In questi sette anni ha dovuto strigliare i partiti diverse volte, quegli stessi che (non ascoltandolo) lo hanno riletto per un secondo mandato.

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