Sciopero il 4 ottobre per Gaza, maxi mobilitazione in tutta Italia

Dopo la protesta del 22 settembre, Usb e altri movimenti annunciano una mobilitazione permanente verso lo sciopero generale di sabato 4 ottobre

Pubblicato:

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il 4 ottobre è stato convocato un nuovo sciopero. La piazza del 22 settembre ha smosso qualcosa: moltissime strade italiane sono state percorse in solidarietà con Gaza. Un sentimento che non poteva essere lasciato nel vuoto e limitato a una sola giornata. A partire da questo, l’Unione Sindacale di Base, insieme a Global Movement for Gaza, al Movimento Studenti Palestinesi in Italia, ai Giovani Palestinesi in Italia e ad altre associazioni della comunità palestinese, hanno promosso una mobilitazione permanente in oltre 100 piazze italiane.

Questo periodo di proteste culminerà in una manifestazione nazionale sabato 4 ottobre. La volontà è quella di accendere un faro sul proseguimento del genocidio del popolo palestinese e sul clima di pericolo costante che vive la Global Sumud Flotilla, sottoposta a intimidazioni da parte di Israele e a scoraggiamenti da parte delle istituzioni italiane.

Mobilitazione permanente dal 26 settembre

Da venerdì 26 settembre l’Italia torna in strada per Gaza. La mobilitazione del 22 settembre, che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone su tutto il territorio, ha acceso un fuoco che difficilmente vuole spegnersi. Anche se in alcune occasioni ci sono stati momenti di scontro, come nel caso della stazione di Milano, in generale si è trattato di una manifestazione pacifica con un forte impatto emotivo e mediatico.

Da qui la necessità di non far spegnere quelle fiamme e di mantenere attivo il fuoco. Così, in una nota dei gruppi coinvolti, tra cui l’Unione Sindacale di Base (USB), si legge che a partire da venerdì 26 settembre saranno creati accampamenti permanenti in ogni città e nelle grandi piazze.

↓ Espandi ↓

Sono chiamate:

Anche se poco raccontate dai media, le università hanno organizzato blocchi. Come quella di Genova, dove l’occupazione studentesca va avanti da ormai quattro giorni. La ministra dell’Università, Annamaria Bernini, si è detta furiosa per i “danni inquantificabili”. A dichiararlo è stata l’Università di Genova, mentre la ministra ha chiesto il rimborso per gli atti vandalici.

Verso lo sciopero del 4 ottobre: la motivazione

USB è diventata una delle voci più forti dopo lo sciopero del 22 settembre. L’Unione sindacale ha subito preso parola per mantenere attiva la mobilitazione. Sulle sue pagine ufficiali leggiamo le motivazioni dietro la mobilitazione permanente verso lo sciopero di sabato 4 ottobre.

“Proclamiamo lo stato di agitazione permanente e l’occupazione di 100 piazze per Gaza. A partire da venerdì 26 settembre creiamo accampamenti permanenti in ogni città e nelle grandi piazze. Ogni territorio decida la sua piazza, facciamo dell’Italia una grande piazza per la Palestina”, si legge. L’invito è a tutte le realtà che hanno dato vita in questi giorni alle mobilitazioni. L’obiettivo è riunirsi in piazza, a fianco della Palestina e della Flottilla, per Gaza e per fermare Israele.

La manifestazione nazionale di sabato 4 ottobre a Roma prevede l’accentramento dei partecipanti a Porta San Paolo alle 14:30.

Manifestazione ostacolata: Piantedosi e Salvini in prima linea

Le nuove piazze chiamate dall’USB e dalle altre associazioni coinvolte non piacciono al ministro dei Trasporti. Questo, insieme al Garante, si è opposto direttamente all’attuazione della nuova protesta, in particolare per lo stop nazionale del trasporto aereo.

La richiesta di revoca però non sarà ascoltata e la protesta andrà avanti. Inutili i richiami al rispetto delle regole e allo svolgimento delle manifestazioni. Interviene anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che dichiara:

C’è l’intenzione da parte di alcuni di trasformare questa causa. Stringiamo i ranghi.

Si prevedono piazze molto più presidiate e il rischio di scontri con le forze dell’ordine e armate è più alto rispetto allo sciopero del 22 settembre.

Maurizio Landini, portavoce Cgil, questa volta scenderà in piazza e ha replicato a Piantedosi: “Deve essere lui il primo responsabile. Io non scateno proprio nulla. E lo sciopero è l’unico strumento democratico che i cittadini hanno per dire che non sono d’accordo”.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963