Probabilmente anche voi in questi giorni avrete intercettato la notizia di particolari “alert” arrivati sui telefoni cellulari di migliaia di italiani. Visto che in diversi avete scritto a QuiFinanza per chiedere spiegazioni e capire meglio di cosa si tratta, vediamo di fare chiarezza.
Questi “misteriosi” messaggini ricevuti sugli smartphone in verità non hanno nulla di arcano o complottista. Sono anzi uno strumento fondamentale, che dobbiamo tutti imparare a conoscere, e che ci potrà salvare la vita in caso di emergenza. Sono parte del cosiddetto IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico della Protezione civile per informare direttamente la popolazione in caso di pericolo.
Indice
Cos’è IT-alert
Il sistema IT-alert dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi che stanno per abbattersi o già in corso. Per determinati eventi emergenziali, il Servizio Nazionale della protezione civile con IT-alert è anche in grado di integrare le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione e mettersi al sicuro.
Il messaggio IT-alert viene ricevuto da chi si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso e abbia un cellulare attivo. Il sistema è conforme allo standard internazionale “Common Alerting Protocol” (CAP) per garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali e internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avvisi pubblici.
Si tratta di un sistema in fase di sperimentazione – per questo i primi messaggi di test i questi giorni – ma quando sarà pienamente operativo rappresenterà senza dubbio un aiuto essenziale per i cittadini, per mettersi al riparo da eventuali pericoli: alluvioni, terremoti, incidenti con rischi per la salute e così via.
Alcuni di questi fenomeni, peraltro, come stiamo vedendo, soprattutto a causa del cambiamento climatico saranno sempre più frequenti e per nulla transitori. Saranno invece sempre più parte del nostro sistema climatico, che sta assumendo ormai evidenti tratti tropicalizzanti, tanto da archiviare il caro vecchio clima temperato tipicamente italiano come un vecchio ricordo.
Estati e inverni, ma anche le mezze stagioni, saranno sempre meno definite meteorologicamente, e si passerà repentinamente, anche nell’arco di una stessa giornata, attraverso escursioni termiche notevoli, e improvvise giravolte meteo, che ci renderanno difficile tracciare quella netta linea di separazione tra l’estate e l’inverno che fino ad oggi scandiva i ritmi, anche lavorativi, degli italiani. Questo nuovo scenario sarà caratterizzato da fenomeni potenzialmente sempre più violenti, e questo sistema ci aiuterà a gestirli. Così come a gestire altri gravi eventi ambientali, naturali o artificiali.
Come funziona
IT-alert è un servizio pubblico che, inviando messaggi sui dispositivi presenti nell’area interessata da una grave emergenza o da un evento catastrofico imminente o in corso, favorisce l’informazione tempestiva alle persone potenzialmente coinvolte, con l’obiettivo di minimizzare il pericolo.
Gli utenti che si trovano nell’area interessata ricevono un messaggio di testo, accompagnato da un suono ben riconoscibile e diverso dalle classiche suonerie, che indicherà chi lo manda, IT-alert appunto. Nel periodo di test l’obiettivo è far conoscere il sistema alle persone, rendere identificabile e familiare il messaggio e testare la tecnologia. Agli utenti, quindi, verrà chiesto di compilare un questionario utile ad implementare il sistema.
I messaggi IT-alert viaggiano attraverso cell-broadcast. Ogni dispositivo mobile connesso alle celle delle reti degli operatori di telefonia mobile, se acceso, può ricevere un messaggio IT-alert. Grazie a questa tecnologia, i messaggi IT-alert possono essere inviati all’interno di un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza.
L’IT-alert non è un SMS però. E il vantaggio è che funziona anche in casi di campo limitato o di saturazione della banda telefonica, cioè anche quando la rete è congestionata. La trasmissione via cellulare inoltre è gratuita e anonima: non è necessario registrarsi e il proprio numero rimane sconosciuto. Non ci sono dunque implicazioni sulla privacy perché non viene acquisito alcun dato personale, con buona pace dei complottisti che hanno già gridato allo scandalo, immediatamente smontata.
Quando la notifica di IT-alert arriva sul dispositivo blocca temporaneamente tutte le altre funzionalità del cellulare. Per riportare lo smartphone in modalità normale, basta toccarlo in corrispondenza della notifica per confermare la ricezione. Attenzione però: i telefonini non ricevono i messaggi IT-alert se sono spenti o se sono c’è campo e potrebbero non suonare se avete tolto la suoneria.
Cosa serve fare per ricevere il messaggio
Non è necessario scaricare alcuna app né registrarsi da nessuna parte per ricevere i messaggi IT-alert, nemmeno avere credito sul cellulare e neppure geolocalizzarsi, ma, fa sapere la Protezione civile, in alcuni casi potrebbe essere necessaria una preventiva verifica della configurazione del vostro dispositivo, come nel caso sia stato effettuato il ripristino di un backup o se si sta utilizzando una vecchia versione del sistema operativo.
La notifica del messaggio IT-alert sui dispositivi dipende dal modello di cellulare o smartphone, dal sistema operativo e della versione installata.
In sintesi, per ricevere i messaggi IT-alert, anche quelli di test, non è necessario compiere alcuna azione. Anche nel caso in cui la voce IT-alert – presente nei vari dispositivi nella sezione avvisi di emergenza – dovesse essere disattivata, i messaggi sia durante i test sia quando il sistema sarà operativo arriveranno ugualmente sui dispositivi poiché verrà utilizzato il livello massimo di azione per l’invio.
In base alla tipologia e all’implementazione, potreste anche ricevere l’IT-alert sul vostro smartwatch, se collegato al dispositivo principale o se dotato di una micro sim, così come sul vostro tablet. Non arriva invece sul pc.
Una volta ricevuto il messaggio, dopo averlo letto magari velocemente, il messaggio sparisce, ma si può ritrovare in base al dispositivo e alla versione del sistema operativo che si ha: il messaggio IT-alert dovrebbe rimanere registrato nell’elenco delle notifiche degli avvisi di emergenza e può essere ricercato sui dispositivi scrivendo “avvisi di emergenza o alert”.
Quali limiti e a cosa fare attenzione
La tecnologia cell-broadcast su cui si fonda questo sistema presenta però alcuni limiti: è possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa (cosiddetto overshooting), oppure che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato.
Essenziale anche ricordare, come detto prima, che i telefoni non ricevono i messaggi IT-alert se sono spenti o privi di campo e potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa.
In alcuni casi, l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo installato sul proprio cellulare potrebbe generare problemi nella ricezione dei messaggi IT-alert.
In questa fase di testing, se ricevete un messaggio IT-alert nel corso dell’attività di test non dovete fare nulla di particolare, solo compilare il questionario a cui si viene rimandati in modo da fornire alla Protezione civile utili indicazioni per implementare il sistema.
Se in fase di test non avete ricevuto il messaggio IT-alert ma vi trovate in un’area interessata, è bene segnalarlo alla Protezione civile compilando il questionario presente sul sito (per maggiori informazioni potete comunque chiamare il Contact Center al numero verde 800 840 840).
Attenzione anche che non si può rispondere al messaggio ricevuto: se vi trovate in una situazione di emergenza, potete e dovete sempre chiamare il numero unico per le emergenze 112.
Per quali eventi viene attivato l’IT-alert
Quando sarà operativo, e salvo modifiche, l’IT alert sarà impiegato per queste tipologie di rischio, previste dalla Direttiva del 7 febbraio 2023:
- maremoto generato da un terremoto
- piogge intense
- collasso di una grande diga
- attività vulcanica, per Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli
- incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica
- incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti alla cosiddetta Direttiva Seveso: si tratta di una direttiva che i Paesi Ue hanno deciso di adottare in seguito all’incidente di Seveso, e che impone agli stati membri di identificare i propri siti a rischio. L’incidente di Seveso ha spinto gli Stati dell’Unione europea a dotarsi di una politica comune in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali a partire dal 1982. Il disastro di Seveso, avvenuto il 10 luglio 1976 nell’azienda ICMESA di Meda, causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina TCDD, una sostanza artificiale fra le più tossiche. Il veleno investì una vasta area di terreni dei comuni limitrofi della bassa Brianza, particolarmente quello di Seveso. Si trattò del primo evento nel quale la diossina uscì da una fabbrica, colpendo la popolazione e l’ambiente circostante. Secondo una classifica del 2010 del Time, l’incidente è all’ottavo posto tra i peggiori disastri ambientali della storia; CBS ha inserito il disastro tra le 12 peggiori catastrofi umane ambientali di sempre.
IT-alert non fornisce invece indicazioni sulle condizioni meteo. Per le allerte meteorologiche, idrauliche e idrogeologiche di Protezione civile – le famose allerte gialle, arancioni e rosse – è possibile consultare i soliti bollettini emessi quotidianamente dal Sistema di allerta nazionale e disponibili sul sito rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/allertamento e sui siti web regionali.
Dove e quando è stato già testato IT-alert
Vulcano 2022
Il sistema IT-alert è stato testato per la prima volta in un contesto operativo nel corso dell’Esercitazione “Vulcano 2022” che si è svolta sull’isola di Vulcano dal 7 al 9 aprile 2022.
Durante l’esercitazione sono stati inviati ai dispositivi presenti sull’isola due messaggi: il primo con informazioni sulla simulata eruzione vulcanica imminente e sulle norme di comportamento da seguire, come raggiungere le aree di emergenza previste dal piano di protezione civile; un secondo che avvisava i cittadini della fine delle attività esercitative.
Sisma dello Stretto 2022
Dal 4 al 6 novembre 2022, invece, in Calabria e Sicilia, si è svolta l’esercitazione nazionale di protezione civile “Sisma dello Stretto 2022”. In questo contesto è stato sperimentato il sistema di allarme pubblico IT-alert per il rischio maremoto, testato per la prima volta su una platea di oltre 500mila persone che al momento della simulazione del sisma si trovavano nei 22 comuni costieri coinvolti nell’esercitazione, per la quale era stato simulato un terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro in provincia di Reggio Calabria e in grado di generare un maremoto che avrebbe potuto colpire alcuni comuni costieri del Reggino e del Messinese.
I cittadini che si trovavano nelle zone coinvolte dall’esercitazione hanno ricevuto sui propri telefoni cellulari messaggi introdotti dal disclaimer “ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE”, accompagnati da una suoneria speciale, con informazioni sull’evento e indicazioni su dove trovare approfondimenti. Dal momento in cui il messaggio è apparso sul display del telefono, non è stato più possibile compiere azioni sul cellulare, ad eccezione delle telefonate. Il cellulare è poi ritornato alle normali funzionalità sfiorando il tasto “OK” all’interno del messaggio.
Durante le esercitazioni il sito IT-alert è stato raggiunto da oltre 4 milioni e mezzo di utenti, per lo più attraverso l’uso di dispositivi mobile. È emerso inoltre, che il 96% dei 20 mila utenti che hanno compilato il questionario, ha dichiarato di aver ricevuto correttamente il messaggio IT-alert.
Il test in Toscana
Intorno alle 12 di mercoledì 28 giugno è toccato invece ai cittadini toscani ricevere l’alert sui cellulari. Tutti coloro che si sono trovati in Toscana e nelle aree limitrofe alla regione ha ricevuto un messaggio di test di IT-alert.
Gli oltre 170mila questionari compilati a seguito del test in Toscana hanno permesso agli operatori di telefonia mobile di avviare immediatamente le verifiche su alcuni elementi emersi, come il mancato arrivo della notifica sul alcuni cellulari o il continuo suonare su altri.
Il testi in Sardegna
Venerdì 30 giugno è stata poi la volta di coloro che si trovavano in Sardegna. Al momento, a seguito dei test svolti in Toscana il 28 giugno e in Sardegna il 30 giugno, sono stati compilati circa 280mila questionari.
Le prossime date da segnarsi
Da giugno 2023 sono partite altre sperimentazioni, organizzate in raccordo tra Dipartimento della Protezione Civile, Regioni coinvolte, Commissione protezione civile della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, ANCI. Dopo i primi tre test in Toscana e Sardegna, e il terzo in Sicilia il 5 luglio, ecco le prossime tappe:
- 7 luglio Calabria
- 10 luglio Emilia-Romagna.
Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento.