Ancora una volta scattano i segnali d’allarme per quanto riguarda l’aria che si respira in Lombardia. Uno stato d’allerta tutt’altro che insolito per la Regione, purtroppo. Svariate le città nelle quali le condizioni di salute dei cittadini sono a rischio, soprattutto per i soggetti più deboli.
Scattano dunque i divieti di secondo livello, il che dovrebbe rendere ben chiara la gravità della situazione. Di seguito tutti i dettagli sulle aree coinvolte e, nello specifico, le modifiche alle regole di circolazione. In questo caso, a differenza delle misure permanenti, il tutto si applicherà anche nelle giornate di sabato e domenica.
Allarme smog
Non una scelta politica, quella dei divieti anti smog di secondo livello, bensì obbligata dai numeri riscontrati. Sei giorni consecutivi oltre la soglia consentita di Pm10 (50 microgrammi per metro cubo), con allarmanti picchi che hanno superato addirittura il doppio di tale soglia.
L’entusiasmo in Lombardia per un anno da record, stando ai propri standard elevati d’inquinamento, è durato poco. Il nuovo anno si è aperto nel peggiore dei modi, con un’allerta che costringe a intervenire in maniera rapida per ridurre il più possibile gli inquinanti in circolo in differenti aree urbane.
Detto ciò, anche nel precedente anno, reputato positivo, la Lombardia è rimasta ben distante dalle soglie proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’apprezzamento è stato giustificato dall’essere rientrati nei limiti di smog prodotto (e respirato) fisati dalla direttiva europea risalente al 2008.
Divieti di secondo livello
Il 2024 ha subito garantito un bagno di realtà per la Regione, coinvolgendo numerose province. In quelle di Milano, Bergamo, Pavia e Lodi sono attive da oggi misure di primo livello temporanee. Differente il discorso per quanto riguarda i territori tra Monza e Cremona. Si è infatti raggiunto il settimo giorno di fila oltre i limiti. Per questo motivo si è optato per misure temporanee di secondo livello. Risultano invece al di sotto delle soglie le province di Brescia, Mantova, Varese, Como e Lecco.
È naturale però chiedersi a cosa corrispondano le misure di primo e secondo livello. Iniziamo col dire che si fa riferimento ai Comuni con più di 30mila abitanti. Nelle province indicate, si prevede una limitazione alla circolazione nella fascia 7.30-19.30, tutti i giorni. Ciò in riferimento al primo livello, per i veicoli Euro 0 e 1 e per i veicoli Euro 2,3 e 4 a gasolio. Come già detto, in questo caso non sarà escluso il fine settimana. Coinvolti anche sabato e domenica, con interessamento dei veicoli diesel Euro 4 commerciali.
Si fa inoltre divieto di combustioni e accensioni di fuochi all’aperto. Sguardo rivolto anche alle abitazioni e ai negozi. Non sarà consentito tenere temperature superiori ai 19°C, così come sfruttare generatori a legna per la regolazione della temperatura domestica (classe emissiva fino a 3 stelle).
Tutto ciò vale anche per i divieti di secondo livello, ovviamente. Nel caso dei generatori a legna per il riscaldamento domestico, però, la classe emissiva sale fino a 4 stelle (comprese). Ciò vale, ovviamente, in presenza di un impianto alternativo. Non solo auto, negozi e abitazioni, però. Divieti attivi anche per il mondo dell’agricoltura. Non sarà possibile spandere gli affluenti di allevamento, dei digestati, dei fertilizzanti, delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. È però possibile aggirare tale norma in caso di iniezione e interramento immediato.
Una situazione insostenibile, che necessita di un intervento immediato. Tutto ciò viene però percepito, ovviamente, come una goccia nel mare. Basti pensare alla “serie nera” di Milano, che da martedì a domenica della scorsa settimana ha raggiunto livelli allarmanti. Il picco è stato toccato venerdì 26 gennaio, con 104 microgrammi per metro cubo (l’area più colpita, volendo restringere enormemente il campo d’analisi, è stata la stazione Arpa in via Senato, con 113 microgrammi). Il capoluogo lombardo vanta così 14 giorni su 35 fuori limite, proprio come Monza. A seguire Bergamo e Brescia.