Affitti brevi, alternative green alle piattaforme più famose per viaggi sostenibili

Nel mondo degli affitti brevi nascono soluzioni alternative ai grandi portali, pensate per un turismo più consapevole e vicino alle comunità

Pubblicato:

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Gli affitti brevi sono tra le formule più diffuse per chi vuole affittare o soggiornare in una casa per un periodo inferiore ai 30 giorni. Al giorno d’oggi questa tipologia di modello, che ha rivoluzionato il modo di viaggiare, si è arricchito di una nuova dimensione che è quella della sostenibilità. Sono infatti sempre più le piattaforme che offrono alternative green per le prenotazioni online.

Piattaforme green più convenienti dopo la Manovra

Le case destinate agli affitti brevi, ovvero per periodi inferiori ai 30 giorni, nel 2025 sono oltre mezzo milione secondo i dati dell’Aigab, l’Associazione italiana gestori affitti brevi. Si va da ville in zone turistiche fino ad arrivare a semplici stanze con bagno privato all’interno di un unico appartamento.

Il fenomeno ha registrato un boom in Italia dopo la pandemia, tanto che il settore dal 2021 al 2024 ha riportato un aumento del 38% e ciò è particolarmente visibile nei centri storici dove le abitazioni destinate ai turisti hanno e stanno sostituendo quelle dei residenti.

Con la Legge di Bilancio 2026, però, tutto potrebbe cambiare. La cedolare secca applicata a tale tipologia di affitti potrebbe passare infatti dal 21 al 26% ed essere estesa anche al primo immobile dato in locazione. Fino a oggi la tassa più alta colpisce solo chi possiede due o più immobili a disposizione mentre a breve potrebbe riguardare anche coloro che ne hanno uno solo.

Per le associazioni di categoria come Property Managers Italia, Confedilizia e Aigo Confersercenti il pericolo è che i piccoli proprietari potrebbero essere i più penalizzati dal nuovo prelievo fiscale. Il motivo è che il 96% degli host in Italia è composto da semplici cittadini, come si evince dal report e non da grandi investitori.

Qualora l’aumento della cedolare secca dovesse divenire realtà, il margine di guadagno per chi dà un immobile in locazione con un contratto breve potrebbe ridursi. Di conseguenza chi affitta potrebbe ritrovarsi a pagare di più.

Le piattaforme green potrebbero rappresentare un’alternativa interessante per il modello che propongono, più sostenibile, trasparente e relazionale – e remunerativo per gli host stessi.

Le alternative ai grandi portali come Airbnb e Booking

Per prenotare affitti brevi, i viaggiatori si rivolgono soprattutto a grandi piattaforme come Airbnb e Booking.

La prima ha oltre 150 milioni di utenti registrati a livello mondiale e nel 2024 ha comunicato di averne accolto oltre 1,5 miliardi in totale. La seconda, invece, solo nel 2024 ha offerto, come sottolinea ElectroIQ, prenotazioni di alloggio per circa 3,4 milioni di strutture sia in hotel che in case e appartamenti in oltre 220 Paesi e territori.

Esistono, però, come spiegato, altre piattaforme grazie alle quali è possibile trovare soluzioni più sostenibili come:

Perché prenotare sulle piattaforme green

Nonostante il parere contrario di Tajani e Salvini, l’aliquota per la cedolare secca potrebbe salire al 26% per cui il margine di guadagno per i proprietari che affittano le loro case potrebbe ridursi ancora di più e i prezzi per chi affitta potrebbero salire.

Ecco un esempio:

Supponiamo che una persona affitti un alloggio per  un breve periodo e ottenga 10.000 euro lordi l’anno. Con la cedolare secca al 21% pagherà 2.100 euro di imposta. Se l’aliquota dovesse arrivare al 26% la stessa persona pagherebbe 2.600 euro di tasse.

Una strategia per differenziarsi potrebbe essere quella di affidarsi a piattaforme green. Il 75% dei viaggiatori globali, infatti, ha dichiarato, secondo il Booking Sustainable Travel Report 2024, che ha intenzione di viaggiare in modo sostenibile per i prossimi dodici mesi.

Così come accade per i grandi portali, le piattaforme green prevedono una commissione, spesso più bassa, e che spesso viene reinvestita (almeno in parte, fino al 50%) in progetti locali – per cui si crea un impatto positivo sulle comunità che ospitano e sul territorio.

Gli alloggi che compaiono su tali portali adottano pratiche sostenibili che vanno dall’efficienza energetica al cibo a chilometro zero, dall’utilizzo di materiali naturali all’energia rinnovabile e ciò si traduce spesso in costi di gestione più bassi e di conseguenza in prezzi più accessibili per chi prenota.

Quali sono le strategie per risparmiare prenotando in modo sostenibile

Viaggiare rispettando l’ambiente non è solo una scelta etica ma anche un modo economico e consapevole di scoprire luoghi nuovi riducendo l’impatto sul pianeta e sostenendo le comunità locali, possibilmente mettendole al riparo da fenomeni come l’overtourism.

Se si desidera risparmiare prenotando mediante tali portali, bisogna mettere in pratica queste semplici strategie:

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963