Se si guarda alla storia recente del nostro Paese, tutti gli esperti concordano nel descrivere il prossimo inverno come uno dei più difficili per gli italiani. Le preoccupazioni legate al continuo rincaro del costo dell’energia si aggiungono ad una situazione che vede i prezzi dei prodotti alimentari ad un livello mai visto prima a causa dell’inflazione derivante dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Il tutto mentre l’Unione europea non è ancora riuscita a trovare un accordo tra gli Stati membri sull’introduzione di un price cap per le importazioni di gas metano.
Mentre la premier in pectore Giorgia Meloni è alle prese con la selezione delle figure più idonee da scegliere per la composizione del prossimo governo, i timori per milioni di famiglie e migliaia di imprese per la stagione invernale riguarda soprattutto la spesa per pagare le bollette. L’esecutivo uscente guidato da Mario Draghi – tramite il ministro della Transizione ecologica – ha dato indicazioni chiare e precise alla leader di Fratelli d’Italia su quali siano le sfide più urgenti da affrontare una volta insediata a Palazzo Chigi: in cima alla lista c’è proprio la questione che riguarda l’emergenza energetica.
Il Piano di Cingolani per ridurre i consumi e le prospettive per l’inverno alle porte: Italia col fiato sospeso
Nonostante le rassicurazioni che lo stesso Roberto Cingolani ha voluto dare in merito alla situazione italiana per l’inverno alle porte (“non avremo problemi, siamo coperti” ha dichiarato durante l’ultimo vertice europeo di Praga, confermando la tesi espressa dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi), il suo Piano di riduzione dei consumi mostra tutta la fragilità di un Paese che non è ancora riuscito a ritagliarsi un’indipendenza dalle forniture estere.
Infatti, per quanto riguarda l’accensione degli impianti di riscaldamento nelle case private, gli italiani dovranno fare i conti con le nuove limitazioni volute dal governo sul periodo in cui sarà possibile usufruirne all’interno delle abitazioni. Anche l’orario giornaliero ha subito delle modifiche: il territorio nazionale è stato suddiviso in sei fasce individuate in base alle esigenze medie legate alle condizioni climatiche e all’altitudine sul livello del mare.
La mappa degli impianti fotovoltaici installati nel nostro Paese: quali sono le regioni che producono di più
Mentre i cittadini cercano di orientarsi tra le nuove regole in vigore, rimane aperta la questione legata alle energie rinnovabili. In questo senso, un primo spiraglio di luce davvero molto rassicurante lo si può trovare nelle parole di Francesco Starace, ceo di Enel, che ha tracciato un quadro assai positivo sulle fonti green in Italia: “Potremo affrancarci dal gas tramite le rinnovabili se insieme usiamo le batterie e lavoriamo sulle reti digitali. Nei primi sei mesi del 2022 le richieste per l’allacciamento di pannelli fotovoltaici sono triplicate. Rispetto ai 450 megawatt di fotovoltaico che vengono installati in media in un semestre, alla fine dell’anno corrente avremo introdotto ben 2.500 nuovi megawatt di fotovoltaico“.
Ad oggi, le regioni più virtuose come numero di impianti installati sono tutte nel Nord Italia. Degli 880mila impianti presenti a livello nazionale, oltre 135mila si trovano in Lombardia (con il 15,4%), seguita dal Veneto con circa 120mila impianti (pari al 14,1%). Al terzo posto c’è l’Emilia Romagna, che si attesta ad una quota di poco inferiore ai 100mila impianti (copre il 10,4% del totale italiano).
Discorso diverso invece per quanto riguarda la potenza installata. A primeggiare in questa graduatoria è la Puglia, che produce il 13,5% del totale energetico nazionale derivante dal fotovoltaico. Alle sue spalle ci sono comunque le tre regioni già citate, mentre in entrambe le classifiche compaiono come molto distanziate tutte le altre aree italiane, comprese quelle che vantano un territorio assai esteso come Piemonte, Lazio e Sicilia.