Gli Italiani sono sensibili riguardo ai loro acquisti e prestano attenzione alla prevenzione degli sprechi alimentari, alla qualità degli alimenti che consumano e alla loro salute. Inoltre, sono disposti a limitare i loro consumi per ottenere risparmi sulla bolletta energetica, del gas e sugli acquisti di abbigliamento. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Waste Watcher.
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Il rapporto “Il caso Italia” 2023
Il rapporto “Il caso Italia” 2023 presentato dall’Osservatorio Waste Watcher International sulla Sostenibilità Alimentare il 2 febbraio a Roma ha evidenziato l’impatto della pandemia sugli stili di vita degli italiani. La pandemia ha comportato una diminuzione dei consumi al di fuori delle mura domestiche e un aumento del trend verso la permanenza in casa, con un terzo degli intervistati che ha significativamente ridotto le colazioni, i pranzi e, per 4 su 10, anche le cene al ristorante.
La sostenibilità alimentare
La sostenibilità alimentare è diventata una priorità per il 36% degli intervistati, che hanno aumentato il consumo di alimenti a base vegetale come legumi e prodotti vegetali a discapito della carne e delle proteine animali. Inoltre, il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti locali. Nonostante l’incremento dei prezzi, la spesa alimentare è la categoria che ha subito la minore riduzione (18%), preceduta solo dalle spese per cure mediche (11%) e per la cura personale (17%). Il concetto di “risparmio” non è più la parola chiave nei comportamenti di acquisto degli italiani, infatti solo il 7% lo pone come priorità, mentre la “pragmaticità” prevale per 6 su 10 e la qualità per il restante 32%.
Quanto sprecano gli italiani
I nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher si riferiscono al mese di gennaio 2023 e mostrano che in media gli italiani gettano 524,1 grammi di cibo pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi al giorno e 27,253 kg all’anno, il che equivale a una riduzione del 12% rispetto alla stessa indagine del 2022 (595,3 grammi settimanali). Questo dato è ancora più accentuato al sud (+8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38% rispetto alla media italiana). Secondo l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Spreco Zero, lo spreco del cibo solo nelle nostre case equivale complessivamente a 6,48 miliardi di euro.
Dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030
L’obiettivo dell’ONU di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 è alla portata e può essere raggiunto. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una pratica consolidata, ma la sfida principale è nei nostri comportamenti e nelle nostre case. Per questo motivo, le politiche alimentari che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città stanno diventando fondamentali per un buon governo. Secondo Andrea Segrè, la scommessa è una svolta culturale profonda e personale.
Lo spreco nella filiera alimentare
Un altro dato importante da segnalare è quello riguardante lo spreco di filiera, compreso le perdite nella produzione e gli sprechi nella catena di distribuzione del cibo. Secondo Luca Falasconi, coordinatore del rapporto “Il caso Italia” 2023, nel 2022 sono state sprecate in Italia più di 4 milioni di tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 9.301.215.981 euro. Questo spreco nella filiera alimentare pesa per il 26% nell’agricoltura, il 28% nell’industria e l’8% nella distribuzione. Questi dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Waste Watcher International insieme al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.
Il cibo più sprecato dagli italiani
La ricerca del 2022 di Waste Watcher “Il Caso Italia” 2023 si concentra sulle abitudini riguardanti lo spreco alimentare e la gestione del cibo. Secondo l’indagine, i prodotti alimentari che vengono sprecati più frequentemente sono la frutta fresca (24 grammi a settimana), seguita da pane, insalata, verdure, aglio e cipolle. In media, gettiamo circa 3,4 grammi di frutta e 2,3 grammi di pane al giorno, pari a poco più di 1 kg pro capite all’anno.
La spesa degli italiani
Rispetto a due anni fa, quasi un italiano su tre presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%) e 4 su 10 considerano la sostenibilità nella produzione e consumo del cibo durante la spesa (27%). Inoltre, la maggior parte degli acquirenti è più fedele al brand del luogo di acquisto (23%) che non alle grandi marche, il cui interesse è in calo del 10%. La quantità di acquisti effettuati online rimane stabile, mentre c’è un piccolo aumento per i prodotti biologici (+14%) e per gli acquisti nei negozi locali (+14%).
Per quanto riguarda i tagli alle spese, un italiano su due ha ridotto la spesa per lo svago e cerca di risparmiare sulla bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%) e sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di risparmiare sulla spesa, ma solo il 17% e l’11% tagliano rispettivamente le cure personali e la salute. Tuttavia, 9 italiani su 10 considerano la salute (89%) e l’impatto ambientale della produzione (78%) come i fattori più importanti nell’acquisto del cibo, insieme alla produzione a km 0 (85%).